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Ragusa Sottosopra

n.5 del 24/10/2008

Ragusa Patrimonio dell'Umanità

Giovanni Distefano, Archeologo

foto articoloUn viaggio nel tempo e nello spazio attraverso le chiese, i palazzi e i monumenti di Ragusa. Fatti, personaggi, artisti, architetti, capimastri, decoratori, aneddoti e qualche inedito fungono da filo conduttore in questo sapiente affresco della città storica

Andrea Ottaviano, ricercatore attento e studioso silenzioso, questa volta ha voluto regalare alla sua città una splendida pubblicazione “Ragusa Patrimonio dell'Umanità”. Ben trentasei fra monumenti, chiese, palazzi, luoghi storici, oltre centotrenta fotografie a colori (di Giorgio Migliorisi) e un saggio introduttivo di Angelo Chessari sono contenuti in una bella edizione di novantacinque pagine (stampa C.D.B. - febbraio 2008).
L'edizione del volume si deve al Lions Ragusa Host il cui Presidente, dott. Agostino Fera, ha curato l'introduzione sottolineando che la realizzazione dell'opera rappresenta un segno in più per essere presente nel contesto culturale locale.
Nell'esposizione dei monumenti l'Autore compie delle scelte: la struttura dell'opera non intende avvicinarsi ad una “guida” dei centri storici della città; il linguaggio che assomma in maniera misurata notizie storiche, documentarie, descrizioni architettoniche e valutazioni artistiche è come una voce narrante che con una abile regia accompagna il lettore fra valutazioni, suggerimenti, suggestioni, aneddoti.
L'ordine dell'esposizione non è il filo cronologico del tempo ma la sottesa, temporale impronta degli antichi quartieri: un filo conduttore invisibile, sapientemente mai dichiarato dall'Autore, fa viaggiare il lettore, senza costringerlo, da una parte all'altra della città. Alla fine ci si rende contofoto articolo del viaggio nel tempo e nello spazio solo perché la tavola topografica finale riassume la disposizione spaziale dei siti. Andrea Ottaviano ha saputo introdurre il suo lettore in ogni luogo, in ogni chiesa con una immediatezza sia nei titoli che nel testo che ha nella sapiente e colta essenzialità delle informazioni il punto di forza del volume.
Andrea Ottaviano sa di conoscere per ogni monumento tutto, del passato e del presente; così snocciola fatti e personaggi, artisti, architetti, capimastri e decoratori aggiungendo spesso fatti inediti che solo Lui può conoscere.
Alquanto singolari alcune rivelazioni: una “piscina” per le abluzioni rituali che sarebbe stata ritrovata a fianco della chiesa della SS. Annunziata, che come tutti sanno fu costruita nel luogo della Sinagoga Ebraica che doveva essere ubicata sulla piancata, l'antico asse urbanistico dell'abi-tato medievale e rinascimentale che collegava il quartiere latino con il castello e il quartiere dei grecofoni al centro della collina di Ibla.
Personalmente non posso non rilevare anche un interessante inedito fotografico, a pag. 11 (cippo funerario di età romana), che correda il testo introduttivo e che può essere una stele pagana che esibisce al centro della faccia anteriore gli attributi sessuali maschili con chiara allusione apotropaica legata al concetto della fecondità. Un ottimo reperto che dimostra il livello culturale delle comunità che in età romana abitavano nel territorio ibleo.
Il volume di Andrea Ottaviano si apre con “Il portale” per antonomasia, cioè l'antico fossile della facciata della chiesa di San Giorgio Vecchio, nel quartiere latino, che a pag. 20 è rapfoto articolopresentato con una immagine fotografica che risale all'ottimo stato di conservazione precedente all'ultimo restauro.
L'Autore compie alla fine del paragrafo dedicato all'antica chiesa (a pag. 22) una meritoria opera di ricomposizione degli arredi in pietra che appartenevano alla chiesa: la cona (a cui dedica un'attenzione particolare a pp. 58-59), la statua di Davide, di Santa Lucia, di Santa Rosalia, di San Pietro, le statue degli angeli e i medaglioni degli Apostoli.
Delle oltre due antiche chiese, quella di Santa Maria La Nova (o Sant'Antonino) e di San Francesco all'Immacolata, l’Autore ricostruisce le vicende storiche ed architettoniche. Per la prima (Santa Maria e castello) Ottaviano accompagna il testo con tre fotografie di straordinarie testimonianze medievali (XI-XIII secolo): una iscrizione del priorato, due capitelli con il coniglio che mangia l'uva e il leone che azzanna un agnello. Per la chiesa di San Francesco all'Immacolata l'Autore si sofferma meritoriamente sul portale ricollocato sulla facciata occidentale, allorché la chiesa fu ricostruita dopo il 1693 sulla torre (forse torre di difesa della fortificazione medievale? Torre di un palazzo? O più semplicemente torre campanaria della più antica chiesa?).
Gli avvenimenti che vengono raccontati della chiesa di San Giacomo nei Giardini Iblei (a proposito del crocifisso del 1563) sono delle vere e proprie cronache di vita della comunità che rivivono ora grazie solo alle conoscenze dell'Autore. Ma Ottaviano ci informa pure della provenienza delle statue di Sant’Anna (proveniente da Santa Maria dei Miracoli) e di San Giovanni Evangelista (proveniente da Sant'Antonio) collocate all'foto articoloesterno della chiesa. La trattazione delle chiese prosegue con S. Vincenzo Ferreri, San Tommaso, San Giuseppe. Interessanti anche i paragrafi dedicati all'architettura civile: il palazzo Battaglia, il Circolo di Conversazione, il palazzo Arezzo, il palazzo La Rocca, il palazzo Cosentini, il palazzo Sortino-Trono, il palazzo Nicastro, il palazzo Floridia-Bertini, il palazzo Melfi-Zacco.
Nel capitolo centrale sul Duomo di San Giorgio Andrea Ottaviano svela particolari inediti (sulle preesistenze della chiesa di S. Nicolò) e riporta puntigliosamente non solo i nomi dei capi-mastri che parteciparono alla “fabbrica” ma anche degli autori dei vari dipinti, degli stalli, delle vetrate, degli stucchi, delle formelle. E infine riporta anche l'elenco di alcune opere riutilizzate nella chiesa e provenienti dell'antica chiesa di San Giorgio: il fonte battesimale e lo stemma dei Caprera con il cartiglio funebre. Le chiese di Ibla sono trattate tutte: Santa Maria di Gesù, Sant'Agnese, il Purgatorio, Santa Maria dei Miracoli, San Rocco, San Filippo Neri, San Paolo (costruita attorno ad un nucleo rupestre), Santa Maria dell'Itria, Santa Maria delle Scale (con le preesistenze duo-trecentesche e la terracotta cinquecentesca della Dormitio Virginis).
La trattazione della chiesa di San Giovanni occupa un altro capitolo centrale del volume: sono illustrate dall'Autore le vicende che precedettero la costruzione dell'edificio e quelle relative alle varie fasi edilizie. Anche per questa chiesa sono riportati i nomi dei capi-mastri, dei decoratori, degli affreschisti, degli argentieri.
Un volume essenziale che non può affatto mancare nella biblioteca di ognuno di noi.

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