Inizio Pagina

Stampa questa pagina

Ragusa Sottosopra

n.1 del 11/02/2008

Gli strumenti dei servizi sociali per il lavoro

Rocco Bitetti, Assessore di Servizi Sociali

foto articoloOltre al sussidio l'istituzione di borse lavoro e la sperimentazione del servizio di accompagnamento al lavoro per dare risposte più efficaci al disagio di chi è senza lavoro o vive con redditi al di sotto della soglia di sopravvivenza
Uno degli aspetti più complessi che un'amministrazione comunale si trova ad affrontare è senza dubbio il recupero sociale dei cittadini appartenenti alla fascia del cosiddetto disagio. Ma chi sono i “disagiati”? E cosa significa recuperarli ?
Non è facile rispondere perché il termine disagio comprende una tipologia estremamente varia di problematiche, ecco perchè mi limiterò a trattare del disagio derivato da una mancanza di adeguato reddito per condurre una vita dignitosa da soli o in famiglia. Non vi è dubbio che la mancanza di reddito sia sinonimo di mancanza di lavoro o di adeguata copertura pensionistica, ed in entrambi i casi l'assessorato ai servizi sociali ha una funzione vicariante rispetto a tali problematiche in quanto non dovrebbe procurare lavoro e non dovrebbe erogare pensioni.
Ciononostante è proprio l'assessorato a dover affrontare pressoché quotidianamente tale cronicità. Le risorse che in bilancio vengono appostate ogni anno non superano di solito il milione di euro e vengono utilizzate prevalentemente per fornire il cosiddetto sussidio a chi ne fa richiesta e possiede i requisiti, quindi dopo una valutazione dell'assi-stente sociale che “prende in carico” la persona in difficoltà. Il messaggio che in questi mesi abbiamo cercato di far passare è che il sussidio è uno strumento temporaneo di intervento e non una pensioncina come qualcuno negli anni l'ha considerato. Tale strumento serve solo a risolvere un momento di difficoltà in attesa di un recupero lavorativo definitivo che consenta l'acquisizione di un reddito costante o il riconoscimento di un trattamento pensionistico. In realtà il recupero lavorativo spesso, ma non sempre, tanto atteso non arriva ed è per questo che stiamo sperimentando nuovi strumenti per facilitarlo: uno di questi è il cosiddetto SAL (servizio di accompagnamento al lavoro). Abbiamo selezionato una società, l'ADECCO, che si occupa di reperire sul territorio posti di lavoro attraverso una selezione del personale ed un contatto con le realtà produttive, favorendo quindi l'incontro fra chi cerca e chi dà lavoro; questa società inoltre ci fornisce la possibilità di corsi di formazione da realizzare in tempi abbastanza brevi (è da poco iniziato un corso di formazione per camiciaie al quale partecipa un gruppo di signore che per la loro età sono fuori dal circuito del lavoro). Alla fine dell'anno in corso valuteremo l'efficacia del SAL, per decidere se rifare l'espe-rienza o meno. Nel gruppo selezionato dalla suddetta società ci sono persone disposte ad impiegarsi anche fuori Ragusa. Un altro strumento sono le borse lavoro con le quali è possibile svolgere un periodo di apprendistato presso aziende alla fine del quale sarebbe auspicabile l'assunzione dell'al-lievo. Quest'ultima strategia ha dato risultati interessanti tant'è che nel piano di zona 2007-09 abbiamo rifinanziato il progetto “Itinerario Lavoro” al cui interno si trovano le borse suddette. Dovrà essere interesse dell'equipe migliorare i punti deboli del progetto, uno dei quali è consistito nella poca sensibilizzazione delle organizzazioni datoriali in generale e delle singole aziende in particolare: poca attenzione, probabilmente, è stata data alle motivazione sul perché è utile per un'azienda fruire delle borse lavoro e comunque, più in generale, serve avviare un rapporto di collaborazione più solido con le aziende stesse; d'altro canto probabilmente occorrerà motivare meglio anche i nostri utenti che si dovessero trovare ad utilizzare una borsa lavoro. Ciò che stiamo tentando di fare, e credo si legga fra le righe, è un cambio culturale della propria condizione di disagio dei nostri utenti che vorremmo si modificasse, nel senso che sarebbe auspicabile che prendessero coscienza del fatto che un problema non si risolve con un atteggiamento passivo, di attesa, aspettando solo che qualcuno lo risolva, ma grazie alla personale spinta e voglia di risolverlo, anche con l'aiuto dei servizi sociali che da solo non basta.
Sembrano strani discorsi, ma in realtà troppo spesso incontriamo persone che hanno perduto il senso della responsabilità, che hanno perduto la voglia di fare e che sono convinti che la responsabilità del loro malessere siano gli altri, che devono prendersi cura di loro globalmente ed in maniera assoluta:ecco perché talvolta temiamo che qualcuno di loro verrà a chiederci anche il pacchetto delle sigarette!

Aggiungi questo link su:

  • Segnala via e-mail
  • Condividi su Facebook
  • Condividi su OKNOtizie
  • Condividi su del.icio.us
  • Condividi su digg.com
  • Condividi su Yahoo
  • Condividi su Technorati
  • Condividi su Badzu
  • Condividi su Twitter
  • Condividi su Windows Live
  • Condividi su MySpace
Torna a inizio pagina