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Ragusa città di ...
Chiesa di San Giacomo
La chiesa di S. Giacomo, ubicata nella Villa comunale, fu costruita durante la dominazione dei
						 Chiaramonte 
					 	che 
							 giunsero a Ragusa nel 1283. Per ricordare le antiche origini della chiesa, sul paliotto dell'altare 
									maggiore è ricamata l'aquila aragonese che porta sul petto la rossa spada jacopea.
				     giunsero a Ragusa nel 1283. Per ricordare le antiche origini della chiesa, sul paliotto dell'altare 
									maggiore è ricamata l'aquila aragonese che porta sul petto la rossa spada jacopea. 
					    
Nell'elenco delle chiese siciliane che nel 1308 pagavano le decime apostoliche alla Chiesa di 
									Roma, figura anche quella di S. Giacomo di Ragusa. In essa ancora oggi ha la sua sede la confraternita 
									di S. Giacomo di cui si ha una prima notizia nel 1563. 
					    
In quell'anno, infatti, il nobile Giacomo Sammito fece una donazione di case e di terreni alla 
									confraternita affinchè  essa avesse una esistenza duratura. Nel 1580 il benestante 
									Pietro di Montagna nel suo testamento designò	erede universale la moglie Rosella, con il vincolo che 
									alla di lei morte, i beni di famiglia passassero alla confraternita di S. Giacomo, affinche' questa 
									provvedesse a dotare, ad anni alterni, un'orfana della città.
	essa avesse una esistenza duratura. Nel 1580 il benestante 
									Pietro di Montagna nel suo testamento designò	erede universale la moglie Rosella, con il vincolo che 
									alla di lei morte, i beni di famiglia passassero alla confraternita di S. Giacomo, affinche' questa 
									provvedesse a dotare, ad anni alterni, un'orfana della città. 
					    
Di questi benefici della confraternita, lo storico Eugenio Sortino Trono ne rintraccia undici. Un 
									altro introito della confraternita proveniva dal diritto di fiera franca concesso dalle autorità in 
									occasione della festa di S. Giacomo. La fiera franca, di cui abbiamo notizia nel 1663, consentiva alla 
									confraternita di S. Giacomo di riscuotere e di incamerare i proventi dell'affitto delle bancarelle, del 
									suolo pubblico e di tutte le imposte e le multe dovute dai mercanti per la vendita di ogni genere di 
									merci e per l'organizzazione di spettacoli e di lotterie durante la festa del Santo che di solito aveva 
									la durata di due settimana. Molta attenzione fu posta dalla confraternita per la cura della chiesa che 
									nel 1660 era nota per le belle sculture, per il campanile, e per le reliquie di S. Giacomo. 
				    	
La chiesa fu distrutta dal terremoto del 1693 ma già nel 1696 la confraternita aveva avviato i 
									lavori di ricostruzione. Nel Gennaio del 1700, il vescovo di Siracusa, mons. Asdrubale Termini, 
									trovandosi a Ragusa per la Sacra Visita, conferi' alla confraternita di S. Giacomo il titolo di 
									Arciconfraternita per i meriti acquisiti dai confrati
									
									 durante le operazioni di soccorso, materiali e spirituali, a seguito del 
									terribile evento sismico del 1693.
 durante le operazioni di soccorso, materiali e spirituali, a seguito del 
									terribile evento sismico del 1693. 
				  
								Nel 1705 si provvide a realizzare la copertura della chiesa e nel 1707 si trasportavano ancora carichi di 							pietra per la fabbrica. 
				    
Ma già nel 1703 si era dato incarico al maestro Alfio Ballo di Palermo per realizzare una cornice 
								per una tela di S. Giacomo. Nel biennio 1719-20 la confraternita aveva provveduto ad abbellire la chiesa 
								con diverse tele commissionate a Giuseppe Pugliarello e a Filippo De Stefano. 
					    
Nel 1734 si diede incarico al maestro Simone Ventura di Chiaramonte per realizzare la decorazione 
									del tetto ligneo che rappresenta per Ragusa uno dei pochi esempi rimasti di questo genere artistico. 
									
L'attuale facciata fu eseguita su progetto di Giuseppe Pinelli nel 1902. Nel terzo ordine, al 
									centro, si erge la torre campanaria e, ai lati, le balaustre con due statue, di cui quella di sinistra 
									raffigura S. Giacomo nelle vesti di pellegrino. 
					    
Alla base della torre è collocato un altorilievo che dovrebbe rappresentare S. Giacomo, titolare 
									della chiesa, nelle vesti di matamoros con la spada sguainata, mentre invece il Santo è raffigurato in 
									una iconografia insolita, su un cavallo che calpesta un drago di georgiana memoria. L'interno si 
									presenta ad aula unica con abside rettangolare e con cinque cappelle per ogni lato. Sull'altare maggiore 								è posta la statua lignea di S. Giacomo con il bordone nella mano destra e la conchiglia sul mantello.
					
di Giuseppe Arlotta - www.edizionicompostellane.com

 
     
             
             
             
             
            
 
       
       
       
      
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