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Ragusa Sottosopra

n.3 del 07/06/2005

Restaurato con i fondi della l.r. 61/81 per l'incentivazione di
attività economiche il piccolo teatro di palazzo Donnafugata. Le fasi di un intervento che, nel corso dei lavori, ha rivelato non poche sorprese.

Lara Cascone, studio architetto Floridia

foto articoloIl Teatro Donnafugata risale alla seconda metà del '800 ed è inserito in uno dei contesti più belli e particolari di Ragusa Ibla: quello di Palazzo Donnafugata. Esso risale alla fine del '700 ed è collocato tra C. so XXV Aprile, via P. Novelli e via Orfanotrofio, ricoprendo una superficie di 1400 m.q., ed è uno tra i più significativi palazzi di Ragusa, nonché conosciuto in tutta la Sicilia sia per la sua storia legata alla famiglia proprietaria, sia per le sue opere, soprattutto pittoriche, in esso contenute. Il Teatro Donnafugata vissuto all' ombra dell' estrema bellezza del Palazzo fino al 1997, alla fine di tale anno ha cominciato, attraverso i primi lavofoto articolori di rilievo e progettazione, la sua ascesa verso il ruolo che da sempre avrebbe dovuto competergli: quello di “cuore pulsante” dell'intero palazzo. Comprendendo il valore e l' importanza di tale tesoro, l'avvocato Scucces, proprietario dell'im-mobile, ha assunto la decisione di recuperare il “gioiello” incaricando l'arch. Roberto Floridia di predisporre il progetto di restauro.
Il progetto iniziale dell' arch. Floridia, presentato nel 1998, riguardava lo studio dei collegamenti orizzontali e della ridistribuzione interna del Teatro per una più idonea funzionalità; infatti a causa della eterogenea conformazione del corpo di fabbrica (adattata nei primi foto articoloanni del '900 su un' antica struttura, che probabilmente doveva essere di un vecchio magazzino) non esisteva un' unica quota per il piano di calpestio, e i collegamenti verticali sono stati realizzati in maniera disarmonica, senza rispettare le più semplici regole della progettazione architet-tonica (irregolarità delle alzate e delle pedate, collegamenti verticali ed orizzontali con i vari palchetti non idonei dal punto di vista della sicurezza). L'obiettivo che pertanto si voleva perseguire era quello di garantire una continuità nei collegamenti orizzontali che mancavano del tutto nella struttura e di creare dei servizi al fine di migliorare l' organizzazione delfoto articolo teatro stesso.
Entrando dall' ingresso principale, sito in via P. Novelli, dava subito all' occhio l' angusto ingresso alla platea rappresentato da un corridoio stretto e lungo di larghezza variabile da 81 a 75 cm che presentava 4 gradini di accesso al teatro. Appa-riva chiara la necessità di ingrandire l'ingresso e riorganizzare le altre sale che erano disposte l' una conseguente all' altra come a circondare un vano fittizio, non accessibile, che si presumeva fosse un terrapieno. Si pensava infatti, così come confermavano i proprietari, che in passato per edificare il palazzo, fosse stato scavato e quindi abbassato il livello dell' area di sedime per uniformare foto articolola quota d' ingresso del palazzo alla quota stradale, tralasciando proprio quel terra-pieno che venne poi murato e quindi circondato delle attuali sale del teatro. Su tale terrapieno naturale venne poi realizzata una splendida terrazza interna, sulla quale affaccia la grande sala da pranzo, ambiente di rappresentanza del Palazzo Donnafugata, al centro del quale è collocata una pregevole voliera di 4 m di altezza, scolpita su un monoblocco di asfalto e 4 altrettanto pregevoli sedili scolpiti sulla pietra.
I lavori cominciarono sulle basi di questo primo progetto che presentava quindi una sequenza di sale con al centro un “piano non rilevato”. Ma stonacando le pfoto articoloareti del corridoio lungo il vano non accessibile comparve evidente lo stipite di una porta; a quel punto per il progettista si presentò chiara in mente l' idea che dietro quella parete non ci fosse semplicemente un terrapieno naturale, ed irresistibile fu la tentazione di effettuare dei saggi per verificare e dimostrare una tesi a dir poco incredibile: dietro ciò che si supponeva fosse “non accessibile” si celava qualcosa di ben più importante, una ulteriore sala…. Convinti i proprietari dell' importanza di tale scoperta, si cominciarono ad effettuare i primi “saggi” praticando delle perforazioni passanti sulle 4 pareti delimitanti il vano non rilevafoto articoloto. Dopo aver perforato tali pareti per circa 1 m. di spessore e non avendo rilevato nulla si stava per abbandonare l'idea che dietro si celasse un altro vano, ma dall'ultimo rilievo effettuato comparve del pietrame a secco, ciò voleva dire che del materiale era stato utilizzato per “riempire” il locale. Fu così che avuta la conferma dell'ipotesi dell'arch. Floridia ci si trovò davanti all'attuale “Sala Costanza”. Si doveva semplicemente svuotare il vano del materiale di riempimento, ma si presentò un problema: il vano riempito era la base su cui era stata realizzata la splendida terrazza su cui affaccia la sala da pranzo di rappresentanza. Fu pertanto prfoto articoloesentata una variante specificando che si doveva operare sul vano “ritrovato” svuotan-dolo e “smontare” la terrazza che successivamente sarebbe stata ricostruita mantenendo la stessa locazione e rimanendo invariata. Un attento e preciso lavoro di smontaggio ha fatto si che nulla, durante le opere di smontaggio e rimontaggio, fosse stato variato, né tantomeno rovinato. Al visitatore attento o al tecnico sarà pressoché impossibile riuscire a trovare delle differenze tra la precedente terrazza e quella attuale. Durante lo svuotamento della “Sala Costanza” è stato scoperto un passaggio segreto sito all' interno della sala e parallelo al corridoio di accefoto articolosso al teatro, di larghezza variabile da 76 cm a 56 cm e altezza variabile con una punta minima di 112 cm. Tale passaggio partiva da una delle stanze del piano nobile e conduceva direttamente ad un palchetto laterale del livello superiore del teatro.
Il ritrovamento dell' attuale Sala Costanza ha procurato un duplice vantaggio:la sala, risultando in posizione centrale nella disposizione dei locali, funge da fulcro, dando la possibilità di trasformare in sale quelle che altrimenti erano semplici magazzini, altrimenti difficilmente utilizzabili per questioni logistiche; con lo svuotamento della sala è stato estirpato il “tumore del Palazzo” così come viene deffoto articoloinito dall' avv. Scucces, poiché l'umido assorbito per decenni dal materiale di riempimento, risaliva, intaccando come una cancro tutto l'immobile e a nulla sono valsi gli innumerevoli tentativi di deumidificazione, non conoscendo la causa reale, cioè l'esistenza del terrapieno. Si è pertanto effettuata una vera e propria bonifica del Palazzo.
E' stato realizzato sotto il pavimento un particolare sistema di aerazione attraverso la realizzazione di un vespaio che collega tutti gli ambienti e che ha 2 aperture esterne, una che sbocca sul giardino, una su via Pietro Novelli e l’altra esce su C. so XXV Aprile.
In tal modo viene a crearsi un moto convettivo naturafoto articolole sotto il pavimento e adiacente le pareti che svolge la doppia funzione di aerare e continuare a deumidificare le sale.
La ristrutturazione della Sala del Teatro, intervento di restauro conservativo, così come del resto tutti quelli apportati alla struttura, è stata non certo un’opera meno impegnativa, che ha messo a dura prova la tenacia del proprietario ed esaltato l'ottimo lavoro di collaborazione svolto tra Scucces e Floridia per riportare al suo massimo splendore la sala e ottimizzare l'impiantistica e la resa acustica, con dei risultati sbalorditivi.
Le pareti presentavano una colorazione rosa e azzurro, sui parapetti e sui palchetti del livello superifoto articoloore erano state realizzate delle cornici in gesso adornate da festoni.
La volta del soffitto per contro presentava i colori e le decorazioni originali (cioè il verde) e risaltava l'eleganza degli ornamenti pittorici.
Durante il restauro pittorico è apparso palese il tipo di intervento da applicare: ripristinare i colori e le decorazioni originali riprendendoli dal soffitto e dandogli continuità fino alle pareti e ai palchetti.
Ciò che si è andato a ricreare è uno spettacolo talmente bello che lascia il visitatore incantato, impossibilitato a trovare un aggettivo giusto che esprima tanta bellezza ed emozione.
Caratteristica principale del teatro è la pfoto articoloerfetta acustica, ottenuta dopo un attento studio svolto dal Floridia e dal proprietario che ha portato addirittura a migliorarne la resa tanto che l'avv. Scucces ama dire con un sorriso pieno di soddisfazione ed emozione che “nel suo teatro i microfoni sono assolutamente vietati!”.
E' stato introdotto un sofisticato impianto di climatizzazione a pavimento che diffonde aria da sotto ogni poltrona della sala. Tutte le tubazioni sono realizzate in rame sottotraccia, coibentate, per il collegamento tra la centrale termica e i fan-coil.
Il palco è stato ripristinato e allungato in avanti in modo da ricreare le quinte e poter ricavare a livello del proscenio un pifoto articoloccolo golfo mistico per poter accogliere una piccola orchestra.
Le restanti sale che circondano la Sala Costanza sono state tutte restaurate e allestite in modo che possano essere utilizzate per ospitare convegni e conferenze.
La “Sala Vichy” in origine era un magazzino destinato alla stagionatura e alla salamoia del caciocavallo.
La sala Bar era in origine un magazzino di legname e anch’essa è stata rior-ganizzata in modo da poter essere allestita anche a sala convegni.
Le sale infatti sono tra loro collegate da un sistema di videoconferenza e di conferenze in multisala, in modo da poter essere tutte utilizzate.




















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