Ragusa Sottosopra
n.1 del 08/02/2010
Siciliani d'Africa
Minì Arezzo
Intorno al 1880 gli italiani presenti in Tunisia erano oltre 100.000. E l'80% erano siciliani
Ha avuto grande successo, presso il Castello di Donnafugata, il convegno “Siciliani d'Africa”, organizzato dall'associazione “Nuovo Cinema Italiano” in collaborazione con l'assessorato alla Cultura del Comune di Ragusa.
Nella triste storia dell'emigrazione siciliana, infatti, è poco conosciuto il fatto che nei primi anni che seguirono immediatamente l'unità d'Italia, col saccheggio delle nostre risorse, i nostri antenati dovettero emigrare in massa verso il vicino continente africano.
Spogliati di tutto, i nostri padri, non avendo i mezzi per una traversata oceanica, si rivolsero in massa (oltre il 94 % del totale) specialmente verso la Tunisia. A bordo di barconi, ammassati e poverissimi, i nostri antenati furono la copia conforme dell'emigrazione che, a ruoli invertiti, costituisce cronaca di tutti i giorni. Incoraggiava questo esodo la legislazione araba, che concedeva con facilità suolo con un graduale riscatto; nacque così un'imponente colonia siciliana di piccoli coltivatori, che resero fiorenti terre fino ad allora abbandonate. Si calcola che intorno al 1880 gli italiani presenti in Tunisia fossero oltre 100.000, di cui l'80 % erano siciliani. L'emigrazione verso le Americhe, da parte sua, iniziò solo intorno al 1885, raggiungendo presto cifre imponenti.
Oltre venti fra docenti universitari e storici si sono alternati nelle due giornate del convegno, moderato nella prima giornata dal sottoscritto in qualità di assessore alla cultura e dal coordinatore Arturo Mingardi nella seconda.
Molto interessanti gli interventi dei relatori, provenienti da Libia, Egitto, Tunisia e Malta, oltre che naturalmente dalle principali città siciliane, davanti ad un pubblico numeroso e interessato. Ha chiuso i lavori l'on. Fabio Granata, vicepresidente della Commissione Antimafia, con un intervento sulle politiche di accoglienza dell'Italia e dei Paesi del Nord Africa, approfondendo il tema del disegno di legge, in discussione a livello nazionale, finalizzato ad assegnare la cittadinanza attiva ai migranti del tutto inseriti nel tessuto sociale ed economico.
L'iniziativa ha certamente messo sul tappeto numerosi spunti di grande interesse, insieme al riconoscimento di notevoli cambiamenti portati dai nostri predecessori a favore delle popolazioni locali, in particolare nel campo della medicina e delle lotte sociali, allora sconosciute in Tunisia. Sono stati esaminati e studiati vari altri aspetti, come le comunità dei pescatori o gli scambi intellettuali, con la creazione di decine di giornali in lingua italiana, o ancora, negli anni, i risvolti politici con “emigranti” come Mazzini, o Garibaldi, per arrivare in epoca recente a Craxi. Ha stupito non poco apprendere che proprio un siciliano di ritorno, Jahwar “as Siquili” (il siciliano, appunto) fondò Città del Cairo, la megalopoli egiziana. Spunti e notizie di grande interesse sui quali certamente sarà interessante operare degli approfondimenti. Intanto è in programma, grazie al contributo dell'assessorato regionale al Lavoro e all'Emigrazione, la stampa degli Atti del Convegno.
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