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Ragusa Sottosopra

n.4 del 04/09/2008

L'opera

Gaetano Cosentini, storico

foto articoloNell'ambito dei lavori di consolidamento del versante della discesa S.Leonardo, recuperata l’antica scalinata che collegava il quartiere Filanda-Archi con la vallata. L'intervento ha messo in evidenza la naturalità del sito limitandosi a svelarne i segni della storia

Per le antiche scale. Così verrebbe significativo esprimere il contenuto dell'opera di ripristino degli accessi al quartiere ibleo “Archi”, indirizzata con tanta attenzione e con la necessaria passione dal Rup ing. Carmelo Raniolo del Settore Centri Storici. Un'operazione degna di lode per due motivi: la modalità della realizzazione nel rispetto e nell'evidenziazione del percorso e, nel contempo, la grande possibilità di fruire della storia nostra che così intelligentemente si lega all'intero patrimonio materiale e intangibile. La grande scalinata che inizia vicino al greto del torrente San Leonardo, proprio dinanzi ai ruderi della chiesa dedicata al santo citato, accede con tre ramificazioni al quartiere “Archi”. Un ramo si dirige verso San Rocco, il mediano alla Filanda Donnafugata e a piazza Repubblica, il terzo al quartiere Penninelli. La scalinata segue la necessità viaria di un tempo, quando, data l'orografia del tratto, si poteva procedere a piedi o a dorso di quadrupede ifoto articolon un percorso trafficato sia per gli approvvigionamenti alimentari (derrate varie ma soprattutto grano e prodotti di molitura) sia per recarsi alle zone agricole lungo il torrente e sulle colline da contrada Rose in poi, sia anche per gli insediamenti agricoli lungo il torrente, con coltivazione di ortofrutta. Notiamo anche che la scalinata in questione costituisce il prolungamento della grande scalinata che dal San Leonardo conduce alla cava Ciaramiri, cava Misericordia e ai cosiddetti “Tunni ra Nunziata”, zona ricca di mulini ad acqua. Nella parte vicina al torrente si sovrappone ad essa il tratto interinale del cosiddetto Itinerarium Antonini relativo al nostro areale, già iniziato nel III secolo D. C.. Nei lavori di ripristino si sono potuti evidenziare alcuni elementi importanti come lo svolgimento altimetrico del percorso per consentire la massima agibilità e nel contempo consentire una viabilità fruibile per uomini ed animali.
Infatti sono ben visibili i percorsi che assicuravano la stabilità dei quadrupedi con mini impronte nel selciato che evitavano incertezze di passo o eventuali slittamenti, unitamente a percorsi per le persone con piccoli scalini a latere. Interessante è il sistema del selciato in calcare duro in quanto le pietre sono accuratamentefoto articolo sistemate con profonde radici nel terreno, mentre in alcuni tratti è realizzato un selciato minore con ghiaia di fiume, di varia grandezza.
Nel rifacimento è oggi possibile vedere anche il sistema di canalizzazione delle acque provenienti da quote più alte del torrente. Infatti sin dal tratto sotto l'attuale ponte ferroviario cominciano le prese con canali che portavano acqua sui due versanti del fiume per uso irriguo. A questi si deve aggiungere l'approvvigionamento idrico dell'antica Filanda, cui era indispensabile per avere forza motrice dentro l'opificio. Di codesta attività sono anche visibili le condotte di espurgo dell'acqua che defluivano verso il basso, sotto l'orto dell'antico palazzo Cosentini Donnafugata.
Nel grande bastione è ben visibile la porta murata che oggi è muro contenitore per l'orto, mentre forse un tempo era accesso ad altre situazioni topografiche che ignoriamo. Le attività della filanda si conclusero intorno al 1874 per vicende ben note, e nel muro è ancora visibile, sopra la scalinata, una data incisa su pietra relativa a lavori di ripristino e manutenzione: 1858 C L.
Ci auguriamo che la popolazione capisca l'importanza storica e paesaggistica del lavoro eseguito per aggiungere un tassello alla nostra millenaria storia in un posto che ifoto articolol degrado aveva relegato ad una pista di motocross, sicuramente poco sensibile ai risvolti del nostro passato.

I lavori di “risanamento e consolidamento del versante discesa San Leonardo” sono stati finanziati con fondi dell’Assessorato Regionale Territorio ed Ambiente con D. D. G. n. 1393 dello 07.12.2006, per un importo complessivo di € 890.758,10. L’area di intervento, a seguito della richiesta di finanziamento, è stata ritenuta meritevole di attenzione ed è stata inserita dall’Assessorato Territorio ed Ambiente nel PAI (Piano di Assetto Idrogeologico) del bacino idrografico del Fiume Irminio e dell'area tra il fiume Irminio e torrente di Modica (fiume Scicli), di cui alla Misura 1.07 (Protezione consolidamento versanti, centri abitati e infrastrutture) e secondo le previsioni del POR SICILIA 2000/2006.
Durante il corso dei lavori, per circostanze sopravvenute e imprevedibili al momento della stipula del contratto, è stato necessario redigere una variante, nell’ambito dell’importo ammesso a finanziamento, finalizzata al miglioramento dell’opera e alla sua funzionalità, consentendo all'amministrazione di raggiungere l'obiettivo iniziale del progetto (risanare e consolidare il versante) unitamente alla salvaguardia di significative preesistenze legatfoto articoloe alla storia della città.
Lo stato dei luoghi immediatamente prima dell’inizio dei lavori si presentava interamente colonizzato da una fitta vegetazione arbustiva spontanea che in certi punti ostruiva completamente l'accesso. La vecchia viabilità era completamente scomparsa sotto le frane che si erano innescate a partire dal dicembre 1984 a causa di condizioni atmosferiche particolarmente avverse. I modesti interventi in precedenza effettuati hanno avuto il carattere della provvisorietà e i coraggiosi fruitori dei luoghi si sono serviti di percorsi alternativi provvisori e precari perché continuamente modificati dal libero ruscellare delle acque piovane lungo la pendice e dalle ruote di potenti moto che a diversi appassionati hanno permesso di esibire la propria abilità di crossisti.
Alcune strutture emergenti, anche se rimaneggiate, unitamente a ricordi e testimonianze di cittadini del quartiere (particolarmente preziose sono state le conversazioni con il prof. Gaetano G. Cosentini) hanno permesso di iniziare i lavori con la consapevolezza di andare incontro a delle sorprese, ma con la certezza di raggiungere l'obiettivo del risanamento e consolidamento del versante ripristinando la vecchia viabilità e quanto ad essa connesso attraverso la riconfigurazione plano/vfoto articoloolumetrica dei luoghi. Così è stato! Tale riconfigurazione è avvenuta attraverso il riutilizzo del materiale franato sia esso di natura lapidea o di natura terrosa. I muri sono stati ricostruiti quasi interamente con il riutilizzo del materiale lapideo recuperato e appositamente selezionato, mentre i terrazzamenti sono stati formati con l'utilizzo del materiale terroso bloccando il suo inevitabile scivolare per depositarsi verso il fondo valle. Le nuove strutture sono state erette sulle vecchie fondazioni e in alcuni tratti hanno inglobato vecchie murature rimaneggiate, ancora staticamente affidabili, che hanno avuto l'importante scopo di imporci le direzioni da seguire e le altezze da ricomporre. La zona è caratterizzata dalla presenza di acque drenanti dai soprastanti ammassi terrosi che sono state riconvogliate dentro preesistenti sistemi di canalette ripristinate. La scalinata, che si diparte da via Ponticello fino al letto del torrente San Leonardo, è stata resa percorribile in parte rifacendo le parti mancanti con l’utilizzo di materiale simile a quello di precedenti interventi e in parte recuperando accuratamente la vecchia struttura che era stata sommersa dal materiale franato. Riportare alla luce la vecchia scalinata ha comportato un lavoro manuale non indifferfoto articoloente, condotto con molta attenzione e passione dai tecnici incaricati e dagli operai rimasti inevitabilmente coinvolti emotivamente dalla lettura di segni appartenuti al passato. Durante il corso della giornata lavorativa avvenivano continui scambi di informazioni e sensazioni fra gli operai addetti alle diverse mansioni. Così mentre Giuseppe, Vincenzo, Pino, Nuccio, Loreto si occupavano del ripristino delle strutture, Salvatore e Agostino mettevano a nudo, con mezzi assolutamente manuali, le vecchie fondazioni delle strutture murarie avvalendosi anche dei suggerimenti da parte dei tecnici dell'impresa, geom. Grasso e geom. Cascio, che hanno assicurato il proprio contributo alla riuscita dell'opera con una presenza attiva e cooperante.
Ad evitare che la scalinata così faticosamente recuperata ridiventi una pista per motocross, agli ingressi sono stati installati dei dissuasori in calcare duro sagomati simili a quelli già esistenti in vari siti del quartiere barocco. Apprezzamenti al lavoro svolto sono stati fatti in corso d'opera (28.05.2008) dal collaudatore arch. Roberto Palombo appositamente nominato dall'Assessorato Regionale Territorio ed Ambiente. Il collaudo finale si concluderà a breve scadenza e comunque non appena saranno definiti gli atti contabili finali.


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