Inizio Pagina

Stampa questa pagina

Ragusa Sottosopra

n.2 del 07/04/2008

Pregevole il restauro della suggestiva tela ottocentesca
del Pollace conservata presso la chiesa della Badia

Carmelo Arezzo, giornalista

foto articoloNon è rimasto isolato l'intervento di restauro con il quale il Rotary Club di Ragusa, nel corso dell'anno sociale 2005-06, ha celebrato il proprio cinquantenario di attività nella città incaricando, di concerto con la Soprintendenza di Ragusa retta allora da Enza Cilia Platamone, la giovane valente restauratrice modicana Gaetana Ascenzo di recuperare, ripulire e restituire alla sua iniziale straordinaria forza espressiva, di grande intensità e luminosità, la più grande delle cinque tele che Tommaso Pollace, nei primi anni del 1800, realizzò espressamenfoto articolote per la chiesa del Collegio di Maria.
Infatti è di questi giorni la notizia che lo stesso Rotary Club, in collaborazione con altri clubs service della città, ha avviato l'iter per il restauro, anche questo affidato alla stessa professionalità del primo intervento, di un'altra delle tele della chiesa, progettando di fatto un graduale organico recupero dell'intero patrimonio artistico della preziosa chiesa, tanto cara ai ragusani per la sua pregevole architettura ma anche per i tanti aspetti storici e di tradizione che il tempio, voluto dalla nobildonna foto articoloFelicia Schininà di Sant’Elia, si porta appresso come qualificante retaggio culturale. Tommaso Pollace, allievo di Vito D'Anna, realizzò numerose opere a Ragusa, ma l’occasione di un'unica committenza per l'intero apparato iconografico da collocare nella chiesa di Maria SS. Addolorata rappresenta anche sul piano documentario una interessante occasione storica. “I dipinti rispondono - scrive Giuseppe Antoci, sacerdote, nel suo intervento in un ricco opuscolo illustrativo del restauro stampato dallo stesso Rotary - ad un preciso programma iconografico lfoto articoloegato alla istituzione educativo-religiosa del Collegio di Maria; il dipinto dell'altare maggiore indica il titolo del Collegio e della Chiesa stessa mentre i dipinti degli altari laterali raffigurano temi legati alla verginità ed alla consacrazione religiosa femminile”.
La tela già recuperata raffigura, nel rispetto di quanto concordato in sede di committenza delle opere, Maria SS. Addolorata e Crocefisso in braccio coll'altre figure competenti alla scesa della croce e, nel solco classico della “deposizione dalla croce”, emergono incisive lfoto articoloe figure di Maria Maddalena, San Giovanni Evangelista, Nicodemo e Giuseppe d'Arimatea con alcuni angeli che piangono per la morte del Cristo. Lo stato di manutenzione della grande tela, della dimensione di 3,15 metri per 4,42, realizzata nel 1802, era abbastanza precario, in quanto segnato da alterazioni nei valori cromatici e dalla presenza oltre che di numerosi strati di polvere, anche di sporco sovramesso, di macchie di calce e di escrementi di piccione. Il recupero è stato impegnativo ma di grandi risultati, in quanto si è potuto recuperare, come oggi pfoto articoloossono ammirare i visitatori, non numerosi purtroppo per la concomitante impossibilità di accedere alle tante chiese chiuse della nostra città, la lettura di molte zone che erano in ombra, illuminare gli scuri di fondo che sembravano appiattiti, riscoprendo un felicissimo gioco prospettico e il giusto equilibrio tra le luci e le ombre. E' venuta fuori un'opera pittorica di grande interesse per la storia dell'arte della prima parte dell'800 siciliano. La figura del Cristo deposto, la eleganza dei panneggi del suo lenzuolo, e delle vesti dei personaggi, glifoto articolo sguardi che si incontrano tra gli angeli ed il Cristo, la movimentazione convincente delle figure colte in un dinamismo attento e sussurrato, in uno sfondo di incantevole pulizia decorativa, fanno di questa opera una tela di grande livello artistico, livello che è presente anche nelle altre quattro opere di minore grandezza, che la chiesa ospita e delle quali si attende presto il recupero ed il restauro.
L'intervento di restauro ha interessato anche la cornice lignea, posteriore rispetto alla tela, ed ha permesso oggi di impreziosire l’altare maggiore dfoto articoloel presbiterio con una valorizzazione del patrimonio d'arte mobile di cui dispone la nostra città. L'Opera Pia, proprietaria della chiesa e delle opere del Pollace, ha colto con la propria presidente, avv. Patrizia Gurrieri, la rilevanza di questa azione di recupero, perché la valorizzazione del nostro passato è il solo percorso plausibile per guardare con attenzione al nostro futuro, che è fatto anche di valorizzazione in chiave turistica e culturale del nostro patrimonio. Guardando la tela del Pollace recuperata, in questa sua luce quasi magica, immaginfoto articoloando le altre quattro tele della chiesa tra pochi anni riportate anch'esse alla loro dignità della fattura originaria, calando il tutto nella programmazione di una rivitalizzazione intelligente del centro storico di Ragusa superiore, si coglie probabilmente la rilevanza di una città che non solo è città d'arte come ormai ci ricordano le guide, i mass-media ed i riconoscimenti internazionali dell'Unesco - ma è anche lo spazio vissuto di una popolazione intelligente che ama il proprio ambiente e che nella propria storia proietta la sua specifica identità.

Aggiungi questo link su:

  • Segnala via e-mail
  • Condividi su Facebook
  • Condividi su OKNOtizie
  • Condividi su del.icio.us
  • Condividi su digg.com
  • Condividi su Yahoo
  • Condividi su Technorati
  • Condividi su Badzu
  • Condividi su Twitter
  • Condividi su Windows Live
  • Condividi su MySpace
Torna a inizio pagina