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Ragusa Sottosopra

n.4 del 04/09/2008

Lo studio

Tania Incardona, architetto

foto articoloIPOTESI PROGETTUALE DI ACCESSIBILITÁ E FRUIBILITÁ DEL PARCO ARCHEOLOGICO DI KAMARINA
Lo studio si concentra sulle potenzialità culturali e turistiche del sito da intendersi come una vera e propria struttura economica territoriale

L’area archeologica di Kamarina, situata lungo un litorale ricco di caratteristici centri balneari, oggi occupa, nell'ambito della provincia di Ragusa, un posto di primo piano nel panorama dei beni culturali del territorio.
Kamarina è un’area archeologica esaltante anche dal punto di vista paesaggistico e va scoprendo i suoi misteri e segrete ricchezze grazie agli scavi che continuano in tutto il circondario.
Di grande importanza è la sede museale in cui, attraverso un percorso articolato, viene illustrata la storia politica, civile ed economica della città di Kamarina, il suo sviluppo urbanistico, i più importanti monumenti e la produzione materiale ed artistica. Il Museo, allocato in una costruzione rurale di fine ottocento, esempio significativo di una tipologia residenziale agricola molto diffusa nella fascia costiera iblea, insiste nel sito dell’acropoli dove sorgeva il tempio di Athena, i cui resti sono ancora visibili all'interno di uno degli ambienti e si articola in diversi corpi di fabbrica organizzati attorno ad uno spazio centrale aperto su due lati verso la campagna. La complessità del sito archeologico e la sua estensione fanno sì che oggi risulta di difficile fruibilità, tenuto conto anche delle modeste risorse economiche pubbliche rivolte alla sua gestione operativa-organizzativa, manutentiva e di ricerca.
Dal punto di vista concettuale, oggi una zona archeologica non va relegata primariamente solo agli studiosi e/o addetti ai lavori, ma deve essere letta e fruibile dalle nuove generazioni in quanto intesa come opportunità educativa di scoperta e di conoscenza delle culture, delle tradizionifoto articolo e delle civiltà del passato.
Esse vanno inquadrate come strutture economiche territoriali, capaci di attirare un grosso flusso turistico e culturale, generando opportunità di occupazione lavorativa, di attività indotte e di un afflusso economico, anche privato, capace di consentire una loro autonoma gestione sotto tutti i punti di vista. Queste aree devono, a mio avviso, consentire di essere fruibili in un arco di tempo annuale il più ampio possibile e non limitato, come spesso oggi accade; esse prioritariamente devono contenere tutte le opportune infrastrutture ed attrezzature per essere agevolmente fruite ed esplorate, devono ancora essere contenitori di scambi culturali e di attività didattica a tutti i livelli.
In particolare il sito di Kamarina potrebbe usufruire dell'afflusso turistico del vicinorio Club Med (che addirittura nel suo interno ha inglobato dei resti archeologici), della sua particolare posizione baricentrica nell'abitato del territorio della provincia di Ragusa, della sua vicinanza agli importanti centri storici riconosciuti patrimonio dell’UNESCO, quali Ragusa, Comiso, Modica, Scicli, senza tralasciare la breve distanza dai luoghi di “Montalbano”, oggi meta di molti visitatori. Tenuto conto delle premesse progettuali si è primariamente individuata una nuova strategia di accesso e di fruibilità dell'area archeologica, attraverso una razionale individuazione dei punti di accesso e dei percorsi interni ed esterni che tenessero in debito conto la posizione del sito nei confronti della viabilità territoriale e la possibilità di inserimento di tutta una serie di servizi ed infrastrutture (attività commerciali-espositive, viabilità pedonale, servizi igienici, posto di ristoro ecc.) a supporto dell'area, tali da consentire ai fruitori/visitatori una prolungata ed articolata permanenza nel sito. Successivamente, puntando al recuperfoto articoloo ed alla valorizzazione del sito, all'interno dell'area del parco archeologico di Kamarina, si è proposto progettualmente di attrezzare le aree non ancora esplorate ai bordi del percorso/asse principale interno con un ampio giardino naturalistico dalla forma irregolare con tipiche essenze locali che conserva inalterato l'andamento naturale del terreno. Il giardino diviene così sia luogo di attrazione, sia fonte di arricchimento dell'intero parco, sia esaltazione delle sue caratteristiche naturali ambientali.
L'area interessata è stata divisa in tre diverse zone, ognuna con caratteristiche differenti: giardino dei sensi, giardino delle erbe, giardino bioenergetico; esso è attraversato da un unico percorso pedonale, attrezzato con apposita cartellonistica, che crea una direzione di visita obbligatoria e collega le altre aree del parco archeologico.
Nel giardino dei sensi il verde è stato pensato per offrire delle essenze che stimolassero i sensi dell'uomo. E'suddiviso in cinque aree in cui le specie botaniche sono state individuate in funzione delle caratteristiche del fogliame dei fiori e dei frutti, nel rispetto delle essenze naturali tettoniche. Il primo senso che si incontrerà sarà l’olfatto, si giunge poi nell’area del tatto, del gusto e dell'udito. Il giardino delle erbe è un giardino botanico con l'obiettivo di conservare e coltivare piante di interesse medicinale e aromatico. Il giardino bioenergetico fa parte di una nuova tecnica di giardinaggio che consente di arricchire i parchi ed i giardini di ampi spazi dove vengono diffuse le virtù terapeutiche, rilassanti o stimolanti delle piante più benefiche per l'uomo. Per consentire una razionale e consona copertura dei resti archeologici già messi in luce, e consentire anche un’agevole e non invasiva fruizione degli stessi reperti, sono state proposte progettualmente delle nuove ed foto articoloinnovative coperture, dotate di apposite passerelle nelle zone dell’Agorà e della Casa dell’Altare.
Quest’area dell'Agorà, situata ai piedi dell'acropoli e che si estende su una superficie di 20.000 mq, è il cuore dell’acropoli, il centro economico oltre che morale e politico della città, occupa uno spazio generalmente di forma rettangolare dove il popolo si riuniva in assemblea.
L’area della “Casa dell’altare” con i suoi resti risalenti all'età repubblicana, è così definita per la struttura sacra posta al centro del cortile, attorno al quale sono disposti vari ambienti. Oggi queste aree presentano una copertura del tipo a capanna, realizzata mediante una struttura verticale ed orizzontale formata da profili tubolari metallici da ponteggio e da pannelli in ondulina di fibre di vetro posti orizzontalmente.
Allo stato attuale si può riscontrare un cattivo stato di conservazione, in quanto i giunti ed i tubolari metallici risultano corrosi e ossidati, con presenza di ruggine; la copertura in fibre di vetro è in gran parte deteriorata, con conseguente perdita della sua funzione protettiva.
Infine è stato riproposto un nuovo percorso pedonale, munito di pedane in legno e parapettini, in modo da rendere agevole e funzionale la percorribilità interna del parco, tenendo nel dovuto conto l’accessibilità e la fruizione ai diversamente abili; detto percorso trova una sua esaltante e naturale connotazione in una struttura modulare in legno, posta lungo il costone a fronte mare, che consentirà l’affaccio in sicurezza e l’am-mirazione del meraviglioso panorama della costa e del sottostante litorale sabbioso, intendendo necessario ed opportuno valorizzare le notevoli caratteristiche naturali e paesaggistiche del lato fronte mare, oggi non apprezzabili ed al quale si deve tutta la grandezza e la potenza dell’antico centro di Kamarina.

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