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Ragusa Sottosopra

n.1 del 08/02/2010

Immigrazione, identità ed uso dei centri storici

Giovanni Cosentini, Assessore allo sviluppo economico

foto articoloImmigrazione, identità ed uso dei centri storici.
Il caso della città di Ragusa

Illustrata a Roma l'esperienza iblea in un simposio organizzato lo scorso dicembre dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali con il patrocinio del Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro


Quando si studia una comunità, ci si confronta con una grande quantità di problemi. Si tratta di capire se essi sono tutti ugualmente centrali per la comprensione di ciò che conferisce ad un gruppo di persone il suo carattere specifico, il carattere di una comunità.... Quali sono, detto in altre parole, gli aspetti comunitari specifici di una comunità? La risposta a questo genere di domande è, a prima vista, piuttosto semplice e forse anche ovvia. Ci si riferisce evidentemente a quell'insieme di rapporti fra persone che si sono organizzate sulla base di una “unità residenziale” cioè a partire dal posto nel quale esse vivono abitualmente(.). Le persone entrano reciprocamente in rapporti quando fanno affari, quando lavorano, pregano, ecc.. Ma le persone entrano in rapporto anche quando vivono insieme nello stesso posto, quando costruiscono le loro case nella stessa località. Le interdipendenze che si stabiliscono fra di loro come abitanti di case, nelle quali dormono, mangiano e allevano i figli, sono le interdipendenze specifiche di una comunità. Questa riflessione del sociologo Norbert Elìas, a proposito di “integrati ed outsiders”, tratta dal suo “The Established and out-siders”, seppur relativa agli anni '60, risulta quanto mai attuale alla luce degli straordinari cambiamenti che le nostre comunità urbane stanno subendo con l'arrivo di cittadini stranieri.
Le città si offrono come uno straordinario laboratorio di osservazione dei processi culturali contemporanei, ove si intrecciano e si sovrappongono la dimensione locale e quella globale, si rimescolano e si contaminano etnie, culture e religioni diverse entro un mosaico di comunità sempre più plurali. La compresenza di gruppi ed etnie diverse, originari da tutti i continenti, contribuisce a disegnare un inedito panorama antropologico delle nostre comunità a partire dalla geografia urbanistica.
La disponibilità di un luogo privato dove alloggiare e sviluppare la propria esistenza è un bisogno imprescindibile per ogni essere umano.
Dopo il lavoro l'abitazione rappresenta il fattore che più incide sull'integrazione dell'immigrato nel tessuto sociale che lo accoglie. Vecchi spazi urbani vengono così rimessi in funzione, antiche abitazioni del centro storico delle nostre città, prima disabitate, vengono “occupate” dalle nuove famiglie straniere; piazze, piccoli spazi, si trasformano in punti di incontro o di riunione tra immigrati. La città dunque si ridisegna ed assume una nuova morfologia culturale.
La comunità ragusana non è esente dalle trasformazioni culturali dovute all'immigrazione.
Sono evidenti i segni della presenza stabile di cittadini stranieri nella nostra città. Si moltiplicano infatti gli esercizi commerciali che vendono prodotti stranieri, i centri import-export orientali, i punti di telefonia internazionali, gli sportelli finanziari per l'invio delle rimesse. La presenza straniera, infatti, nella nostra comunità è un fenomeno di vecchia data che è cresciuto costantemente in questi ultimi anni, passando dai circa 1.076 residenti del 2001 ai 2.496 residenti stranieri nel 2008 e che rappresentano il 3,4% della popolazione residente. Il fenomeno ha interessato principalmente il quartiere di Ragusa Centro in cui risiedono più del 40% delle famiglie extracomunitarie.
Altro dato interessante riguarda le richieste di accesso al contributo per il canone di locazione previsto dall'art. 11 della L. 431/98 e presentate per l'anno 2007 (ultimo dato aggiornato); le istanze presentate da cittadini extracomunitari che vivono regolarmente a Ragusa da almeno 5 anni rappresentano il 21% del totale delle richieste. Di queste circa il 70% riguardano cittadini extracomunitari residenti nel centro storico di Ragusa superiore. Massiccia è anche la presenza di alunni stranieri, per la maggior parte frequentanti l'istituto comprensivo “G. Pascoli” di via Ecce Homo e l'istituto comprensivo “M. Schininà” di via 4 Novembre, entrambi situati nel quartiere di Ragusa Centro. Tra la popolazione residente a Ragusa extra UE, il 52% è di nazionalità tunisina, seguita da quella albanese con il 25%. Per quanto riguarda, invece, la popolazione residente UE, la nazionalità prevalente è quella rumena con il 65,7% rispetto al totale UE, seguita da quella polacca con circa il 19%. Per quanto riguarda la distribuzione della popolazione straniera extra UE per genere, il dato dimostra una presenza degli uomini nettamente superiore a quella delle donne: 64,5% contro il 35,5%.
Oltre che alle diverse quote percentuali, le nazionalità si distinguono per la tipologia di immigrazione, ad esempio i cinesi tendono ad immigrare con tutta la famiglia, contrariamente ad altri gruppi nazionali in cui prevale l'immigrazione del singolo individuo che non sempre è interessato ai ricongiungimenti familiari, ma spera di ritornare al proprio paese. Ad esempio i tunisini sono maggiormente uomini e le persone provenienti dall'est sono maggiormente donne. Altro fenomeno non poco rilevante riguarda la presenza nel centro storico di Ragusa superiore di 2 centri di accoglienza residenziali per richiedenti asilo politico, capaci di accogliere circa 20 persone per centro. Si tratta di due strutture che accolgono famiglie extracofoto articolomunitarie che, sbarcando sulle nostre coste, hanno fatto richiesta di asilo politico. Questi soggetti rimangono ospiti delle due strutture per un massimo di 6 mesi, periodo necessario affinché la commissione territoriale per i richiedenti asilo si esprima in merito alla loro richiesta. Alla luce di questi pochi ma significativi elementi è possibile ritenere che la concentrazione degli extracomunitari nel centro storico possa essere connessa innanzitutto al minor costo delle vecchie abitazioni caratterizzate da monolocali o bilocali dislocati in più piani dello stesso immobile. La presenza inoltre di esercizi commerciali specializzati nella vendita di prodotti stranieri favorisce la scelta del centro storico in alternativa alla periferia.
Il Comune ha dovuto affrontare una problematica molto complessa per quanto riguarda il recupero urbanistico di zone del centro storico dove si registra una massiccia presenza di extracomunitari che fanno parte, a pieno titolo, del tessuto sociale della città. Le criticità sono rappresentate, per ciò che concerne gli extracomunitari, dai fatti di violenza, dal fenomeno della prostituzione, dalla difficile integrazione con il tessuto sociale, da atti di vandalismo a danno della cosa pubblica.
A ciò si é aggiunta la speculazione operata dai detentori di alloggi con il caro affitto applicato a carico dei cittadini extracomunitari che vivono in una situazione di sovraffollamento in diversi immobili del centro città. Il centro storico di Ragusa superiore sta diventando un luogo dove un numero sempre maggiore di case vecchie, che non hanno mercato immobiliare locale, invece di essere ristrutturate diventano ap-petibili per le classi più deboli ad alto rischio. Riteniamo anche che la presenza nel territorio di molte etnie e culture co-mincia ad essere vissuta come una risorsa ed una opportunità. I negozi di vicinato ed etnici sono e debbono sempre più essere una risorsa per il quartiere.
Stiamo attivando spazi di inclusione e di promozione sociale. I nostri sforzi da amministratori, attraverso il Piano Particolareggiato Esecutivo, in via di definizione, sono tesi a costruire politiche abitative più forti, in grado di rispondere al bisogno di casa di tutte le famiglie italiane e straniere, politiche capaci di dare ai cittadini stranieri la possibilità di potere chiedere il ricongiungimento familiare, co-sa che non possono fare se sono costretti a vivere in 6 o max 30 mq.; di realizzare centri di prima accoglienza per tutte quelle persone che arrivano per la prima volta nella nostra città ed hanno bisogno di un posto dover dormire; di definire politiche di inserimento vero che vuol dire mescolanza, convivenza tra culture diverse come unico modo per impedire che nascano nuovi ghetti; di affrontare il problema della tossicodipendenza e della prostituzione con politiche di riduzione del danno.La maggiore concentrazione di popolazione extracomunitaria nel centro storico superiore di Ragusa ha spinto, altresì, l'amministrazione comunale di Ragusa ad intervenire con progetti di riqualificazione urbana finalizzati ad evitare possibili fenomeni di emarginazione sociale. A tal uopo sono stati presentati, nell'ambito della costituzione del parco progetti regionale relativo all'attuazione dei Fondi F.A.S. e F.E.S.R., 3 progetti volti alla riqualificazione socio-ambientale di due aree del centro storico di Ragusa, per un importo complessivo di € 10.704.000,00. Sul versante della prevenzione di fenomeni di degrado socio-culturale, ed in particolare del contrasto alla prostituzione in alcuni quartieri del centro storico di Ragusa superiore, il Sindaco ha disposto un'ordinanza che vieta in tutto il territorio comunale l'attività di prostituzione su strada o in luoghi pubblici o aperti al pubblico. In via sperimentale il Comune ed una associazione onlus hanno intrapreso una iniziativa denominata I.S.I. (Integrazione e Sviluppo Interculturale): il progetto prevede la istituzione di un centro polifunzionale permanente che intende portare avanti programmi combinati con l'obiettivo di creare un punto di riferimento per l'o-rientamento e l'accompagna-mento degli stranieri, di promuovere attività di informazione sulle opportunità di formazione ed occupazionali presenti sul territorio, favorire l'in-tegrazione sociale degli immigrati (attraverso strumenti quali corsi di alfabetizzazione e corsi di informazione e formazione di carattere civico politico e culturale) e di promuovere i concetti di interculturalità e multiculturalismo, necessari all'accettazione di una civile convivenza, attraverso l'organizzazione di convegni, seminari e dibattiti. Ad esempio, potrebbe essere promosso annualmente il “Festival dei popoli”, tentando di inserirlo tra gli eventi della tradizione culturale ragusana come input allo sviluppo economico del territorio, oltre che come fenomeno sociale e culturale proprio di una città sensibile ai temi della integrazione culturale e della interculturalità. In conclusione si possono avanzare alcune ipotesi di lavoro futuro che devono basarsi sul sostegno alle famiglie straniere con discreti livelli di reddito nell'acquisto di abitazioni degradate (aiutandole ad effettuare anche eventuali ristrutturazioni), sulla individuazione di forme di intermediazione tra proprietari e inquilini stranieri (con un sistema di garanzia per i primi e un'integrazione economica per i secondi) e sull'accesso al cofinanziamento pubblico destinato alle imprese o a piccoli proprietari, con vincolo di affitti calmierati o con quote destinate agli immigrati regolarmente soggiornanti.

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