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Ragusa Sottosopra

n.2 del 06/04/2010

Il prodigio Angelo Majorana

foto articoloA cento anni dalla morte un convegno organizzato dal Rotary Club di Ragusa ripercorre le vicende di una dinastia illustre del sud-est della Sicilia e lo spaccato di una società in divenire dopo l'unificazione d'Italia

Il convegno organizzato dal Club di Ragusa del Rotary International il 13 febbraio scorso ha avuto come protagonista, in occasione del centenario della sua morte, la figura di Angelo Majorana, raffinato giurista siciliano, acuto statista e politico del tempo giolittiano.
Dal 1897 in poi la sua ascesa nel campo della politica, poco più che trentenne, non conosce pause: deputato, poi sottosegretario alle Finanze, ministro del Tesoro e delle Finanze. Fu il collegio di Ragusa ad eleggerlo deputato nel 1909, un anno prima della sua morte.
I docenti universitari che hanno svolto le relazioni e gli interventi dell'on. Giorgio Chessari e del dott. Giorgio Veninata hanno composto un quadro dettagliato e molto interessante non solo della vita, del pensiero e delle opere di Angelo Majorana, ma anche del contesto storico, sociale, politico ed economico della Sicilia e dell'Italia a cavallo tra Ottocento e Novecento e dello scenario sociologico in cui si muovevano i primi passi del regime costituzionale dell'Italia unita. A corredo dell'iniziativa culturale una mostra allestita nel foyer del teatro Donnafugata dedicata ad Angelo Majorana in cui sono stati raccolti documenti, pubblicazioni, foto, oggetti d'epo-ca. Conversiamo con il dott. Giorgio Veninata, presidente del club ragusano del Rotary International e curatore, insieme all'avv. Pietro Di Quattro e al dott. Marco Cascone, componenti del suo staff, dell'organizzazione del convegno e della mostra, per focalizzare alcuni aspetti trattati negli interventi.
Dott. Veninata, intanto perché un convegno su Angelo Majorana?
Fin dall'atto del mio insediamento come presidente del Rotary Club di Ragusa per l'anno sociale 2009-2010 mi sono prefissato, unitamente all'amico prof. Giacomo Pace Gravina, ordinario di storia del diritto medievale e moderno all'Università di Messina, di compiere, per così dire, il primo passo di un percorso di approfondimento, di valorizzazione e di studi e ricerche su Angelo Majorana nei suoi vari profili di statista, politico e giurista. Debbo sottolineare che tale idea èfoto articolo stata generosamente condivisa dai presidi delle facoltà di Giurisprudenza delle Università di Catania e di Messina che, consapevoli del rilievo scientifico che s'intendeva dare ai lavori convegnistici, hanno concesso il loro prezioso patrocinio.
A comprova di ciò basti pensare che vi hanno partecipato, con impegnative relazioni, il prof. Franco Migliorino ed il prof. Giuseppe Barone dell'Università di Catania, il prof. Giacomo Pace Gravina e il dr. Antonio Cappuccio dell'Univer-sità di Messina ed il prof. Luigi Lacchè, prorettore dell'Università di Macerata.
Il convegno è rientrato, peraltro, nell'ambito delle finalità proprie del Rotary International che è anche quella di promuovere iniziative “culturali” preferibilmente di alto profilo che abbiano una ricaduta sul territorio, nel senso di divulgare e approfondire il ruolo e l'opera di personalità, quali Angelo Majorana, che nei vari settori abbiano, sul piano nazionale ed internazionale, rappresentato in modo più che degno il nostro territorio e nel caso in questione l'intero sud-est della Sicilia. Ovviamente si è anche voluto dare risalto al momento celebrativo legato alla ricorrenza del centenario della scomparsa del Majorana, deceduto, a soli 44 anni, il 9 Febbraio 1910.
Parliamo della dinastia dei Majorana. Pur provenendo dalla provincia diedero un grosso contributo in termini di intelligenze brillanti ed autorevoli nel campo dell'economia, del diritto, delle scienze sociali ai più alti livelli. Un esempio perfetto di una borghesia studiosa ed illuminata?
Più che di borghesia studiosa e illuminata (ovviamente anche di questo si tratta), ci troviamo in presenza di una dinastia intellettuale (“fondata” da Salvatore Majorana Calatabiano, esponente di spicco della “sinistra storica” e padre di Angelo), consapevole del proprio ruolo nella società del tempo e capace di elaborare una strategia politica e culturale che si ponesse l'obiettivo di costituirsi come elemento centrale nella società del tempo, ma soprattutto di favorire il superamento graduale delle condizioni di arretratezza, non solo economica e sociale ma anche culturale, della comunità isolana e meridionale; un'eccezione rispetto al panorama che vedeva un ceto sociale che non seppe o non volle svolgere, a partire dall'epoca del foto articoloriformismo” borbonico, le funzioni intellettuali ed imprenditoriali, proprie della borghesia. In questo contesto appare singolare (gli storici potrebbero approfondire ciò) il fatto che cosiddetta “provincia” abbia espresso, negli anni a cavallo tra l'Ottocento ed il Novecento, personaggi di primissimo piano nel campo della letteratura come, ad esempio, il vizzinese Verga ed il menenino Capuana, della politica come il calatino Luigi Sturzo, il riberese Francesco Crispi, della cultura giuridica e delle scienze sociali quali Vittorio Emanuele Orlando, Francesco Scaduto ed altri che sarebbe troppo lungo citare. In questo gruppo s'inseriscono a pieno titolo i Majorana, originari di Militello Val di Catania, a partire da Salvatore Majorana Calatabiano e dei suoi figli Angelo, Giuseppe, Dante, Quirino e Fabio (quest'ultimo padre del celebre fisico Ettore) che hanno, in diversi campi di attività, lasciato seppure in varia misura il loro segno.
La forte impronta sociologica applicata alla ricerca, all'attività di giurista e politico di Angelo Majorana in cosa si è tradotta sul piano dell'azione pubblica sia da deputato che da ministro?
Sarebbe in questa sede impossibile parlare di tutte le misure legislative che sono attribuibili direttamente o indirettamente ad Angelo Majorana, nel breve periodo (circa due anni dal 1905 al 1907) in cui ricoprì la carica di Ministro delle Finanze e del Tesoro nel terzo Governo Giolitti. Citerò soltanto la legge, approvata su proposta del Majorana dalla Camera dei Deputati il 6 giugno 1906, concernente la conversione della rendita dei titoli di Stato dal 5% al 3,5%, che consentì un consistente risanamento della finanza pubblica e l'avvio delle proposte di legge (concepite dal nostro statista) sul riordinamento dei tributi locali e sulla tutela del lavoro minorile e femminile.
Veniamo a Ragusa. Angelo Majorana, liberal-democratico, fu candidato nel collegio di Ragusa nel 1909, anche se dal 1987 in poi il collegio che gli garantiva il mandato parlamentare era quello di Nicosia. Come mai questo passaggio? E Ragusa come accolse la sua candidatura?
A me pare che tale cambiamento del collegio elettorale sia dovuto sostanzialmente a due motivi. Da un lato le sue condizioni di salute, sempre più precarie, lo indussero a presefoto articolontare la sua candidatura nel collegio di Ragusa per essere più vicino alla famiglia che in genere, per lunghi periodi dell'anno, risiedeva a Chiaramonte Gulfi, paese di origine della moglie Vita Cultrera di Montesano, mentre dall'altro non si può escludere, anzi appare probabile, che il sindaco di Nicosia, avv. Mariano La Via, facesse pressioni per una sua candidatura a deputato come in effetti si verificò essendo stato quest'ultimo eletto in sua sostituzione. La nostra città in un primo momento espresse perplessità sulla candidatura di Angelo Majorana non per la sua figura, ma per il modo come essa era nata (sostanzialmente a seguito di un accordo tra Federico Cocuzza deputato uscente, che ottenne subito dopo il laticlavio senatoriale, ed il Majorana, il tutto supponiamo sotto l'egida giolittiana). Ma in seguito Ragusa accolse pienamente tale indicazione che all'epoca consentì un'intesa anche se temporanea tra i contrapposti “partiti” municipali. Angelo Majorana fu di conseguenza eletto, senza alcun competitore, con ben 2273 voti pari al 99,51% dei votanti con un affluenza alle urne del 65,97% degli aventi diritto, sostanzialmente in linea con il dato nazionale.
Il suo impegno di rappresentanza per la comunità iblea durò poco meno di un anno perché già malato da tempo, morì infatti nel 1910. Eppure si prodigò per portare avanti alcuni progetti che riguardavano il comune di Ragusa. Quali?
Allo stato delle ricerche (e mi sia consentito ringraziare anche in questa occasione il dr. Angelo Majorana, nipote dello scomparso, per avermi permesso di effettuare alcuni “scandagli” tra le carte del nonno), pur considerato il brevissimo periodo in cui rappresentò la nostra comunità (dal marzo 1909 al gennaio 1910), Majorana si attivò per l'esonero dal contributo che il Comune di Ragusa doveva alla Provincia di Siracusa per il funzionamento di quella struttura portuale e per la concessione da parte dello Stato di un rilevante mutuo a favore del nostro municipio. Del resto anche precedentemente il Nostro, nella sua qualità di consigliere provinciale di Siracusa a partire dal 1899, era stato determinante, grazie anche alla sua carica di parlamentare, per la costruzione della ferrovia complementare Siracusa- Ragusa-Vizzini e per la realizzazione di altre opere pubbliche.

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