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Castello di Donnafugata

Il Parco del Castello di Donnafugata

Il ingrandisciparco del castello di Donnafugata a Ragusa può essere considerato uno dei pochi giardini storici di grande pregio tuttora esistenti in Sicilia. Purtroppo il processo di abbandono, iniziato gia' con la proprieta' della famiglia Arezzo/Testasecca, è continuato anche con la gestione pubblica, nonostante i segnali di buona volonta' dimostrati in questi anni. Questa sorta di vuoto di gestione va attribuito, piu' che ad una precisa volonta' politica, all'assenza generalizzata di "cultura paesaggistica" che caratterizza il nostro paese. Infatti, a distanza di quasi vent'anni dalla "Carta di Firenze" (1981), è difficile far passare il principio che un giardino è un "bene storico-artistico" e come tale va salvaguardato intervenendo solo con operazioni di restauro e ripristino. Nel nostro caso l'assenza di questa consapevolezza si è tradotta da un lato in una gestione superficiale del parco che lo ha privato delle piu' elementari operazioni di manutenzione ordinaria come le potature e le annaffiature di soccorso nei periodi di siccita', e dall'altra in interventi infelici, quali ad esempio la realizzazione di muretti a secco che hanno deturpato il disegno del parco, o l'uso di parte di esso a maneggio.

Le fonti storiche
La ricerca non ha portato al ritrovamento di planimetrie di progetto. Le alterne vicende della famiglia Arezzo non hanno ingrandisci consentito di individuarne l'esistenza o in ogni caso, qualora siano state elaborate e non siano andate distrutte, di localizzare dove sono conservate; si può ipotizzare che, se qualche planimetria esiste, essa sia in possesso del ramo della famiglia Arezzo-Testasecca che risiede in Francia.
In ogni caso siamo convinti che non ci sia stato un progettista incaricato del giardino, ma che i proprietari che si sono succeduti dalla meta' dell'ottocento ai primi del novecento (soprattutto il barone Corrado Arezzo De Spuches e il visconte Le strade) abbiano realizzato questo parco per fasi su loro stessa indicazione servendosi delle maestranze a disposizione. L'assetto finale, che possiamo far risalire ai primi del '900, ci appare secondo il gusto ottocentesco come sommatoria di stili, di forme, di manufatti, di elementi ripresi dai parchi visitati nei frequenti viaggi in Europa: vedi l'angolo dei cenotafi, citazione evidente dell'isola circolare dei pioppi di Roisseau ad Ermenonville o del richiamo di essa realizzato a Dessau-Worlitzer Gartenreich, o la stessa struttura del labirinto che ricalca pedissequamente la planimetria di Hampton Court.

Il rilievo
La conoscenza dello stato di fatto è piuttosto approfondita grazie al rilievo condotto nel 1985 che oggi si colloca tra il documento storico e la situazione attuale poichè il processo di depauperamento del parco (privo in questi anni di una direzione scientifica e tecnica) ha fatto scomparire molti dei segnì che erano ben leggibili nel periodo in cui è stato condotto il rilievo.
Vi è inoltre un recentissimo rilievo della vegetazione effettuato in occasione dell'elaborazione delle ipotesi di recupero.
"Per quanto riguarda specificatamente il patrimonio vegetale, un termine di confronto attendibile è stato ricercato nella flora dei giardini e parchi siciliani fondati intorno alla meta' del secolo scorso. Si tratta di vari complessi pubblici e privati (Villa Giulia, Giardino inglese, Villa Garibaldi, Villa Travia, ecc., tutti di Palermo) che hanno fornito un modello di riferimento utile ad evidenziare vari caratteri di originalita' ancora presenti a Donnafugata.
Fra tali giardini, è di particolare significato per la localizzazione geografica quello di Caltagirone che intorno al 1860 fu realizzato con piante provenienti dall'Orto botanico di Palermo...". L'ipotesi di possibili correlazioni tra il fondatore del castello di Donnafugata e la massima istituzione botanica siciliana trova una certa conferma nell'affresco raffigurante l'Orto Botanico di Palermo su una parete all'interno del palazzo.

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Tutto il materiale è tratto dal testo "Donnafugata il castello" edito da: Filippo Angelica Editore
I testi sono a cura di: Carmelo Arezzo, Gaetano Cosentini, Milena Gentile, Biagio Guccione, Giacometto Nicastro
Le schede Botaniche sono di: Tiziana Turco     Le Foto di: Giuseppe Leone
Si ringraziano l'editore e gli autori per la gentile concessione


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