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Ragusa Sottosopra

n.6 del 09/12/2008

L'Arca Santa della Cattedrale di S. Giovanni

Giuseppe Antoci, incarivcato per i Beni Culturali della Diocesi di Ragusa

foto articoloE' tra i tredici capolavori d'arte italiani segnalati nelle “Giornate dell'Arte” promosse dalla Fondazione Città Italia e dal Ministero per i Beni Culturali
L'ARCA SANTA della Cattedrale di S. Giovanni

Il recente inserimento dell'Arca Santa, conservata nella chiesa Cattedrale di S. Giovanni Battista, tra i tredici capolavori d'arte italiani segnalati nelle “Giornate dell'arte”, promosse dalla fondazione Città Italia e dal Ministero per i beni culturali, ha acceso i riflettori su questo prezioso oggetto, finora noto per la sua presenza nella processione di S. Giovanni Battista del 29 agosto, anche se in una posizione di secondo piano rispetto alla statua del Santo Patrono. In realtà, fino al 1861, anno in cui venne realizzata la statua lignea del Battista, era proprio l'Arca Santa ad essere al centro della processione di S. Giovanni; era stata costruita infatti per portare in processione tutte le reliquie in possesso della chiesa di S. Giovanni e addirittura nel 1731 era stata creata una nuova strada raddrizzando e allargando la strada di S. Venera per commodo dello passaggio delle reliquie che si conducono per le strade della parrocchia nell'occasione della festività della nascita del Glorioso S. Gio. Battista e la sua ottava et altre processioni solite farsi per detta chiesa 1. Nel dicembre del 1730 i procuratori della chiesa di S. Giovanni, don Pietro Mezzasalma, don Arcangelo Cartiglia e don Valentino Dierna, incaricavano gli argentieri messinesi Pietro Paparcuri e Gaspare Garufi di realizzare unam arca argenteam per conducersi le reliquie di detto santo e di altri santi esistenti nella chiesa2 secondo il disegno da essi approvato, oggi conservato presso l'archivio di Stato di Modica.3
L'opera doveva essere pronta per il mese di foto articolomarzo del 1731 ed il prezzo pattuito era di onze 60 per il lavoro degli argentieri mentre la chiesa avrebbe fornito il metallo necessario.
Di forma parallelepipeda e munita di coperchio, la cassa, che misura cm 170x135, ha una anima lignea ricoperta di lamine d'argento sbalzato e cesellato e finiture in rame dorato. Le superfici laterali sono divise in otto riquadri da coppie di colonne con capitello corinzio e decorazioni vegetali a spirale, nei riquadri dei lati lunghi, all'interno di cornici mistilinee in rame dorato, sono collocati quattro reliquiari con reliquie di diversi santi e due rilievi in argento sbalzato con la raffigurazione della Nascita e della Morte di San Giovanni Battista.
La scena della nascita si svolge all'interno di un edificio con colonne e pavimento a scacchiera su cui spicca il bacile in cui è stato lavato il neonato e l'agnello, caratteristico attributo iconografico del Battista. Più indietro, è tenuto tra le braccia da una donna che è la vergine Maria, secondo il racconto dei vangeli apocrifi, sotto lo sguardo dell'anziano padre Zaccaria che tiene in mano la carta su cui ha scritto il nome del bambino che gli era stato rivelato dall'angelo; in fondo alla sala Elisabetta riposa sul letto dopo le fatiche del parto. Di lato compaiono l'agnello ed il bastone a croce caratteristici attributi iconografici del Santo mentre in alto, fra raggi e nubi, alcuni cherubini assistono alla scena a sottolineare che la nascita è avvenuta per intervento divino, data l'età ormai avanzata dei genitori. La scena della decapitazione del Battista è dominata dalla figura del carnefice con la spada in alto pronto a tagliare la testa del Santo, legato in ginocchio davanti a lui, di lato Salomè, accompagnata da altre due donne, tiene in mano il piatto su cui verrà deposta la testa che poi consegnerà alla madre. Sullo sfondo unfoto articoloa grata dietro cui alcune persone assistono alla scena ricorda che la decapitazione del Santo avvenne nella prigione in cui era stato incarcerato dal re Erode Antipa. Nei due lati corti sono stati inseriti due reliquiari più antichi risalenti al secolo XVII e raffiguranti il capo di San Giovanni Battista posto su un bacile di rame ed il busto di S. Maria Maddalena.
Il reliquiario del Battista eseguito nel 1641, a Catania, dagli argentieri Paolo e Cesare Aversa è considerato un capolavoro della scultura siciliana del Seicento 4 e come tale è stato esposto nella mostra L'Isola dei tesori - Meraviglie delle chiese siciliane tenutasi nel 2004 presso la Galleria Nazionale di Praga. Alla seconda metà del secolo XVII appartiene invece il busto raffigurante S. Maria Maddalena la cui testa è opera dell'argentiere messinese Andrea Frassica 5 mentre il resto porta il punzone di un argentiere catanese non identificato. Il coperchio è costituito da quattro lastre concave di argento sbalzato che terminano con una cuspide in cui anticamente era posto un terzo reliquario seicentesco, il braccio in argento di S. Giovanni, donato alla chiesa da Antoniuzzo Sortino Trono nel 1644, sostituito poi nel 1840 da una scultura sempre in argento raffigurante S. Giovanni che battezza Gesù Cristo, opera dell'argentiere ragusano Antonino Paolino.6

1. Archivio di Stato, sez. di Modica, notaio Francalanza Paolo vol. 42 f. 102
2. Archivio di Stato, sez. di Modica, notaio Francalanza Paolo vol. 39 min. 82
3. Pubblicato più volte da P. Nifosì tra cui Kalòs arte in Sicilia anno 10 n° 3. Maggio-Giugno 1998
4. P. Nifosì, Ibla delle meraviglie, pag. 65. Modica 1997
5. G. Musolino, Argentieri messinesi tra XVII e XVIII secolo pagg. 44-47. Messina 2001
6. Archivio della Cattedrale di Ragusa volume d'Esito dell'opera del Viatico

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