
Ragusa Sottosopra
n.4 del 04/09/2008
ArredoUrbano
Faustina Morgante, direttore responsabile

consono, vario, discreto, dissonante, ingombrante…
il parere di due componenti della Commissione Risanamento Centri Storici che sul tema dibatte da tempo
In tema di arredo urbano la Commissione si è trovata spesso a discutere criteri che regolamentassero l'in-stallazione di elementi di decoro compatibili con la qualità architettonica dei siti. Pensa che i risultati siano accettabili?
Fabio Capuano - Penso che se tutti rispettassimo il “buon senso”, inteso come affezione per il bene comune, tante discussioni sarebbero state superflue. La commissione più volte ha dato pareri che non sono stati rispettati, sarebbe forse il caso di attivare degli organi di controllo che facciano osservare quanto prescritto. Passeggiando per Ragusa Ibla, sono ancora tanti i punti critici da risolvere e molti di questi sono da addebitare alle scelte di arredi quali fioriere, tavoli e sedie che si confanno più ad una mensa da cantiere che ad un centro storico importante e affascinante come quella di Ragusa Ibla.
Giuseppe Occhipinti - Al riguardo penso che poco si è fatto in tema di arredo urbano, al di là dei criteri di regolamentazione, necessari, ma che dovrebbero essere stabiliti in forme celeri, non cervellotiche e tenendo presente le esigenze del quartiere e dei tanti visitat

Molti lamentano l'eccessiva occupazione di suolo pubblico in favore degli esercizi commerciali che tendono ad “ampliare” i loro spazi privati destinati al servizio, occupando, appunto, suolo pubblico. Concorda con questa valutazione che in seno alla stessa Commissione Risanamento per i Centri Storici era stata evidenziata dal prof. Rodonò?
Fabio Capuano - Sono pienamente d'accordo con quanto evidenziato tempo fa dal prof. Rodonò, d'altra parte che senso ha spendere tante risorse per il recupero delle piazze, dei giardini pubblici e quant'altro, se questi spazi non possono poi essere apprezzati per la presenza massiccia di elementi quali tavolini, sedie e ombrelloni che negano il godimento dei nostri monumenti e delle nostre piazze. Bisognerebbe ridimensionare il fenomeno stando anche attenti a quelle che sono le esigenze dei commercianti. In molte città d'arte si possono vedere spazi pubblici affidati ai commercianti (e sottolineo affidati perché non ne sono proprietari e dovrebbero essere mantenuti in buono stato dagli stessi). Il problema è che in molti casi l'estensione delle aree concesse è di gran lunga super

Giuseppe Occhipinti - Ammetto che in qualche caso l'occupazione di suolo pubblico può risultare fastidiosa per qualcuno, in determinati siti, ma d'altra parte si devono considerare le esigenze di operatori comunque al servizio del turista e dei tanti visitatori. Ben venga una precisa regolamentazione ma si consideri che tante vie e piazze d' Italia sono, con grandi superfici, occupate da tavoli e sedie e ombrelloni, strutture comunque provvisorie. Al riguardo debbo invece sottolineare come poco si sia fatto per i gazebi che risolverebbero il problema dello spopolamento in bassa stagione. Più volte ho cercato di sottolineare che molte città riconosciute patrimonio dell'Unesco hanno risolto la questione autorizzando strutture invernali di tutto rispetto, per rendere vive le piazze e le vie vivibili anche durante le giornate più fredde, al fine di incrementare lo sviluppo turistico ed economico.
Molta attenzione è stata posta all'uso dei materiali. L'uso della plastica (tavoli, sedie, vasi etc.), ad esempio, è stato da più parti criticato. Come dovrebbe essere affrontato questo tema?
Fabio Capuano - La plastica non è un problema, come dice il famoso designer Philippe Starck, “c'è plastica e plastica”. Esisto

Giuseppe Occhipinti - Ben venga una precisa indicazione sui materiali quando sia preceduta da una serie di autorizzazioni con poche limitazioni, che tutelino l’attività di tanti operatori. Limitando le autorizzazioni l’operatore è costretto a limitare a sua volta anche gli investimenti, pertanto bisognerebbe stabilire delle indicazioni sui materiali e dare la possibilità all'operatore di rientrare nei costi abbattendo ulteriormente la tassa sull’occupazione del suolo pubblico(TOSAP).
Volendo estendere il concetto di arredo urbano in senso di “decoro” urbanistico dovremmo anche parlare dell'installazione delle antenne,

Fabio Capuano - Per tutto questo, secondo me, esiste solo un unico metodo e cioè l'utilizzo del buon senso. Si fa spesso confusione con il termine di arredo urbano che in sé è tutto e niente, mentre decoro urbano racchiude in sè anche la morale delle scelte fatte. Grazie alla legge 61/81 molti privati hanno avuto modo di accedere ai fondi regionali per la manutenzione straordinaria degli immobili. Quando la Commissione esprime il parere su una pratica, dà anche in maniera dettagliata delle indicazioni, tra queste pure quelle di mettere eventuali apparecchiature per il condizionamento dell'aria in luoghi non visibili o, se ciò non fosse possibile, di utilizzare apparecchiature senza unità esterne, così come le prescrizioni sulle parabole, sui recipienti dell’acqua, sugli impianti fotovoltaici ecc. La questione degli infissi ha suscitato parecchie proteste, molti cittadini si lamentano per apparenti “discordanze” sulla concessione o meno di installazione di infissi in allu

Giuseppe Occhipinti - Le variabili citate sono oggi oggetto di precise soluzioni offerte dalla tecnologia e dai progettisti. Il problema, che riguarda anche e soprattutto i residenti, mi trova d'accordo per limitare alcuni eccessi che sicuramente nuocciono alla immagine del centro barocco. Non vorrei, però, che diano fastidio sedie e tavoli, pompe di calore e impianti pubblicitari, ma non serbatoi, condizionatori, antenne e parabole delle case private. Basta farsi un giro per le vie di Ragusa Ibla e di Ragusa centro per rendersi conto di quanto ci sarebbe da fare. Ho proposto a tal p

Non ho gradito piuttosto, come ho avuto modo di evidenziare in Commissione, la qualità del materiale che si intende usare nel parcheggio adiacente al giardino ibleo che risulta essere adatto solo per pedoni; sarebbe bastato prevedere un normale asfalto, dal costo pari a circa il 20% della somma approvata, per destinare il resto dell’importo ad altre opere più importanti come la sistemazione dei percorsi pedonali ed altro.
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