
Ragusa Sottosopra
n.4 del 04/09/2008
La Pubblicazione
Emanuele Schembari, direttore Centro servizi Culturali

Un testo prezioso che attorno ai mulini ad acqua di Ragusa tesse un affascinante percorso attraverso la storia, le tradizioni ed i luoghi della nostra cultura contadina
Il Centro Servizi Culturali di Ragusa non avrebbe potuto ignorare un'opera originale e interessante come “Il mulino Purgatorio di Sopra e il quartiere dello Spirito Santo a Ragusa” realizzata da Giovanni e Gianfilippo Cintolo e non avrebbe potuto negarne la sponsorizzazione. Infatti, da parte del direttivo del Centro, con l'approvazione, all’unanimità, dell’assemblea degli utenti, è stato assegnato l'incarico di stampare il volume, in una veste ricca ed elegante, all'Editrice Libroitaliano World, di Ragusa. In un momento in cui la storia patria ha un notevole incremento e “il come eravamo” viene seguito con crescente interesse

Il quartiere Santo Spirito, che si era sviluppato nei due versanti della Vallata Santa Domenica, è stato, in un certo senso, riscoperto dopo i lavori del 1997, nel periodo in cui uno degli autori, Giovanni Cintolo, era coordinatore dell’Ufficio Centri Storici del Comune di Ragusa.
Gli importanti ritrovamenti architettonici hanno permesso una ricostruzione più vicina al reale di tutta la zona. E, in particolare, è la chiesa dello Santo Spirito che può essere identificata, corrispondendo alla descrizioni che ne aveva fatto Sortino Trono nell'opera “I conti di Ragusa e della contea di

Praticamente si tratta di un quartiere dove c'erano abitazioni precedenti al terremoto del 1693, che continuarono ad essere abitate e che furono distrutte da lavori di ristrutturazione eseguiti nel 1960. Nel 1800 il quartiere si era sviluppato lungo la discesa Fiumicello e il calle Bortolotta dove, oltre ad alcune casette, facevano da punto di riferimento i mulini ad acqua Purgatorio di Sopra, Purgatorio di Sotto e Santa Barbara.
I due Cintolo, padre e figlio, entrambi architetti, fanno un'accurata descrizione, integrando anche storie tramandate dai discendenti degli antichi mugnai.
Si passa, poi, all'elencazione dei mulini della vallata Santa Domenica, che erano nove, fino ai primi anni '50, mentre erano ventidue quelli del quartiere San Leonardo. Dopo il reperimento dei luoghi dove erano allogati i vari mulini, c'è una descrizione estremamente accurata di ogni singol

Il libro è corredato da disegni, da mappe e da note, oltre che da una terminologia dialettale del mulino ad acqua.
Si può dire che non manca assolutamente nulla in riferimento ai mulini di Ragusa Ibla, che, in buona parte, furono funzionanti fino alla fine della seconda guerra mondiale.
Si tratta, come si può capire, di un’opera di grande pregio e di straordinario valore che rappresenta l’occasione per conoscere meglio la nostra storia. Il libro, che potrebbe anche considerarsi ameno, ha un taglio scientifico e testimonia la precisione e la serietà con cui è stato realizzato.
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