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Ragusa Sottosopra

n.6 del 30/11/2011

"Luoghi dell'arte tra musica, letteratura e poesia" di Piero Guccione

Paolo Nifosì, Critico d'arte

foto articoloLa mostra di Piero Guccione, che ha per titolo “ Luoghi dell'arte tra musica, letteratura e poesia”, voluta dal Centro Studi Feliciano Rossitto e dal Comune di Ragusa con quaranta pastelli circa, riguarda le interpretazioni che l'artista ha fatto di alcune opere liriche, di raccolte di poesie, di letteratura. In particolare l'interpretazione di Norma di Vincenzo Bellini, del Tristano ed Isotta di Wagner, della Cavalleria rusticana di Mascagni, di Sensfoto articoloo di Camillo Boito, delle poesie di De Pisis e di Giorgio Soavi, de Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa, opere tutte che hanno corredato raffinate edizioni oramai introvabili, con scritti di Enzo Siciliano, Leonardo Sciascia, Marco Vallora, Alberto Moravia, di Tahar Ben Jelloun.
La mostra, coordinata dalla Torcular, con testi in catalogo (edito da Skira) di Giorgio Agamben e di chi scrive, e con un saluto del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, sarà trasferifoto articolota nella primavera prossima presso l'Accademia di Belle Arti di Parigi. Artista che tenacemente ha reinventato l'antico linguaggio della pittura è uno dei pochi - ha scritto Roberto Tassi -che usando il pastello, non traligna dalla grande tradizione di Liotard, di Millet, di Degas.
Nell'ambito della multiforme produzione di Piero Guccione l'illustrazione di opere letterarie e musicali ha accompagnato fin dagli anni Sessanta gli altri percorsi.
Un'esperienza lafoto articolo sua in cui ha utilizzato in alcuni casi l'acquerello ed in gran parte il pastello.
Nel voler trovare un denominatore comune prevale nel suo immaginario il reinventare storie ed ambienti poetici nel contesto di un paesaggio mediterraneo, un paesaggio commentato da Sciascia attraverso una riflessione di Tomasi di Lampedusa: “Sotto una luce cinerina si agitava il paesaggio, irredimibile”.
I personaggi di Norma, del Tristano ed Isotta, di Senso, del <foto articoloem>Gattopardo sono ricollocati nella natura di questo lembo di Sicilia, destoricizzando luoghi fisicamente e storicamente diversi.
Ne coglie bene l'essenza Alberto Moravia: Guccione non illustra figure e situazioni - scrive lo scrittore - cerca anzi di ridurre il più possibile il riferimento illustrativo…si è messo fuori dalla storia, si è tenuto alla passione che è di tutti i tempi e di tutti i luoghi e a quella soltanto.
La mostra racconta coi pasfoto articolotelli, con gli acquerelli, col disegno (“la sostanza del mondo”) dell'amore tra l'uomo e la donna; sentimento assoluto e complesso, nelle sue variegate declinazioni, l'amore-passione, l'amore-estasi, l'amore-malinconia, l'amore-gelosia, l'amore-disperazione, l'amore-tragedia, l'amore-morte; racconta della natura che questo amore esprime e comunica, della sua bellezza e dello stupore che suscita, del suo “sconfinato senso di meraviglia, di commozione per tanto e sublime ordinfoto articoloe” (Guccione); racconta del cielo “che è pensiero del cielo”, racconta dei fiori che sono “essenza” dei fiori, nota Sgarbi; racconta delle ferite, dei rivoli di sangue rosso che costantemente ritroveremo nelle sue opere; racconta dell'arte, delle opere dei classici, della loro controversa e complessa bellezza, dei sentimenti in esse racchiusi, compagne di viaggio, inquietanti consolatrici del vivere; racconta di stati d'animo evocati, di immagini sospese, rarefatte, in ufoto articolon territorio visionario intangibile, impalpabile.
Prevale l'attenzione per l'Ottocento, per una dimensione romantica che diventa in alcune opere un'“elegia della luce” (Siciliano); la Sicilia in uno con alcune opere dei classici, da Masaccio a Michelangelo, da Caravaggio a Friedrich ad Hayez, per citarne solo alcuni, diventa forma evocativa di trame letterarie, di architetture musicali di tensioni liriche, riconducibili al suo stile, al suo sentire, all'intensità del suo cuore.

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