Ragusa Sottosopra
n.2 del 07/04/2008
Masseria pedagogica
Lara Dimartino, architetto
L'obiettivo della tesi è quello di salvaguardare e proteggere una delle tante testimonianze rurali del passato creando una struttura educativa per i bambini
L'area di intervento è localizzata sulla strada detta del “Pizzidu”, Pozzillo, (SR 63), in c.da Caddamè, nelle vicinanze della riserva naturale del fiume Irminio. In posizione quasi baricentrica rispetto ai centri urbani del territorio provinciale, Casa Arrabito attualmente esibisce un avanzato stato di degrado causato dall'incuria e dal completo abbandono.
Di essa non si hanno notizie storiche, e, non essendo mai stata censita, non esistevano i rilievi.
La prima fase della nostra tesi riguarda le analisi storico- tipologiche sulle case rurali nel meridione d'Italia, sulle masserie a corte chiusa in Sicilia ed infine, nello specifico, abbiamo effettuato delle indagini sul luogo tramite i contadini della zona per capire a che epoca risalisse la costruzione della fabbrica, che si ipotizza intorno alla metà del diciannovesimo secolo.
Successivamente abbiamo effettuato i rilievi planimetrici e dei prospetti, cosa non facile a causa dei vari crolli che occupano buona parte del cortile e dei consistenti salti di quota del banco roccioso sul quale poggia tutto l'edificio.
Gli interventi sulla consistenza della masseria riguardano, tenendo conto della loro leggibilità, l'eliminazione delle superfetazioni, la ricostruzione dei muri crollati e delle coperture tradizionali in canne e calce, la preservazione dal degrado della pietra con l'utilizzo di protettivi idonei. Il motivo per il quale abbiamo pensato di riutilizzare la struttura assegnandole il ruolo di “fattoria-scuola” nasce soprattutto perché i bambini, oggi, disconoscono l'origine dei prodotti che consumano, e la società, sempre più tecnologica e computerizzata, si è allontanata dalla campagna e dagli animali da stalla. In Piemonte queste attività, largamente diffuse, sono regolamentate dalla “Carta dell'accoglienza” che definisce i requisiti che devono possedere le aziende che intendono svolgere attività pedagogica. Le fattorie pedagogiche sono aziende agricole opportunamente strutturate nelle quali il titolare, “massaro”, assumendo il ruolo di docente, illustra al visitatore la propria realtà in un ottica di progressivo avvicinamento e sinergia tra mondo rurale e consumatore. Sulla base di queste norme ci siamo poste come obiettivo primario di ripristinare un punto di contatto tra la campagna, le tradizioni rurali ragusane e la civiltà industrializzata. L'attività didattica si svolgerà grazie all'intervento di figure esterne alla masseria, quali un veterinario, uno psicologo e un assistente sociale, che avranno i rispettivi ambulatori all'interno del cortile; un ruolo fondamentale assumerà il contadino che farà visitare le coltivazioni, gli allevamenti e le attrezzature tipiche della nostra civiltà contadina, consentendo di assistere allo svolgersi in concreto delle attività agricole, facendo visitare luoghi di interesse naturalistico per l'osservazione florofaunistica e geologica.
Nel primo piano, anticamente destinato alla famiglia nobiliare, abbiamo adattato l'appartamento del contadino e della sua famiglia, cercando di non stravolgere l'antica struttura cruciforme dei muri portanti. Utilizzando il naturale declivio del sito abbiamo creato dei terrazzamenti che collegano il livello della strada, che è più alto, all'abitazione del contadino, separando quindi l'area privata dall'attività didattica a livello del cortile. Da una “trazzera” già esistente abbiamo pensato l'accesso per gli utenti dell'attività pedagogica, che conduce anche ai parcheggi. Nell'area di pertinenza del fabbricato abbiamo realizzato i vari percorsi dell'attività pedagogica: in un appezzamento già recintato con i tipici muretti a secco abbiamo pensato al rinfoltimento dei carrubi già presenti in quantità limitata, ma caratteristici proprio di questa area di Ragusa in cui tali alberi trovano condizioni favorevoli alla loro crescita. Il carrubeto sarà caratterizzato da un percorso organico che si snoda fra gli alberi e da una vasca di raccolta delle acque piovane provenienti dall'inclinazione delle falde delle coperture dei corpi di fabbrica della masseria. Adiacente al carrubeto è previsto un campo destinato a coltivazione di grano in cui i bambini potranno apprendere i processi di trasformazione, dal seme al pane. Le stalle a piano terra saranno destinate a ricovero per bovini, ovini e conigli, mentre nella “mannara” (la stalla all'aperto) verranno ricavate delle poste per un cavallo e per l'asino ragusano. Con questi due animali si potranno realizzare delle passeggiate sia all'interno del paddok, come da progetto, che attraverso percorsi di campagna verso la riserva naturale del fiume Irminio.
Un locale accanto alla mannara, “casa abbitari”, sarà attrezzato per la produzione dei latticini nostrani, con dei posti a sedere per i bambini, che apprenderanno da vicino i processi produttivi alimentari tradizionali.
All'interno dei locali che prospettano nel baglio sono state previste le aule per lo svolgimento delle attività didattiche al chiuso, gli ambulatori e la mensa con i servizi. Nella distribuzione funzionale delle nuove destinazioni, il cortile interno assume un ruolo importante, nel rispetto della normativa sull'abbattimento delle barriere architettoniche e nel rispetto della tradizione rurale in cui era, e rimane, disimpegno, luogo di aggregazione e di disbrigo delle attività lavorative.
Tesi di laurea dell'università degli Studi”Mediterranea”
di Reggio Calabria
Facoltà di architettura
A.A. 2006-2007
Titolo della tesi
Consistenza e restauro della masseria in c.da Caddamè, Ragusa
Relatore: prof. arch. Massimo Lo Curzio
Laureande:
Lara Dimartino - voto di laurea:110/110 e lode
Maria Francesca Ferrentino - voto di laurea:110/110 e lode
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