Ragusa Sottosopra
n.5 del 05/10/2010
Il Piano Paesagistico Provinciale
Faustina Morgante, Direttore Responsabile Ragusa Sottosopra
Anche il consiglio comunale di Ragusa, dibattendo sul tema, esprime una univoca necessità: tutelare il territorio. Ma sul come e sul cosa non c’è convergenza.
Anche per il Piano Paesistico, così come è stato per il Parco degli Iblei, il consiglio comunale si è molto soffermato, discutendo della proposta predisposta dalla Sovrintendenza di Ragusa, sul concetto di “sostenibilità” sul quale si registrano posizioni differenziate. Abbiamo ascoltato in proposito l'opinione dei consiglieri comunali Martorana (Italia dei Valori) e Celestre (Forza Italia)
La seduta del consiglio comunale del 5 agosto scorso era stata chiusa con l'impegno di rivedersi per formalizzare osservazioni e proposte di modifiche, anche alla luce delle risultanze della fase di concertazione in corso. Poi il 10 agosto sopravviene con decreto assessoriale n. 1767 l'approvazione del Piano Paesistico da parte della regione siciliana. Il blocco dei lavori di ampliamento del pozzo Tresauro 1, eseguiti dall'Enimed spa, è stato il primo atto conseguente alle norme di salvaguardia.
La giunta municipale il 3 settembre approva la delibera con cui si autorizza il sindaco a proporre ricorso al TAR di Catania per l'annullamento del decreto. Quale scenario potrebbe delinearsi?
Martorana - La contraddizione non è sul fatto che al 5 agosto si attendeva la concertazione e “il 10 agosto sopravviene“ il decreto assessoriale, ma sul fatto che la concertazione era iniziata nel 2008 e che mai il consiglio comunale era stato chiamato a discuterne, e non è certo la Soprintendenza che convoca il consiglio comunale. Si è avuto abbondante tempo e tanta concertazione per chi ha voluto fare concertazione vera, come ha confermato il sindaco di S. Croce Camerina che non solo ha accolto l'approvazione del piano come ogni sindaco degno di tale nome dovrebbe fare in termini istituzionali e di responsabilità, ma ha anche detto come sono andate le cose, e cioè che c'è stata tutta la necessaria concertazione e che tutte le osservazioni e le eccezioni presentate dal suo comune sono state pienamente inserite nel piano stesso. Le osservazioni sono state anche presentate da altri comuni e puntualmente, quasi al 100 %, accolte dalla Soprintendenza. Chi non voleva che il piano arrivasse mai a conclusione era semmai il sindaco di Ragusa e a quel punto il D.A. ha posto fine alla mistificazione. Poche ore prima che scattassero le norme di salvaguardia il Comune di Ragusa ha provveduto ad autorizzare l'ampliamento dei pozzi di petrolio. Atto legittimo, ma che dimostra ancora una volta da che parte sta il sindaco di Ragusa e quale sia il modello di sviluppo e la scelta dell'amministrazione comunale, che è quella di tutelare gli interessi dei petrolieri e delle multinazionali di ogni tipo anziché valorizzare il patrimonio comune, gli interessi dell'Agricoltura e un alternativo modello di sviluppo basato sulla valenza naturalistica e paesaggistica che offre vera e sostenibile occupazione. Nel piano paesaggistico non vi sono nuove norme e nuovi vincoli, ma solo l'affermazione di norme già esistenti, basti pensare che vieta “gli insediamenti produttivi in contrasto con l'art. 22 della L.R. 71/78”. Di cosa parlano quando terrorizzano le persone dicendo che il piano paesaggistico blocca lo sviluppo? La legge c'è da 32 anni! Il piano ribadisce il rispetto di una legge di 32 anni fa e quindi quale scenario potrà delinearsi? Questa campagna tesa a terrorizzare le persone non potrà avere successo perché si chiede alla Regione di andare contro le leggi e questo non può essere accolto. In altre Regioni i piani paesaggistici sono piani urbanistici territoriali ed hanno, quelli sì, molti vincoli (non il nostro), eppure in quelle Regioni, grazie a quelle leggi, si ha un reddito quasi doppio al nostro, si ha sviluppo e si ha occupazione e la gente continua lo stesso a costruire, ma nelle aree pianificate. La verità è che qualche sindaco sa che adesso potrà avere meno mani libere per consentire la costruzione di capannoni industriali in zona agricola o di fare lottizzazioni in campagna come illegittimamente si è fatto finora.
Celestre - Ad oggi, con l'applicazione del Piano e quindi delle norme di salvaguardia tutto è bloccato, influendo negativamente sul territorio. Ciò accade perché nel PTP vi sono talune indicazioni scritte senza le adeguate competenze che, tra l'altro, vanno in contrasto con le norme urbanistiche già approvate ed esecutive di cui il piano paesistico non tiene conto. Oltre al blocco dei lavori di ampliamento del pozzo Tresauro 1, mi risulta che, a seguito dell'applicazione delle norme di salvaguardia, non sia stata rilasciata la concessione edilizia ad un albergo ricadente nel territorio di Marina di Ragusa in zona di tutela 3. Oltre a ciò l'assessorato alle risorse agricole e alimentari ha già emanato circa 240 decreti di concessione di aiuti ai sensi della misura 121 del PSR 2007/2013 per la realizzazione di miglioramenti fondiari tra cui la costruzione di serre, i cui progetti, già esecutivi, nelle zone vincolate rischiano di essere bloccati fino a quando non si chiarirà la situazione, danneggiando ulteriormente il comparto agricolo in questo momento di grave crisi. Inoltre, trattandosi di fondi erogati dall'Unione Europea, se non si spenderanno entro la fine dell'anno in corso le somme stanziate verranno disimpegnate e quindi restituite. L'unica speranza che abbiamo è che il TAR dia la sospensiva e quindi la possibilità di ridiscutere il piano anche in riferimento al fatto che non sono stati seguiti determinati passaggi per legge indispensabili come la VAS (Valutazione Ambientale Strategica), procedura prevista da una direttiva europea.
Cosa è per lei la sostenibilità?
Martorana - La sostenibilità è il fulcro dell'essere Etico perché nel soddisfare i bisogni attuali prendo in considerazione che tutto ciò che ho è una ricchezza che mi è stata tramandata e sulla quale ho il dovere e l'obbligo di salvaguardia, tutela e valorizzazione per il presente e per chi verrà dopo di noi. Il contrario di sostenibilità e dell'etica è pensare che di tutto ciò che mi circonda posso farne l'uso che voglio perché tanto non devo vivere in eterno!!! Questo secondo devastante ed antietico atteggiamento è ciò che è avvenuto in provincia di Ragusa con il Parco degli Iblei e con il Piano paesaggistico e la regia di questo irresponsabile comportamento è nell'amministra-zione comunale di Ragusa con in testa il sindaco.
Celestre - La sostenibilità deve essere intesa come eco-compatibilità non solo dal punto di vista ambientale ma anche dell'economia. L'obiettivo deve essere quello di sostenere il benessere economico della provincia in equilibrio con l'ambiente. E' comunque importante in uno sviluppo sostenibile tenere conto del paesaggio, purché la salvaguardia della natura e della biodiversità non comporti l'assenza dell'attività dell'uomo: caratteristiche naturali e antropiche devono convivere nel paesaggio compatibilmente con lo sviluppo economico della provincia. A titolo di esempio, l'attuale versione del PTP se da un lato favorisce l'attività turistica, dall'altro penalizza la serricoltura. Eliminando le strutture serricole dalla zona costiera della nostra provincia, coincidente con la fascia trasformata dove sono ubicate la maggior parte delle coltivazioni in ambiente protetto, molti agricoltori saranno costretti ad abbandonare le campagne poiché le colture in pieno campo che sostituiranno i predetti apprestamenti comporteranno un ridotto impiego di manodopera. I pochi complessi che eventualmente nasceranno non potranno coprire il numero di posti che si perderanno nel settore agricolo. Inoltre, chi investirà non saranno imprese locali ma grosse multinazionali, sia italiane che estere, le quali non contribuiranno a sostentare l'economia della provincia, ma disperderanno il profitto derivante dall'attività al di fuori del nostro territorio.
Come tradurre concretamente, a suo avviso, il nesso tra tutela del territorio e sviluppo dell'agricoltura? Tra vincolo e produttività?
Martorana - Con l'istituzione del Parco degli Iblei e con il Piano Paesaggistico, come avvenuto in altri casi simili in Italia a cominciare dall'incredibile sviluppo creato dal Parco delle Cinque Terre, l'agricoltura potrà rinascere perché si darà agli Agricoltori la possibilità di integrare il proprio reddito, oltre che con le provvidenze previste per le aree a parco, anche con le nuove possibili attività legate ai percorsi enogastronomici, alle fattorie didattiche, agli agriturismi, alla accresciuta competitività derivante dai prodotti doc/dop ecc. con il marchio Parco degli Iblei. Per l'agricoltura vi sono solo vantaggi e per tutte le altre categorie - dagli industriali, ai commercianti, agli artigiani - non vi è alcun vincolo perché né il parco né il piano paesaggistico coinvolgono le zone industriali, commerciali o artigianali. Anzi migliorando l'economia agricola e turistica (chi viene lascia soldi) anche gli altri settori avranno a ricaduta i loro vantaggi
Celestre - L'agricoltore ragusano da sempre ha tenuto al suo territorio e lo ha nel tempo difeso ed allo stesso modo trasformato, conferendogli l'attuale aspetto caratterizzato dai tipici muri a secco, dalle trazzere, ecc. Oggi le nostre terre offrono un panorama spettacolare grazie all'intervento dell'uomo che lo ha reso così nel tempo adattandolo sapientemente alle esigenze delle colture agrarie, la risposta è quindi nella storia del nostro territorio e nelle capacità di chi ci vive e lo modifica, che da sempre ha operato nel rispetto dell'ambiente. Il paesaggio della campagna ragusana non può rimanere statico come in una fotografia, ma deve evolversi in funzione delle esigenze del mercato sempre più globalizzato, confidando sulle capacità e sulla consapevolezza che i nostri agricoltori hanno del territorio, anche in riferimento al fatto che l'agricoltura, per natura in continua evoluzione, deve adattarsi ai cambiamenti. Il contadino sa dai suoi avi cosa significa fare agricoltura: è rispetto del territorio e utilizzo dello stesso in modo proficuo senza che avvenga nessuno sfruttamento del suolo. Per quanto riguarda invece il rapporto tra vincoli e produttività, l'eccesso di vincoli influisce negativamente sulla produttività in quanto ritengo che determinati aspetti dell'agricoltura non possano essere soggetti a regole, perché la conservazione ed il mantenimento del paesaggio cui il PTP indirizza non sempre coincidono con le esigenze di sopravvivenza dell'agricoltura stessa sul territorio.
Qual è oggi la vocazione emergente del territorio ibleo? Crede che questa provincia abbia scelto con convinzione un progetto ben preciso di sviluppo economico o non sappia ancora orientarsi tra diverse strategie d'intervento e scommesse territoriali?
Martorana - In questa provincia non vi è un piano strategico. Questa classe dirigente pensa solo alle clientele ed agisce in maniera irrazionale, pensi che nel piano paesaggistico è stato integralmente calato il piano territoriale provinciale e la Provincia, inspiegabilmente, si oppone al piano che poi è il suo stesso piano!!!
Non vi è alcun progetto di sviluppo e tanto meno un progetto di sviluppo sostenibile, eppure saremmo ad un passo da un fondamentale, grosso salto di qualità capace di invertire la rotta e garantire futuro e occupazione, pensi che grande e unica opportunità: il patrimonio dell'Unesco, il Parco Nazionale, l'agricoltura di qualità, il patrimonio naturalistico, l'aeroporto, il porto di Pozzallo, il raddoppio della Ragusa-Catania.
Celestre - La vocazione del territorio è sia agricola che turistica. L'amministrazione ragusana ha ben chiaro ciò che si deve fare e di cosa necessita il suo territorio, il problema reale è un altro, che il PTP, così come è fatto, serve solo a ingessare il territorio nocendo all'economia locale che già soffre di una crisi che potrebbe diventare irreversibile. A questo punto, viene il dubbio che ci siano poteri occulti o presunti tali che stanno tentando di arrestare lo sviluppo del territorio ragusano a favore di quello di altre province limitrofe.
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