Ragusa Sottosopra - Anno XII - N° 1
Inaugurazioni
Alla memoria di chi ha perso la vita sul posto di lavoro l’opera monumento del maestro Franco Cilia
Una croce sospesa la cui ombra scivola sulle pietre tinte di rosso, simbolo di dolore, che ha il sapore del sangue sgorgato, ma è anche simbolo d’amore, nutrimento assoluto dell’anima. L’altare-monumento realizzato dal maestro Franco Cilia, su commissione dell’ANMIL di Ragusa e con il sostegno del Comune di Ragusa, è una delle poche opere dedicate ai caduti sul lavoro in Italia.
La testimonianza del sacrificio a perenne memoria è impressa nelle sagome “viventi” che tracciano il cammino della vita e
della morte, è incisa nei 600 e passa nomi e cognomi delle vittime di terra iblea sulla lastra che affianca lo sguardo di
chiunque passi per viale del Fante. Fermarsi e leggere è un gesto naturale, spontaneo omaggio a tante vite spezzate, che nel lavoro hanno trovato la fine delle loro aspettative, del loro futuro. Di lavoro si dovrebbe vivere e non morire.
“Ho dipinto quelle pietre cercando un rosso che fosse gradito – scrive il maestro Franco Cilia –
assaporato dalle pietre stese. Un rosso che sgorgasse da un’invisibile ferita; sangue di chi ha pagato con la vita la
colpevole precarietà delle norme di sicurezza di chi lavora, esponendo il proprio corpo all’incontro con la morte. E mentre
il ruvido pennello accarezzava le pietre stese, Federico Garcia Lorca faceva sentire la sua voce: La
pietra è una fonte dove i sogni gemono/la pietra è una spalla per portare il tempo/…. Quando mi è stato
dato l’incarico da parte dell’ANMIL di Ragusa – spiega l’artista - di realizzare questo altare-monumento, dedicato ai mille e più iblei che nel corso di un secolo hanno perso la vita, onorando il lavoro, ho a lungo meditato: come rendere visibile
l’anima dei nostri fratelli scomparsi ? Cercando di rendere l’impalpabile e, al tempo stesso, perenne presenza di chi non c’è più e del suo messaggio di vita oltre la morte, si è via via configurata quella croce che plana nell’aria, che non tocca le
pietre, ma le accarezza con la sua ombra, dà respiro metafisico e voce a coloro che hanno lasciato nel dolore tante
famiglie:figli senza padre, madri senza figli. Quella croce, che ci riporta al Calvario, che raccoglie di notte le ombre
delle figure che la circondano, ha il compito di ricordarci che nulla muore se è vivo nel ricordo di chi ci ha preceduto in
quel viaggio che non conosce ritorno. Questo monumento ha il compito di ricordarci che non dobbiamo dimenticare che soltanto l’amore nutre l’amore. Solo così il mondo materiale può comunicare con quello immateriale”.
L'naugurazione dell’altare-monumento il 18 dicembre scorso è stato un momento di grande suggestione e commozione. Tanta gente, insieme alle massime autorità civili, militari e politiche, ha voluto stringersi attorno ai protagonisti di questa lunga storia di morte che sembra non avere fine, ai parenti delle vittime, all’ANMIL, rappresentata per l’occasione dai suoi maggiori esponenti (il presidente provinciale Vincenzo Carbone, il presidente regionale Antonio Majorana, il vicepresidente nazionale Angelo Ignoti). Il vescovo mons. Paolo Urso ha benedetto l’opera con un toccante discorso sul significato, il valore e la dignità di ogni vita sacrificata per nobili principi come testimonianza civile ed esempio per le future generazioni. La suggestiva performance “Il richiamo dell’anima” della danzatrice e coreografa Emanuela Curcio e degli allievi del Centro culturale MASD (musiche di Peppe Arezzo, testo, voce narrante e regia dello stesso maestro Cilia) ha narrato il senso della “croce”, che accomuna ogni anima in vita e in morte nella luce e nel conforto del dono.
Viale del Fante dove è allocata l'opera
Particolare altare monumento ai caduti
Particolare altare monumento ai caduti
Particolare altare monumento ai caduti
Inaugurazione del 18 novembre 2011
Da destra il Sindaco Dipasquale, N.Capozzo (Cons.Naz.ANMIL), maestro F.Cilia
Un momento della performance "Il richiamo dell'anima"
Inaugurazione del 18 novembre 2011
Da destra P.Arezzo,F.Cilia,R.Scribano (Pres.Com.promotore), E.Curcio
Da destra S.Degno (dip.comunale incaricato illuminazione opera),A.Majorana (Pres.Reg.ANMIL)
N.Capozzo con V. Carbone (Pres.ANMIL Ragusa)
Mons.Paolo Urso Vescovo di Ragusa
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