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Ragusa Sottosopra

n.1 del 11/02/2008

La chiesa di Santa Maria dei Miracoli
Un progetto di restauro e di riuso

Giusi Brunelli, architetto

foto articoloLa tesi affronta il tema della fruibilità del monumento individuandolo come polo di informazioni turistiche
La chiesa di Santa Maria dei Miracoli, nata come chiesa rupestre, fu edificata, in data non precisa, agli inizi del Seicento a Ragusa Ibla.
La chiesa risulta essere in perfetta sintonia con le tendenze culturali e architettoniche, tra manierismo e barocco, del periodo storico in questione.
Alle credenze religiose del tempo sono da ascriversi le motivazioni della sua ubicazione al di fuori delle mura della città. È importante sottolineare che molte chiese di pellegrinaggio del XV-XVI sec. furono costruite nei luoghi dove avvenivano i miracoli fondatori al fine di custodire le immagini miracolose. È questo il caso della chiesa di Santa Maria dei Miracoli. Infatti la leggenda racconta che questo tempio maggiore fu edificato nel luogo dove si ebbe un'apparizione della Madonna. Ovviamente queste credenze condizionarono notevolmente committenti e architetti che dovettero sempre subordinare al luogo, foto articolola struttura architettonica della chiesa: la collocazione dell'altare, il suo orientamento, la collocazione dell'immagine miracolosa sopra l'altare maggiore, la stessa pianta del progetto. Nel caso in esame è probabile che l'architetto avesse inizialmente l'idea di realizzare un ottagono regolare, idea che dovette abbandonare a causa del sito, poiché a nord vi era la parete rocciosa ed a sud la vallata, quindi l'ottagono risulta irregolare, schiacciato lungo un asse.
La copertura della chiesa non è quella pensata originariamente dall'architetto poiché per le concezioni di quel periodo risulta impensabile che una pianta ottagonale fosse coperta da un tetto a due falde. Il disegno originario probabilmente prevedeva una cupola o un tetto a padiglione, ma la mancanza di denaro e la diffusione della peste dovettero determinare una scelta d'urgenza. Per realizzare la copertura, quindi, all'interno furono eretti due arconi sopra ai quali fu alzato un muro di coronamento che cinge l'intera chiesa, per alloggiare una cfoto articoloopertura di epoca successiva. Ciò è testimoniato dalla differenza della muratura; infatti si riscontrano due fasi costruttive, la prima riguarda la pianta e l'alzato, la seconda riguarda il coronamento del tetto privo di orizzontamenti. L'accesso alla chiesa era possibile attraverso tre ingressi. Il prospetto principale è caratterizzato da un arco a tutto sesto sormontato da una trabeazione, i suoi valori plastici sono esaltati dalla ristrettezza dello spazio in cui si inserisce, con una soluzione manierista, che è ribadita nella definizione del cornicione rettilineo e dei mensoloni laterali. Sopra la chiave di volta, come nei capitelli, vi è una foglia di acanto rovesciata, sulla quale si notano tracce di una corona, probabile simbolo della famiglia committente, la famiglia La Restia, o simbolo della corona mariana. I due prospetti laterali presentano due porte ioniche sormontate da una fascia e un arco spezzato, sopra vi è una finestra rettangolare che riprende i motivi delle porte, le quali si differisconfoto articoloo solo per la diversa raffigurazione delle due coppie di cupidi. I prospetti adiacenti alla roccia non presentano decorazioni architettoniche; essi sono chiusi da paraste angolari che creano spazi rettangolari rigidi sovrastati da una cornice superiore lineare. L'attuale ingresso, sul lato sud-est, fu realizzato dopo il 1951 quando la chiesa venne chiusa al culto e venduta ad un privato che la utilizzò come deposito.
All'interno come all'esterno si evincono in tutti gli angoli le paraste e il cornicione. Nella parete di fronte al portale principale vi è una nicchia rettangolare sotto la quale probabilmente era collocato l’altare maggiore.
Nella parete adiacente all'attuale ingresso vi è un ambiente scavato nella roccia annesso alla chiesa successivamente per ingrandire il deposito; probabilmente si tratta di un intervento posteriore, ciò è evidente dalla presenza della parete di chiusura in mattoni forati e calcestruzzo. Un'altra nicchia ad arco a tutto sesto si trova nella parete nord, sotto la quale foto articolosi notano le tracce di una apertura tamponata che probabilmente, come nella parete adiacente in direzione est, portava nelle grotte o alla chiesa rupestre. Le finestre che esternamente sono rettangolari all'interno sono formate da un arco a tre centri ribassati. Della pavimentazione rimane solo una traccia al centro, formato da blocchi squadrati di pietra di pece. L'intervento progettuale da me proposto si rivolge prima al consolidamento delle lesioni al piede della chiesa dovute a cedimenti di fondazione e traslazione orizzontale e a qualche modesto segno di rotazione in sommità dei pannelli murari. Per risolvere tale problema, vista la geologia del luogo, riterrei opportuno progettare un sistema di tiranti che eviti il procedere del fenomeno gravitativo in atto.
Per quanto riguarda l'elevato avrei previsto due ipotesi di miglioramento antisismico, per evitare il ribaltamento verso l'esterno dei pannelli murari: cerchiatura esterna e tirantatura all'interno in corrispondenza degli arconi.
La cerchiatura estefoto articolorna calcolata avrebbe la funzione di realizzare la continuità dell'edificio e di renderlo scatolare, affinché possa resistere agli sforzi che hanno generato le lesioni. La cerchiatura dovrebbe essere realizzata con fasce metalliche legate tra loro tramite tre bulloni e collegata alla parete rocciosa tramite due tiranti.
Poiché il prospetto presenta decorazioni sporgenti il posizionamento delle fasce potrebbe avvenire o smontando le lesene per poi reinserirle o posizionandole sopra le lesene e riempiendo lo spazio rimanente con malta a latte di calce.
Le tirantature metalliche servirebbero a vincolare le pareti e a garantire un comportamento scatolare dell'edificio. Visti i dissesti si dovrebbero inserire in fondazione dei pali radice. La caratteristica rilevante del palo radice, impiegato in lavori di sottofondazione, è la pronta risposta nei confronti di qualsiasi movimento della struttura.
Una sottofondazione a pali radice non annullerebbe la fondazione, bensì avrebbe una funzione complementare; infattifoto articolo i pali entrerebbero in funzione solo se la chiesa dovesse cedere, in quel caso, la palificata risponderebbe assumendosi parte del carico e riducendo nel contempo la sollecitazione sul terreno. Il progetto di riuso in cui sono stati lasciati inalterati gli elementi costruttivi con la razionalizzazione dello spazio interno, prevede la realizzazione di un polo di informazioni turistiche.
Per permetterne la fruizione all'interno si prevede una sala d'attesa, due postazioni internet, uno spazio adibito alla proiezione di materiale informativo riguardante Ragusa e provincia fornito di 16 posti a sedere. Verrebbe realizzata una rampa di accesso rivestita in pietra locale sormontata da una ringhiera in acciaio e vetro che permetterebbe una visione totale della chiesa.
Le tre porte d'ingresso verrebbero messe in funzione e l'accesso per le persone disabili garantito da una scivola posta lateralmente.
I bagni verrebbero realizzati all'esterno del manufatto ad un livello inferiore per non alterare l'aspetto visivo d'insieme.

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