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Ragusa Sottosopra

n.3 del 07/06/2005

Il quartiere Carmine e la sua piazza Il progetto punta alla valorizzazione dell'intera area attraverso la
riqualificazione della piazza come nodo centrale della vita di relazione

Federica Digrandi, architetto e Gaetano Dipasquale,ingegnere

foto articoloIl progetto di sistemazione di piazza Carmine è parte integrante di una progettazione (Progetto per la panoramica dei ponti e Progetto per la realizzazione di bagni pubblici) più ampia che riguarda l'intero quartiere del Carmine. L'obiettivo posto dall'amministrazione è la valorizzazione dell'intera area attraverso la riqualificazione della piazza come nodo centrale della vita di relazione.
L'area dove è ubicata piazza Carmine è sempre stata un “luogo ricco di storia”: era infatti caratterizzata già in età prefoto articoloistorica dalla presenza di numerosi gruppi sepolcrali che hanno fatto supporre l'esistenza di un vero e proprio centro abitato sito tra la vallata Fiumicello - Santa Do-menica. Dal medioevo in poi le vie di comunicazione con l'altopiano, che in età ellenistica avvenivano attraverso la vallata San Leonardo, si estesero fino a Largo San Paolo; ed è lungo questo percorso che prima del 1693 si sviluppò la città vera e propria (questo luogo è ricco di testimonianze quali insediamenti rupestri di età bizantina ed araba) mentre lfoto articoloa riedificazione dopo tale data iniziò proprio da piazza Carmine.
Il terremoto del 1693, che distrusse la maggior parte dell'abitato di Ragusa, fece sorgere il problema della ricostruzione degli edifici pubblici destinati all'esercizio di funzioni economico-sociali ed istituzionali. Per tale motivo il 2 settembre 1698 proprio nel quartiere del Carmine si realizzarono i nuovi magazzini per il deposito del frumento, mentre l'edificio della Corte frumentaria di Ragusa Superiore venne ubicato nella zona compresa tra le attuali piafoto articolozza Carmine e piazza Pescheria. Questo edificio ha assolto nel corso del XVIII secolo un'essenziale funzione economica e sociale che conferma e rafforza la centralità del quartiere del Carmine nei primi decenni della ricostruzione della città nuova.
I segni di tale centralità oggi non sono di facile individuazione a seguito del radicale e sistematico stravolgimento urbanistico della zona, sempre più relegata a partire dalla metà dell'ottocento ad un ruolo marginale e caratterizzata da interventi estremamente discutibili trfoto articoloa i quali la demolizione dei due magazzini della Corte frumentaria (che si verificò probabilmente nel primo ventennio dell'ottocento), l'abbattimento della chiesa del Carmine e la sua sostituzione con un moderno santuario.
Piazza Carmine era caratterizzata inoltre dalla presenza di due edifici che le hanno conferito un ruolo religioso: la Chiesa del Carmelo ed il convento annesso edificati intorno al 1574.
Il terremoto del 1693 che distrusse in massima parte l'antica Ragusa preservò entrambi gli edifici che vennero restaurafoto articoloti (i lavori vennero ultimati nel 1726) dai Capimastri modicani Rosario Boscarino e Lucio Calabrese . Nel 1866 il convento venne soppresso dallo Stato Italiano che, dopo averlo confiscato, lo cedette al Comune che vi sistemò la Scuola Tecnica ed il Liceo Ginnasio, mentre la chiesa mantenne la propria funzione religiosa.
Nel 1953 il Santuario veniva elevato a Santuario Mariano: il vecchio edificio della chiesa ad unica navata risultò quindi poco spazioso e Padre Casimiro, esponente della comunità del Preziosis-simo Sangue gifoto articolounta a Ragusa nel 1946, pensò di farne costruire uno che potesse rispondere alle nuove esigenze: l'incarico della progettazione e dell'esecuzione della nuova chiesa (che venne realizzata demolendo quella precedente) venne affidato al giovanissimo architetto Biagio Mancini e ultimato dall'ing. Enzo Zacco. Per il progetto l'architetto non tenne in considerazione il contesto nel quale avrebbe dovuto inserirsi il nuovo santuario: infatti esso si raccordava poco con l'ambiente circostante, composto da palazzi e case ottocentesche foto articoloe dal convento barocco. La nuova costruzione comportò anche un ridimensio-namento della piazza e si rese necessario l'abbattimento di un settecentesco monumento dedicato alla Vergine del Carmine. In ogni modo la prima pietra venne posta il 24 settembre 1957 e la costruzione ultimata nel luglio 1962. Tutte queste trasformazioni si possono notare dalla lettura della planimetria catastale e da alcune immagini fotografiche: il diverso orientamento della chiesa infatti, che prima del 1957 era rivolto secondo l'asse est-ovest (oggi foto articolosecondo l'asse nord-sud), ne ha modificato l'aspetto urbano e pertanto lo spazio oggi si presenta diviso in due aree distinte.
Inoltre la presenza di alcuni edifici di tipo residenziale ed elementi quali l'illuminazione pubblica e i fili della linea telefonica contribuiscono al degrado della piazza che ha assunto oggi l'aspetto di un contenitore di autoveicoli conferendo ad essa un ruolo non appropriato. Pertanto il progetto pone l'obbiettivo di restituire alla piazza il significato di luogo destinato alle relazioni sociali, atfoto articolotraverso una serie di interventi volti alla riconfigurazione spaziale e funzionale della stessa.
Il progetto consiste nella realizzazione di due aree pedonali, una ad ovest e l'altra ad est della piazza, e di un'area carrabile. La prima area pedonale è pensata come prolungamento dell'attuale passeg-giata di via Cava, il cui accesso è reso possibile dalla scalinata esistente e da una rampa (per favorire anche i portatori di handicap) che sarà realizzata intorno alla statua del Carmine rendendola parte integrante dell'area sfoto articolouddetta. La seconda determina lo spazio della piazza mettendo in relazione la chiesa ed il convento (unico edificio barocco che nonostante una serie di manomissioni interne mantiene il prospetto originario ad eccezione della cuspide, completata intorno al 1930). Entrambi le aree saranno arricchite con elementi di arredo urbano: panche in ferro, cestini porta rifiuti e nella zona ad ovest da un sedile in pietra addossato su un lato della balconata e da alberi quali “cocos plumosus”; queste aree saranno pavimentate con basole foto articoloin pietra calcarea disposte a corsi regolari e alternati la cui superficie sarà lavorata a mano con martellina. La sede stradale e le vie adiacenti (via Padre A. Togni, parte di via Carmine e via Cava) saranno invece trattate con conglomerato bituminoso.
Il progetto prevede anche un riassetto delle quote favorendo il raccordo tra Corso V. Veneto e la piazza, un diverso posizionamento delle caditoie per lo smaltimento delle acque bianche, il rifacimento di parte della rete idrica, la collocazione sotto traccia in apposito cavidfoto articolootto della rete telefonica ed elettrica per le utenze private e per l'illuminazione pubblica.
Per quanto riguarda il sistema di illuminazione si utilizzeranno corpi illuminanti a mensola posti sulle pareti degli edifici e una serie di proiettori che illumineranno parte della sede viaria e la zona antistante il convento.
Selvaggio G., Op. Cit., pag. 48
Il monumento della Vergine Maria ha avuto
diverse collocazioni così come è visibile da alcune foto storiche.
Selvaggio G., Op. Cit., pag. 48
Selvaggio G., Op. Cit., pag. 49

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