Ragusa Sottosopra
n.2 del 06/04/2010
Siciliana - Raccolta di Versi
filo conduttore di una sensibilità vibrante che attraversa ricordi, luoghi e persone del passato
Emanuel di Pasquale, docente d'inglese all'Università di New York e delicato poeta, è conosciuto nella nostra provincia in quanto è nato a Ragusa nel 1943 e si è trasferito nel 1956 negli Stati Uniti. Premiato qualche anno fa, come “ragusano nel mondo”, ha pubblicato vari libri in inglese e in italiano (Un'ambra prigioniera, Na vota, Connessioni) e ora, in edizioni biligue, inglese e italiana, Siciliana, curata da Salvatore Licitra, con pregevoli illustrazioni di Rocco Cafiso. Sono liriche che raccontano aspetti della vita dell'autore in modo che la memoria delle cose passate si muova tra leggerezza ed angoscia. Ne scaturisce un'esemplarità tematica, ricca di contenuti in un canto dove è presente un tono di disinganno, carico di tenerezza, che sembra costituire il senso dominante della vita.
In questa realtà molto soggettiva non mancano sottolineature oggettive, che si snodano attraverso un linguaggio spontaneo ed effusivo. L'autore si avvia al chiarimento di sé a se stesso, creando un'atmosfera particolare, che evita alti voli ma anche cadute nella banalità, in costante equilibrio tra sentimento ed espressione. Il fondo del dettato è elegiaco, fatto di ricordi e di rimpianti per le cose perdute e vuole rappresentare il disagio esistenziale del mondo contemporaneo, dove si riscontra un grande senso di precarietà e di abbandono. Così si ha un universo di umbratili vibrazioni, alimentato dalle leggerezza dei sentimenti e delle emozioni, che cerca di esprimere l'inesprimibile, cogliendo attimi fuggenti ed evocando memorie e sensazioni.
Si procede con un'andatura lirica e affabulatoria, che riporta in luce una tensione interiore, dove si agitano quadri descrittivi e accumuli d'immagini in cui i passaggi temporali imprimono ai versi il ritmo di una narrazione che, pur partendo da presupposti autobiografici, raggiunge strade universali, affondando le proprie radici nel flusso di suggestioni poetiche. La tendenza alla semplicità del linguaggio fa diventare il canto una sorta di sussurro, dove le liriche, incorniciate come quadri, si presentano sotto l'aspetto di frammenti uniti da un misterioso filo conduttore e sono coperte da una vena che offre un'equilibrata rete ricca di sentimento.
Andrea Guastella, autore della prefazione, scrive: “Essenziale, in questo processo, la collocazione ambientale, che inizialmente sembra coincidere con la campagna ragusana, ma subito, purificata al doppio filo della memoria e della metafora, sfuma e dissolve i suoi contorni nell'infinito endemico del mare”.
Ne abbiamo un esempio nella lirica intitolata “Quando tu” che inizia con questi versi: “Quando tu hai girato la chiave / Per aprire la porta per la tenerezza e amore / Stavo vicino al mare, nell'attesa paziente / Dell'onda e del mare, in cerca della compagna…”. Così l'elemento marino, insieme al ricordo del padre, della figlia e della propria città natale, costituisce un punto fondamentale della poesia di Emanuel di Pasquale, molto più complessa della sua naturalezza.
a cura di Emanuele Schembari
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