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Ragusa Sottosopra

n.4 del 18/07/2005

Speciale PPE
Il Progetto, supportato da un’analisi
preliminare conoscitiva senza precedenti,
garantirà nuove opportunità per lo sviluppo
socioeconomico della città storica

Francesco Poidomani

Il piano particolareggiato dei centri storici di Ragusa si pone l'obiettivo di dotare la città di uno strumento che sia il presupposto per uno sviluppo socioeconomico sostenibile dei contesti ambientali, sociali ed economici della città storica.
In precedenza, in data 6/11/2002 con determinazione sindacale n. 147/2002, era stato affidato all'ufficio del PRG l'incarico della redazione del “Piano Regolatore del Centro Storico”, in seguito ad una serie di vicende di natura tecnica e amministrativa (che in questa sede non si ritiene di approfondire) che hanno portato alla revoca di un incarico affidato nel 1991 a professionisti esterni. Il Piano Regolatore del centro storico redatto dall'ufficio fu consegnato all'amministrazione nel marzo 2003 ed iniziò l'iter per l'esame da parte del consiglio comunale.
Dopo le elezioni amministrative del giugno 2003, in seguito alle quali è cambiata la compagine di governo della città ed in conseguenza dell'adozione del nuovo PRG da parte di un Commissario ad acta nominato dalla Regione Siciliana, ove le norme di attuazione demandano gli interventi sul centro storico alla redazione del piano particolareggiato, la nuova amministrazione ha affidato allo stesso ufficio del PRG l'incarico per la redazione del piano particolareggiato, con determinazione sindacale n. 174 del 20/9/2004, con il mandato di utilizzare, estendendole alle nuove aree inserite nel centro storico, i dati conoscitivi contenuti sia nel PP affidato nel 1991 sia nel PR affidato nel 2002.
Nel PRG adottato tutta l'area individuata come zona A è priva di pianificazione generale, limitandosi lo stesso a demandare ogni intervento al piano particolareggiato, per cui lo strumento, necessariamente, ha anche contenuti di pianificazione generale.
Il lavoro dell'ufficio è supportato da una preliminare analisi conoscitiva, riportata su supporto informatico, basata sul rilevamento fotografico di tutte le unità edilizie del centro storico (n. 8.569 di cui 3654 indagate già nel 2002) relative a ben 733 isolati. Elementi di conoscenza sono stati ricavati anche dagli elaborati di analisi e dagli studi che accompagnano il PRG adottato.
CONTENUTI GENERALI DEL PIANO
Il piano particolareggiato individua due classi di sistemi urbanistici utili alla definizione delle regole d'intervento: i sistemi urbani e ambientali classificati centro storico e i sistemi funzionali del centro storico. Dall'analisi dello sviluppo storico del territorio sono stati enucleati 3 insiemi di sistemi urbani ed un sistema ambientale caratterizzati dalla reciproca contiguità, costituenti lo sviluppo della città dal terremoto del 1693. Piu' precisamente:
  • i sistemi urbani di “primo periodo”, che compren-dono Ibla e la parte più' antica di Ragusa superiore realizzati dopo il terremoto del 1693. Coincide con la parte di territorio regolata dalla Legge Speciale n. 61/81 sui centri storici di Ragusa ed in gran parte con quella riconosciuta dall'UNESCO patrimonio dell'Umanità;

  • i sistemi urbani di “2° periodo”, che comprendono la parte ovest di Ragusa Superiore e la parte più antica del quartiere dei Cappuccini edificati sino al 1940 circa, oggi sottoposta a vincolo paesistico, che sono stati denominati rispettivamente “Fonti” e “Cappuccini”;

  • i sistemi urbani “limitrofi” alle aree sopra classificate che comprendono la parte edificata a ridosso dei sistemi urbani di 1° e 2° periodo e che per comodità di definizione sono state denominate rispettivamente “Salesiani” e “Stazione”, fisicamente integrativi della struttura urbana storica e per ciò chiamati a partecipare alla sua organizzazione funzionale;

  • il sistema ambientale, che viene denominato “delle Vallate” e rappresenta la parte ambientale, natura-listica limitrofa ai centri storici, parte del più' ampio sistema delle valli che comprendono quella principale del fiume Irminio e quelle dei suoi affluenti che caratterizzano la parte montana del territorio comunale nell'ancora piu' ampio sistema meridionale dei monti Iblei, anch'esso integrativo, per motivi storici e geografici, della struttura urbana storica. Nel territorio oggetto del Piano sono stati individuati 4 sistemi funzionali: il sistema residenziale e produttivo, il sistema delle pubbliche attrezzature, il sistema della mobilità e degli spazi ed il sistema del verde pubblico e delle vallate limitrofe al centro storico.

Il sistema residenziale e produttivo (l'edilizia privata) comprende sia il sistema abitativo che quello produttivo artigianale, commerciale, turistico e terziario, integrati nei contesti urbani in base alle vocazioni proprie del territorio che non ha mai definito una distinzione netta tra le varie destinazioni possibili nel centro storico, se non in relazione alle gerarchie proprie dei percorsi e alla vocazione dei luoghi, sicchè non si sono determinati aggregati con funzione specialistica, se non attraverso un'integrazione funzionale, di natura sociale, economica e ambientale, tra i vari modi di utilizzare il sistema edilizio urbano del centro storico, ove l'attività produttiva ha trovato liberamente gli spazi, all'interno dell'originario sistema residenziale. Con questa scelta, meditata e voluta, si pone in primo piano la necessità di pervenire al recupero del patrimonio in relazione alle istanze che provengono dai cittadini e dagli operatori economici, consentendo tutte le destinazioni che sono compatibili con la residenza senza predeterminare scelte che vanno connesse, in fase attuativa, alle esigenze e ai programmi che l'amministrazione potrà concertare con gli abitanti e con gli operatori economici interessati.
In questa logica i due sistemi funzionali vengono unificati e quello produttivo convive con quello abitativo, liberamente, in modo integrato, nell'ottica di porre in essere azioni pubbliche e private tendenti ad attenuare il fenomeno della specializzazione delle funzioni che oggi caratterizza, ad esempio, il sottosistema urbano di Ragusa - San Giovanni, ove la massiccia concentrazione di negozi e uffici determina, dopo una certa ora della sera, la desertificazione della zona. Allo stesso modo andrebbe attenuato il fenomeno inverso che vede Ragusa Ibla animarsi solo dopo le nove di sera.
L'attenzione maggiore si è posta, oltre che al sistema della mobilità ed accessibilità dei contesti per renderli idonei ad una corretta utilizzazione, alla definizione di modalità di attuazione che consentano il recupero e la rivitalizzazione delle aree periferiche e maggiormente degradate del centro storico, ove amministrazione, cittadino e operatore economico possono intervenire, l'uno per dare servizi, l'altro per abitare e l'altro ancora per produrre dando così all'abitante la possibilità di vivere la città compiuta-mente e a misura d'uomo, trovando sotto casa la bottega commerciale, l'artigiano, il turista fruitore di servizi alberghieri o di ristoranti e bar, ecc., e dando anche la possibilità all'operatore economico di integrare la propria giornata lavorativa nella vita degli abitanti della città storica.
Il sistema delle pubbliche attrezzature contiene i sottosistemi delle attrezzature urbanizzative e di interesse generale (scolastiche, culturali, sociali, ecc.). Le scelte progettuali si basano essenzialmente sui programmi che l'amministrazione ha varato in attuazione della Legge Speciale e utilizzano in prevalenza gli immobili già acquisiti con i fondi della stessa legge. Alcuni edifici pubblici non ancora destinati sono indicati con il termine di attrezzature pubbliche in genere e rappresentano un “serbatoio” che l'amministrazione può utilizzare dinamicamente in relazione alle esigenze che si verranno a manifestare durante l'evoluzione dello sviluppo prevedibile per il centro storico, possibilmente attraverso un piano di settore che analizzi nel dettaglio le esigenze di natura socioeconomica e ambientale, anche attraverso azioni concertate e coinvolgimento degli abitanti, degli operatori e di altre istituzioni e definisca destinazioni specifiche con esse compatibili.
Il sistema della mobilità si basa essenzialmente sulle scelte del Piano Generale del Traffico Urbano, redatto dallo stesso Ufficio di Piano e mette assieme, razionalizzandoli, i programmi dell'amministrazione.
Le scelte più importanti riguardano:
  • la previsione di aree ed edifici da destinare a parcheggi in zone tangenti ed interne al centro storico (il grande parcheggio interrato di piazza Stazione già progettato e finanziato; il parcheggio di scambio e residenziale di Largo don Minzoni, nel lato sud est di Ibla, già realizzato; il parcheggio interrato della zona Putie, già finanziato con il PIT “Quattro città ed un parco per vivere gli Iblei”; il parcheggio interrato di piazza Poste, già inserito nel programma triennale delle OO.PP.; l'ampliamento del parcheggio esistente nella parte nord ovest di Ragusa Ibla, in parte progettato; il parcheggio residenziale, in corrispondenza dell'ex cinema Odeon, in fondo a via Roma, e quello di via Diaz, quasi di fronte all'attuale centro servizi culturali, nella parte nord del sistema dei centri storici; un parcheggio per i residenti in prossi-mità dell'ex mattatoio di Ragusa Ibla a San Paolo ed altri parcheggi per completare il sistema). Con le previsioni del PRG adottato si aggiunge l'area dell'ex scalo merci ferroviario che assume una funzione nodale nel sistema integrato della mobilità urbana;

  • la viabilità: il sistema infrastrutturale viario rimane inalterato, a meno della eliminazione di un tornante nella parte esterna della strada di accesso da nord est e di qualche tornante della via esterna (da ovest). Vengono definiti, a solo titolo indicativo, le funzioni di alcuni tratti stradali. Le norme prevedono la riqualificazione delle pavimentazioni e dei sottoservizi;

  • i collegamenti alternativi senza barriere: viene pre-visto un sistema di ascensori, in parte già appaltati dall'amministrazione, che consente sia l'accessibilità ad alcuni tessuti urbani sia quella a spazi pubblici e di aggregazione, diversamente accessibili solo attraverso scale;

  • il sistema della ferrovia urbana: questo sistema riguarda tutta la città e consente una riconversione dell'attuale patrimonio, sottoutilizzato, delle FF.SS., con la creazione di fermate urbane che potrebbero, nel sistema integrato dei trasporti, attenuare in ma-niera significativa l'uso del mezzo privato su gomma.
    Nel centro storico questo sistema, che attraversa in sotterraneo buona parte della città storica, avrebbe una fermata (sotterranea) in corrispondenza del municipio, due fuori terra, sulle vallate San Leonardo e Santa Domenica, attraverso le quali potrebbero essere fortemente migliorata l'accessibilità e la visi-tabilità di luoghi ad elevato valore ambientale e a forte vocazione turistica, senza dover ricorrere a soluzioni impattanti;
  • il sistema della mobilità alternativa: viene previsto un altro sistema di trasporto alternativo, definito mezzo ettometrico, che rappresenta una linea di trasporto su guida vincolata e sede propria, già progettato dall'amministrazione nella fase preliminare, valutato sotto l'aspetto dell'impatto ambientale e inserito nel programma triennale delle OO.PP. che consente il collegamento rapido tra Ragusa Ibla e la parte alta della città, con fermate intermedie che consentono di raggiungere varie parti dei contesti storici urbani e ambientali oggetto del presente Piano.
    Il sistema del verde pubblico e delle vallate limitrofe al centro storico comprende tutti gli spazi di verde pubblico interni ai sistemi urbani, che rappresentano la parte di aree all'interno o immediatamente a ridosso della parte edificata, su cui è possibile realizzare, oltre alle zone piantumate, camminamenti pedonali, spazi di aggregazione, aree per il gioco, arredo per la corretta fruizione dello spazio da parte della collettività, compresi eventuali manufatti di servizio; una grande area del sistema ambientale delle vallate destinata a parco pubblico (parte della vallata S. Domenica, la cava Gonfalone e la cava Velardo) che comprende le parti che lambiscono più da vicino i sistemi urbani, su cui, oltre alla conservazione dell'ambiente naturale, è possibile realizzare ulteriori piantumazioni, restaurare percorsi storici, ripristinare camminamenti pedonali, spazi di aggregazione, aree per il gioco, arredo, eventuali manufatti di servizio per la corretta fruizione dello spazio da parte della collettività (di questo sottosistema fanno parte le latomie e gli aggrottati in esso presenti che contribuiscono a dare al sistema una straordinaria caratterizzazione al punto da determinare un paesaggio singolare e forse irripetibile); parti dello stesso sistema destinate a verde pubblico o privato di protezione ambientale che riguarda alcune parti delle vallate, particolarmente acclivi, che andrebbero opportunamente piantumate; parte ancora destinata a verde agricolo delle vallate limitrofe al centro storico che interessa tutto il sistema delle vallate destinato all'agricoltura e ad attività ad essa compatibili com-presi i fabbricati in esso presenti.

I PRINCIPALI CONTENUTI DELLA PROPOSTA PROGETTUALE
Il piano ha i contenuti previsti dalla vigente normativa ed in particolare quelli indicati nella circolare dell'assessorato regionale Territorio e Ambiente n. 3/2000.
La proposta progettuale si basa sui risultati dell'analisi tipologica e della consistenza edilizia effettuata dal gruppo di lavoro che consiste nel rilevamento fotografico di tutte le unità edilizie del centro storico, nella individuazione di tutte le unità territoriali che costituiscono il centro storico, nella forma-zione di un sistema informativo territoriale suppor-tato da un data base dinamico ove sono state inserite le informazioni necessarie alla conoscenza di ogni unità territoriale, compreso rilievo fotografico, catasto, n. civici, riferimento alle cartografie del censi-mento, stato di consistenza, tipologia edilizia ecc.
Il sistema è incrementabile dinamicamente, pubblicabile in rete, gestibile con ordinari mezzi informatici nel linguaggio e con i programmi adottati dalle Regione Siciliana per il Sistema Informativo Territoriale Regionale (SITR). E ancora si sono elaborati i profili delle unità edilizie lungo le principali strade, interrogabili con il sistema informativo terri-toriale; si è condotta una ricerca storica e riproduzioni di documenti grafici e fotografici che consentono la lettura dell'evoluzione urbanistica della città; riprodotti i catasti storici e contemporanei informatizzati opportunamente ed effettuata un'ana-lisi tipologica sia dei caratteri funzionali che di quelli architettonici che hanno consentito di individuare gruppi tipologici omogenei (edilizia di base ordinaria, palazzetti, palazzi, palazzine moderne, edilizia specialistica storica e moderna).
In relazione al gruppo tipologico di appartenenza sono stati individuati gli interventi possibili nella logica di conservare le unità edilizie aventi caratteri qualificati e di modificare riqualificandole le unità edilizie prive di caratteri qualificati e/o addirittura impattanti, rendendoli motori d'interesse produttivo per abitanti e operatori economici.
Il piano vuole favorire interventi tendenti alla qualità urbanistica, edilizia e ambientale degli organi-smi urbani, con un insieme di norme che consente sia l'intervento del singolo cittadino sia quello degli operatori economici. Primo elemento dell'impatto sulla qualità edilizia urbana è stato considerato quello volumetrico determinato dalle altezze eccessive che caratterizzano diverse unità edilizie. Al fine della possibilità di attuare concretamente una politica di riduzione di questo tipo d'impatto è stata introdotta una norma che “premia” le ristrutturazioni riduttive delle altezze e dei volumi dell'edilizia di base e dell'edilizia moderna, attraverso la possibilità di acquisire un credito volumetrico utilizzabile in altre parti della città, compatibilmente alla condizione urbanistica della stessa. La norma consente di operare la demolizione di uno o più edifici impattanti e la ricostruzione dell'unità entro limiti di altezza e con caratteri di coerenza, architettonica e tipologica, previsti nel contesto storico, dando facoltà di utilizzare il volume in più eliminato, incrementato di un “premio” volumetrico in parti della città nuova ove, in base al nuovo PRG adottato, è possibile rispettare gli standard urbanistici.
Al fine di arrestare il fenomeno di degrado di alcune parti della città (basti pensare ai quartieri Carmine Putie, S. Paolo, S. Rocco, Penninelli, Pirrera ecc.), è stata prevista la possibilità di operare la ristrutturazione urbanistica per comparti edificatori entro le regole architettoniche e tipologiche dettate dalle norme.
Nei contenuti pianificatori generali sono state individuate le infrastrutture potenziando quelle esistenti e prevedendone altre. In particolare sono state individuate sia le opere di urbanizzazione che le attrezzature di interesse generale. Il piano prevede una parte normativa in cui vengono affrontate le problematiche per particolari aree e immobili aventi caratteristiche non riconducibili a modello (palazzo ex Ina, palazzo Banco di Sicilia, scuole del Carmine e di piazza S. Domenico, piazza Liberta', piazza Carmine, piazza Poste ecc.)
PRINCIPI ISPIRATORI DELLA PROPOSTA PROGETTUALE
Alla base del progetto è stata posta l'esperienza ultradecennale maturata attraverso il dibattito sulle problematiche emerse in attuazione della legge speciale 61/81 e delle iniziative sia pubbliche che private che hanno interessato le aree oggetto del piano, nonché di quelle di carattere più generale ad ampio contenuto culturale che sono emerse attraverso la partecipazione del Comune, ed in particolare dell'ufficio, ai programmi europei “URBAL” sui contesti storici e “TERRA” sullo sviluppo sostenibile. Ovviamente il PP in quanto strumento di pianificazione spaziale non può affrontare nè tanto meno risolvere tutte le problematiche della città
storica, rappresentando solo una componente che va correlata con gli altri strumenti di governo del territorio e con il grado di coscienza socio-culturale dell'intera comunità.
Appare opportuno a tal fine capire in quale contesto di esigenze e di problematiche si colloca lo strumento di pianificazione urbanistica e a tale scopo si ritiene di dover rappresentare le varie componenti della problematica urbana che sono state individuate nell'ampio dibattito in corso a livello europeo.
In primo luogo vengono individuate due esigenze. La prima riguarda il ruolo della città storica nel contesto urbano e territoriale. Partendo dal presupposto che la definizione di patrimonio dei contesti storici è passata dall'essere “bene culturale” negli anni '60, poi “bene economico” negli anni '70 ed infine oggi bisogna intenderlo come “bene produttivo...”, è necessario allora prevedere “un uso cosciente, razionalizzato e pertanto generalizzato dei valori storici nelle operazioni di progettazione urbana a qualsiasi scala di intervento”, intendendo il progetto come strumento di investimenti, sviluppo e produttività e come strumento di consensi, in un contesto di interessi molteplici, estendendo una vi-sione unica o chiusa di città affrontando il tema della progettazione tenendo presente che i centri storici vanno visti sotto due diversi ma complementari aspetti: da una parte come la testimonianza di valori irripetibili che occorre conservare, nella dimensione “archeologica”, individuando valori e qualità che devono essere conservati a tutti i costi, dall'altra come parte di una struttura urbana che cambia e cresce nel tempo, e quindi come momento di una attualità con cui i centri storici intessono una rete di relazioni, di natura socio economica e infrastrutturale.
In questa logica il progetto, mentre da una parte prevede la rigorosa conservazione delle unità territoriali qualificate, dall'altra sviluppa in maniera consistente le possibilità d'intervento nell'edilizia di base tenendo conto che elemento centrale sono gli abitanti con le loro esigenze e aspettative ai cui non può essere “offerto” un patrimonio fatiscente, in contesti socioeconomici “respingenti”, con condizioni di degrado ultradecennali la cui “riconversione” ha bisogno di essere affrontata con metodi efficaci, senza retorica né affermazioni teoriche o preconcetti o illusioni tendenti ad affermare il principio che è meglio vivere scomodamente nel centro storico piuttosto che con tutti i confort nell'anonima periferia della città nuova.
L'ambizione del piano è che finalmente anche il centro storico venga considerato bene produttivo appetibile, in primo luogo dagli abitanti e di conse-guenza dalle classi imprenditoriali cittadine che hanno preferito e, sino ad oggi, preferiscono le aree di nuova espansione per attuare i propri investimenti.
Pertanto, la premessa di base consiste nella trasformazione degli attori sociali di questi contesti in partecipanti attivi con ogni propria prospettiva economica e culturale, in ogni fase del progetto e nelle appropriate forme di organizzazione sociale, istituzionale e produttiva.
La seconda esigenza riguarda le relazioni che il tema della conservazione dei contesti storici ha con gli altri temi che riguardano i sistemi urbani nel loro complesso di esigenze e problematiche.
L'esigenza generale è che la condizione che sino ad oggi ha visto il centro storico e la restante parte del territorio muoversi con due diverse velocità dovrebbe cessare di esistere per allineare problematiche, aspettative, iniziative e qualità della vita in qualunque parte del territorio comunale ove il centro storico partecipa alla complessità di relazioni dell'intera struttura urbana e territoriale, come parte integrante delle problematiche e delle politiche che ne determinano il destino e lo sviluppo. Tutte le problematiche e le esigenze della città sono elementi di riferimento continuo per la gestione dinamica del governo del territorio che deve adattare la pianificazione spaziale ad una serie di componenti socioeconomiche che possono rendere assolutamente inutili le previsioni normative, le intenzioni e i programmi. In questa logica, in linea con i contenuti del dibattito che si sta sviluppando in tutta l'Europa, lo strumento di pianificazione spaziale deve supportare gli organi di gover-no del territorio come una componente necessaria ma non sufficiente per affrontare il più complesso intreccio delle problematiche urbane in chiave attuale, affrontando le questioni in modo critico e costruttivo, in nodi problematici di riflessione e argomenti per sviluppare un dibattito cittadino che in modo dinamico possa accompagnare la complessità dei processi di cui fa parte, come segmento piccolo di un insieme, il piano particolareggiato.

















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