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Ragusa Sottosopra - Anno XII - N° 5

Contenitori culturali

Palazzo Zacco

Con il “Museo del Tempo Contadino” nasce il primo nucleo del futuro e più ampio “Museo delle Arti e Mestieri ragusani”.

Palazzo Zacco, con la “Raccolta Civica Carmelo Cappello” (inaugurata lo scorso maggio) e il flash museum del “Tempo Contadino” inaugurato il 28 agosto, diventa il fulcro di un sistema museale che può estendersi nel territorio e connettersi ad altre strutture, come il Castello di Donnafugata, già inserito nella rete nazionale delle “Case della Memoria”.
L’apertura del “Museo del Tempo Contadino”, oltre a rendere fruibile uno dei palazzi del tardobarocco inseriti nella Heritage List dell’Unesco, nasce dalla volontà del Comune di Ragusa, in stretta sinergia con il Centro Studi “Feliciano Rossitto” e il Centro Servizi Culturali di Ragusa, di dare seguito ad una felice intuizione dello storico locale Mimì Arezzo, scomparso nel 2011, che aveva fortemente creduto in questo progetto.
L’iniziativa ha trovato la piena collaborazione di ideatori, donatori, amministratori, enti.
Per la realizzazione del progetto si è provveduto alla costituzione di un comitato tecnico-scientifico formato da professionisti. Allo staff di architetti, costituito dal museologo Giuseppe Nuccio Iacono, ideatore del flash museum, e dai due museografi Fabio Capuano e Andrea Gurrieri, si sono uniti lo storico dell’arte dott.ssa Valentina Frasca Caccia e il professore Nino Cirnigliaro.
Gli oggetti del “Museo del Tempo Contadino” sono stati donati da Giovanni Ottaviano, Famiglia Polara, Giovanna Attanasio Gurrieri, Salvatore Cannizzo, Andrea Ottaviano, Famiglia La Rosa, Giovanni Tumino e dagli eredi Migliorisi. Insieme ad altri donatori, che si aggiungeranno nella lista, hanno voluto contribuire a tramandare la cultura e la memoria del territorio ibleo portando in dote preziosi oggetti e testimonianze del nostro passato.
Ma vediamo quali sono le caratteristiche che rendono particolare il Museo del Tempo Contadino di Palazzo Zacco e che hanno delineato il percorso progettuale.
Un primo dato è costituito dal genius loci: i due musei collocati in spazi significativi del palazzo rispettano lo spirito degli ambienti architettonici e lo interpretano. In un simbolico percorso verticale che congiunge i locali rustici (depositi) del piano terra alle stanze del piano nobile si incontra il mondo rurale con quello più aulico espresso dall’arte ragusana (Civica Raccolta Cappello). Un secondo dato è l’idea di flash museum: un museo di introduzione legato al “Museo di Arti e Mestieri ragusani” che, per la mole di oggetti da esporre e ambienti da ricostruire, sarà presto realizzato nei locali dell’ex biblioteca Civica, così come programmato dalla passata amministrazione. Non solo. I musei di Palazzo Zacco comunicano anche con l’esterno. Le opere del maestro Cappello rimandano alla città, dove sono presenti altre opere dell’artista: la Fontana del Delfino in Piazza Poste ed il bassorilievo di fronte a Palazzo dell’Aquila; il Museo del Tempo Contadino invece si collegherà al secondo polo museale accennato prima per poi proiettarsi nel territorio extraurbano. L’intenzione è quella di coinvolgere tutte le attività agrituristiche locali che desiderano fare rete. Un terzo elemento è dato dalla realizzazione di un' aula didattica all’interno del museo per sottolineare l’importanza fondamentale dell’educazione e formazione nei musei, che non devono limitarsi ad essere luoghi che “conservano cultura”, bensì luoghi che “producono cultura”.
Come rilevato dai progettisti l’inserimento di questo museo all’interno di Palazzo Zacco trova una sua giustificazione nella genetica architettonica dell’edificio tardobarocco. A piano terra, i locali rustici del palazzo signorile accolgono l’esposizione sul Tempo Contadino proprio per sottolineare lo stretto legame esistente tra città barocca e la campagna ragusana. La Storia è tempo e il tempo è evoluzione: per questo motivo il museo vuole anche, nella limitatezza degli spazi, imporsi come memoria storica all’interno di una architettura tardobarocca (oggi Patrimonio Unesco). Lo scopo è quello di ricordare come quelle sublimi architetture settecentesche sono il frutto di un investimento edilizio che traeva le proprie risorse economiche proprio dalla terra che veniva lavorata dai contadini secondo il ritmo scandito dalle stagioni. Niente è casuale nella museografia. L’oggetto è distaccato dallo spazio e si erge come elemento distintivo di un tempo preciso e caratteristico dell’economia legata al mondo rurale. Ciò che conta non è, dunque, sottolineare il costume e la vita quotidiana, quanto mettere in luce il tempo che li sovrasta. Il museo è concepito come un percorso espositivo temporale (non spaziale) dove gli oggetti sono selezionati per rievocare il ritmo dell’anno agrario. Lo sviluppo narrativo suggerito da oggetti (tangibili) è così riconducibile al valore (intangibile) del Tempo. Lo stile stesso che viene proposto dall’allestimento è particolarmente suggestivo e nasce da una attenzione verso il passato. I museografi hanno operato con il materiale stesso dell’allestimento. Ad esempio, il materiale di rivestimento e d’arredo, pur mantenendo la dovuta neutralità, si ispira all’antico uso ragusano di proteggere il legno delle porte delle case con una lamiera chiodata.
Il progetto museografico di Palazzo Zacco prevede anche l’impiego di tecnologia wi-fi che consentirà agli utenti di collegarsi e scaricare le informazioni sia sul palazzo e sia sui singoli oggetti esposti, ma anche e soprattutto sulla rete museale.

Il percorso

Al piano terra è collocata l’aula didattica: è fornita di impianto audio-video e materiale utile per poter approfondire nozioni sulla realtà rurale. All’interno si trova una preziosa raccolta di miniature riproducenti oggetti legati agli antichi mestieri ragusani. La sala didattica è direttamente collegata al Museo del Tempo Contadino, che si snoda lungo un percorso che riprende lo scandire dell’annata agraria, che aveva inizio con il mese di settembre per poi terminare ad agosto in concomitanza dei solenni festeggiamenti del Santo Patrono.
Una serie di grafici e fotografie illustrano la peculiarità di alcuni strumenti che sono esposti non come oggetti “feticci della tradizione rurale”, ma come “portatori di significati” della dura vita contadina che sottostava al Tempo.
Dopo aver seguito il percorso scandito dai mesi dell’anno agrario, si accede al piano ammezzato dove due stanze sono dedicate al giorno e alla notte. Nella prima sono esposti alcuni pregiati sfilati ragusani, nella seconda è ricostruita una camera da letto.

inaugurazione
L'inaugurazione del 28 agosto 2012
museo contadino

museo contadino

lemmi
Lemmi
misure e panari
Misure e panari
museo contadino

camera da letto
Tipica camera da letto
viertili e sidduna
Viertili e sidduna (bisacce e sella)
attrezzo cordatura
Attrezzo per cordatura di lana e cotone
museo contadino

sfilato siciliano
Tipico sfilato siciliano
sponde carretto siciliano
Le sponde del carretto siciliano
conca e succetto
La conca e u succetto

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