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Ragusa Sottosopra

n.3 del 07/06/2005

Restaurato il
piano nobile
di Palazzo
Cosentini Riportati alla luce brani
delle pavimentazioni
originarie, le capriate
in legno decorate e
una volta dipinta

Vincenzo Leggio,architetto e Giuseppe Firullo,ingegnere

foto articoloLa costruzione di Palazzo Cosentini viene annoverata tra il 1762 e il 1761 dalla famiglia di Don Raffaele Cosentini e si afferma che sia stato tra i primi fabbricati civili in stile barocco costruito a Ragusa. Il palazzo si presenta come un “poderoso parallelepipedo dalle enorme mura, che si aggancia alle pendici rocciose della collina sovrastante ed emerge con l'inconfondibile fascino dell'architettura decadente tra l'incomposto e disordinato scenario urbano che lo circonda”.
Pilastri angolari movimentati da bugne ed ornati da capitelli corinzi festonati con conchiglie, sotto sporgenti cornicioni, stigmatizzano fortemente foto articoloi principali spigoli. Il portone presenta due semipilastri ai lati e un emergente cornicione sopra l'arco semicircolare.
Sulla destra del portone si ammira il balcone detto della “maldicenza”, il più vicino alla piazza, sostenuto da cinque mensole in stile barocco. In ogni mensola sono raffigurate due facce: una, quella sottostante, rappresenta la faccia di un animale o persona irreale (mascherone); l'altra, quella sovrastante, raffigura la faccia ed il corpo di una figura femminile con lineamenti molto fini che sprigionano la freschezza della giovinezza, in netto contrasto con le figure dei mascheroni. Il balcone principafoto articolole presenta una cornice di fini intagli ai lati e sculture varie agli angoli e sopra l'arco si osserva un'emergente cornice angolosa.
Il frontone a forma triangolare, contenente una finestrella circolare, conclude il prospetto principale su Piazza Repubblica (Archi).
Significativa l'edicola angolare del Palazzo con la statua di S. Francesco di Paola nell'atto di traversare, con sopra il mantello, quasi a volere indicare le difficoltà di transito del luogo. “Nella composita trama urbana del luogo, così accidentata tra difficoltose salite, ripidi salti, e scondiscimenti imprevisti, l'infelicissimo accesso ai piani superfoto articoloiori dell'arroccato Palazzo Cosentini non doveva essere poi tale se consideriamo che la scalinata ove si apre l'ingresso doveva essere di certo una delle più antiche ed importati vie di transito, e tra le più vitali senz'altro della labirintica pianta della Ibla di allora, piena di taverne popolate e di botteghe artigiane, di speziali, di maniscalchi e fabbri, di affaristi e sensali, di verdurai e locandiere”.
La facciata del palazzo volta a oriente, molto più ampia, si affacciava, allora, su una strada secon-daria che, tra orti e casupole, portava alla non lontana Santo Rocco.
In questa facciata, a piano nobile, sono ancofoto articolora rilevanti i tre balconi così denominati: balcone del “cantastorie” (quello più vicino alla piazza), balcone del “benessere” (quello centrale) e balcone del “gentiluomo”.
Questi balconi, “carichi di eterogenei elementi, di categorie di individui e di fantasticherie tratte dal mito o dal luogo, formano una ribalta teatrale così ricca di figure scolpite che, per la loro intrinseca varietà e diversità, sembrano essere state prese da un mazzo di carte dei Tarocchi” .
Inoltre la facciata è ricca di aperture per locali vari e con gran numero di balconcini mezzanini presumibilmente atti ad ospitare un gran nufoto articolomero di persone al servizio, nel palazzo, della ricca famiglia Cosentini.
Lo stato di conservazione
L'edificio si presentava in uno stato di abbandono e si evidenziarono numerosi interventi che nel tempo hanno concorso a sminuire la maestosità dell'opera originaria e della sua funzione.
Sulla Salita Commendatore è posto l'ingresso principale di chiaro stile barocco, che si apre in un grande atrio che mette in comunicazione i vari livelli del palazzo, compreso lo spazio esterno denominato ingresso dei cavalli. Una scala in pietra pece conduce al piano nobile e al bellissimo ingresso sul piano della chiesa dell'Itrifoto articoloa volgarmente nascosto da una scala in cemento armato. Il piano terra risultava planimetricamente alterato, dall'analisi progettuale mediante la sovrapposizione dei vari livelli e delle trame murarie è emerso che gli ambienti interni sono stati suddivisi creando vari livelli, appesantendo la struttura e provocando dissesti alla muratura; diversamente gli ambienti che si affacciano su Corso Mazzini presentavano le volte con decorazioni originarie, medaglioni e riquadri in gesso di ottima fattura, con sovrapposti dipinti a tempera di autori recenti “ ex carrettieri” eseguiti negli anni sessanta-settanta.
Il piano più dannfoto articoloeggiato è il piano nobile, l'ingresso principale ha dato posto a due aperture insignificanti ricavate per dare luce ad un nuovo schema abitativo degli anni cinquanta. Le originarie volte erano state quasi tutte demolite o rimpicciolite, infatti controsoffitti in canne e gesso sono stati realizzati al posto delle volte spingenti in mazzacani e gesso. Da una ispezione nei sottotetti, sopra la controsoffittatura, si è evidenziata la presenza di finestre murate, murature rasate, cornici e decori del settecento isolati, sopra cui erano montate tramite centinature le volte originarie in canne e gesso. Gli infissi esterni del piano foto articolonobile risultano sostituiti con altri che sicuramente non ripropongono il disegno originale, mentre sono esistenti i portelloni a quattro ante che coronano le ampie finestrature. All'interno le porte sono coronate da sovraporta con all'interno dipinti a tempera sulla muratura raffiguranti paesaggi di ispirazione orientale e scene di animali. Attualmente sono protetti da una pellicola di plastica, lo stato di conservazione appare piuttosto compromesso dal punto di vista strutturale, mentre le volte presentano degli affreschi notevoli con decori al di sotto dello strato di tempera attuale. Molto interessante dal punto di vista sfoto articolotorico artistico, come testimonianza del periodo antecedente al terremoto del 1693, è la statua raffigurante S. Michele Arcangelo che era collocata nel terrazzo del piano primo. Le sue condizioni erano gravemente compromesse a causa del fenomeno erosivo e per la sua esposizione aperta agli agenti atmosferici. La copertura è costituita da più corpi di fabbrica aventi quote diverse raccordate da falde di tetto costituito da tegole tradizionali, le falde convogliano le acque piovane nelle gronde di pietra pece formante un disegno ad “U”.
IL Progetto
Il progetto è scaturito da un'attenta analisi sia sull'edificiofoto articolo sia sul comparto su cui insiste. Infatti Palazzo Cosentini non rappresenta un fabbricato in quanto tale, ma il completamento del comparto composto dalla triade: Palazzo Cancelleria, Chiesa dell'Idria e Palazzo Cosentini. Fanno parte del comparto alcune costruzioni elencate come edilizia minore, queste in parte sono di proprietà comunale, mentre per la restante parte sono di proprietà di privati, in progetto è stata prevista l'acquisizione in quanto parte integrante.
Il tema progettuale diventa il recupero di Palazzo Cosentini limitatamente alla parte funzionale del piano nobile. Viene previsto la rimodulazione del coronamfoto articoloento dell'ingresso a piano primo, il rifacimento delle pavimentazioni, il restauro degli infissi esistenti, l'integrazione di quelli nuovi, il rifacimento degli intonaci ammalorati e degli impianti tecnologici.
I Lavori
Durante i lavori di demolizione delle varie superfetazioni si è riscontrato l'esistenza nella sala principale di ingresso a piano nobile di capriate in legno decorate, nascoste dai controsoffitti e dalle contro-volte in canne e gesso, mentre la pavimentazione presentava zone sconnesse, pertanto operando alcuni saggi, sotto un primo strato di pavimentazione, è emersa la pavimentazione originaria a foto articolodisegno triangolare in pietra pece. Nella sala prospiciente Piazza Archi, sotto lo strato di cemento che mascherava la pavimentazione esistente, si è rinvenuto un pavimento intrecciato in pietra pece e pietra bianca di notevole rilevanza architettonica, risalente all'impianto originario; nella stessa sala durante la fase di eliminazione dei contro-soffitti, e sotto lo strato di tempera di colore blu scuro, è emersa la volta con tracce di decori e dipinti originari ancora recuperabili. Questi lavori di restauro sono stati eseguiti dallo staff del maestro Patanè.
Nella sala attigua alla chiesa dell'Itria, sotto detriti vafoto articolori, si è trovata una pavimentazione ad intarsi in pietra pece e pietra bianca, con rosette, riquadri in masselli di pietra pece tali da formare un disegno architettonico rilevante, “datato sicuramente prima del terremoto, alcuni elementi di arredo quali panchine in pietra e grate alla finestra fanno supporre che la stanza in epoca passata sia appartenuta alla chiesa e che fosse addirittura la sacrestia della chiesa dell'Itria”.
In una nicchia posta a lato della sala grande, dopo il restauro, è stata collocata la statua di San Michele Arcangelo, assieme ad altri elementi lapidei antecedenti il terremoto del 1639, protettifoto articolo da un pannello in vetro, costituiscono il tesoro di Palazzo Cosentini.
A piano terra dall'eliminazione di alcune superfetazioni (solai recenti in putrelle e tavelloni) sono emersi locali con ampie volte ad altezza notevole, con delle bucature all'imposta di forma conica annerite da fumi, bucature che all'interno delle murature si comportano come delle vere e proprie colonne aspiranti di fumi, condizione che fa pensare a quei locali anticamente adibiti a cucine del palazzo. Il piano primo di Palazzo Cosentini, dopo il restauro, rappresenta uno degli spazi più qualificanti di rappresentanza polifunzionale di Ragusa Ibla.

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