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Ragusa Sottosopra

n.6 del 03/12/2010

"Sopra le ali dell'aquila" di Rosanna Garofalo

foto articoloUn libro intenso che scende dentro le viscere del dolore. Quello che accomuna tuttele perdite del mondo.
E incontrandolone scopre tutta la sua rivoluzionaria forza. Narra il calvario di una giovane figlia. Bella, coraggiosa e mansueta.
Racconta un percorso di iniziazione e di rinascita. Che si chiama Fede.



Gli occhi azzurri di Rosanna Garofalo, ragusana, autrice del libro “Sopra le ali dell'Aquila”, sono carichi di parole, gesti, ricordi, emozioni, progetti.
Un tumore ha portato via sua figlia Serenella, a soli 17 anni, nel 1988. E' un evento drammatico, ma anche rivelatore, illuminante. Il dolore si scioglie nella scrittura e sotto l'ala di Dio. L'autrice ci racconta questo percorso.
Parliamo di questa sua creatura. Quando e come è nato il libro, tra l'altro già alla quarta edizione?
A ventiquattro ore dalla morte di Serenella era scritto l'inizio del primo capitolo. C'era fretta, infatti. C'era la paura di dimenticare parole, immagini ed emozioni accumulatesi nei sette mesi di malattia, che ora risuonavano, amplificate da questo ultimo evento, e volevano essere dette, volevano che le scrivessi per quanti ne erano in attesa. Per i destinatari: che erano per me gli atei, soprattutto, e i genitori dei ragazzi “senza capelli”. Poi una lunga gestazione durata tre anni, con tre stesure che terminavano volta per volta in seno alla Settimana Santa. Anche la pubblicazione ha conosciuto il suo calvario (dibattuta a lungo in due grandi case editrici nazionali laiche e in una altrettanto grande editrice cattolica, ha trovato posto nella prestigiosa “Ancora”, scelta da Dio come “grotta” dopo il rifiuto dei “grandi alberghi”) e i primi volumi freschi di stampa sono arrivati a casa nostra giusto il Giovedì Santo del 1993.
Destinato a convertire alla fede e a consolidarla, a consolare, a guarire, il libro ha conosciuto altre nascite. Alla presentazione è intervenuto Padre Raniero Cantalamessa, Predicatore della Casa Pontificia, che ha dato il primo input alla divulgazione. E' stato letto a Radio Maria, emittente a diffusione mondiale, e sta per essere letto nella nostra Antenna Avemaria. Non si possono contare gli incontri che negli anni novanta ho fatto nella nostra città (tutte le scuole superiori) e nel resto d'Italia per far conoscere il contenuto di questo libro soprattutto ai giovani. Ora anche l'evento di una via intitolata a Serenella e un sito internet dedicato a lei e che porta il titolo del libro.
Il suo libro è la storia di due percorsi intersecati: la malattia di Serenella e la sua scoperta di fede. Lei ha scritto che è la storia di un trionfo…che il vero trionfo è la croce. Il dolore fa miracoli?
Il più grande miracolo è la scarnificazione che produce, la demolizione, per cui nell'uomo rimane finalmente l'essenziale. Rompe i sigilli dell'auto-sufficienza, delle sovrastrutture intellettuali e materiali; spazza via i “volterriani” dubbi, le superficiali e menfoto articolozognere “opinioni”: il relativismo, insomma. E mette faccia a faccia con la Verità, l'unica.
Nel dolore si incontra Dio, che ha la stessa natura del dolore. Per questo la mia conversione e insieme la maturazione umana e spirituale di Serenella: “Da quando ho conosciuto il dolore, lei diceva, sono cambiata. Dentro sono più ricca. Mi sento più vicina a Dio e agli altri” (cap. 16°).
A Serenella è stata dedicata una via cittadina in contrada Petrulli lo scorso settembre con la dicitura “Via Serenella - Protagonista di “Sopra le ali dell'Aquila”. Come è arrivata a questo riconoscimento che aggiunge alla figura di sua figlia altra vita?
Le procedure le ha portate avanti mio marito. All'inizio a mia insaputa: forse per titubanza, ritenendo quella sua richiesta un azzardo, o forse perché sapeva che non amo i riconoscimenti formali. Il mio coinvolgimento totale è avvenuto quando siamo stati interpellati per un eventuale consenso a che fosse intitolata a nostra figlia la via 434 che conduce al vicino Santuario della Croce. Qui sono cadute le mie indifferenze. Serenella veniva celebrata dalla sua Patria e da Dio. La sua Patria la riconosceva una “cittadina illustre” perché col suo esempio di forza, di pazienza, di mansuetudine e di fede, descritte in un libro che per il suo contenuto ha conosciuto un grande successo editoriale, umano e spirituale, aveva “onorato la nazione italiana e la città di Ragusa”. Dio, con la scelta di quella particolare strada, mostrava a tutti che quella della croce è una via regale. Nostra figlia è stata onorata dalla croce perché prima era stata annientata dalla stessa croce. Ora, con quell'intitolazione, alla sua figura si aggiungeva come ha detto lei un' “altra vita”, quella di essere “targa”, “segnaletica stradale” che indica i valori umani e religiosi, lei che aveva conosciuto la mansuetudine dei santi e la morte dei giusti, la sorte degli innocenti. Ecco dimostrato ancora una volta il trionfo del dolore.
Ha pensato di scrivere ancora? Si potrebbe dire che, oltre la fede, lei ha scoperto anche la scrittura dando prova di una capacità narrativa non comune.
Ho da poco redatto un sito internet intitolato “Sopra le ali dell'Aquila - Serenella, il libro che la racconta, i germi di bene”, in rete con l'indirizzo: www. sopralealidellaquila.it. Esso vuole raccogliere anche il non detto su Serenella, quello che conosciamo solo noi familiari e che per l'amore che constatiamo essersi sprigionato per lei siamo certi che sarà accolto con gioia.
Quattro anni fa ho pubblicato “Slegate Celestina!”, una favola spirituale. Inoltre da un anno lavoro a un altro libro, di cui anticipo il titolo: “ Amica mia, alzati! ” - La mia preghiera: una storia di amicizia con Dio”. Accanto a quello su Serenella questo libro è l'altra ala del mio intimo e completa la narrazione del mio rapporto con Dio, dalla mia infanzia al momento in cui il testo avrà un termine.

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