Ragusa Sottosopra
n.1 del 08/02/2010
Una via intitolata a Donato Rondinone
L'ingegnere che a Ragusa lasciò un pezzo della propria vita tra le pagine di storia della trasformazione economica del territorio legata all'estrazione del petrolio tra gli anni '50 e '60. Per onorare la sua figural’amministrazione comunale ha determinato di intitolargli l’ex via 464
Via Donato Rondinone. A quest'uomo, che non è ragusano, ma di Ragusa ha scritto un pezzo di storia, sarà intitolata l'ex via 464, in prossimità della rotonda di viale Europa.
Abiterò in questa strada e sono molto felice di sapere che sarà intitolata a questa bellissima persona che non è un eroe, non è un santo, ma è un vero uomo dei nostri tempi, una persona che ha lavorato per il bene della comunità e per il progresso della nostra città, onesto e meravigliosamente colto. Ho parlato di lui come argomento sociale e sono rimasto sorpreso di quanta gente lo abbia conosciuto e di come tutti lo ricordino e ne parlino bene, di quanta umanità c'era in lui e di quanta allegria era dotato…così commentava un cittadino ragusano sulle pagine di una emittente locale alla notizia dell'intitolazione della strada.
Donato Rondinone nasce a Corleto Perticara (Potenza) il 4 dicembre del 1926. Conseguito il diploma di geometra, già a 23 anni comincia a lavorare come project manager in Libia per la ricostruzione di fabbricati, caserme e reti stradali distrutti dalla guerra. E' a Ragusa che nel 1954 assume l'incarico di assistente del direttore di produzione dei campi petrolifici della Gulf Italia e nel contempo svolge anche il servizio militare (dal gennaio 1954 al luglio 1955).
Nei nove anni che trascorre a Ragusa diventa uno degli artefici maggiori del processo economico legato all'estrazione del petrolio. E' direttore dei lavori di costruzione del Centro Olio, delle linee di flusso, della rete stradale di collegamento e della rete di distribuzione ad alta tensione, dei lavori di “servicing”, “work over”, acidificazione e cementificazione dei pozzi. É a Ragusa che diventa padre per ben tre volte. Nel 1963 il trasferimento a Catania, nel '72, dopo il conseguimento della laurea in Ingegneria Meccanica, è docente universitario a Padova di Calcolo e Meccanica Comparata. É anche inventore di un apparato di distribuzione per motori a combustione interna che è stato oggetto di un apposito brevetto industriale. Dagli anni '70 in poi è un lungo elenco di opere importanti e strategiche realizzate in Italia e nel mondo, come l'oleodotto Tehran-Tabriz in Iran, l'oleodotto di 905 km realizzato in Nigeria, o come l'acciaieria realizzata a Misurata in Libia o le tante opere pubbliche realizzate in Somalia. E' l'ing. Rondinone ad occuparsi della realizzazione della prima piattaforma di produzione offshore del campo petrolifero Vega, nel canale di Sicilia.
Muore a Padova il 30 settembre del 2008. La squadra ragusana di Donato Rondinone, un esempio ammirevole di lavoro di gruppo basato sulla fiducia e l'incoraggiamento, è ricordata da tutti come un team di alta professionalità, protagonista di quella trasformazione post-bellica orientata verso il progresso, il benessere, la modernità, a Ragusa incarnata dallo skyline dei muretti a secco e delle trivelle. “Per noi è stato come un padre - ricorda uno dei suoi operai, Franco Sgarioto - sempre pronto a dare buoni consigli, ad ascoltare, ad aiutare non solo in ambito lavorativo, ma anche in tutti gli aspetti della vita”.
Un uomo che a Ragusa ha lasciato il segno della propria opera, del proprio spessore di uomo integro, con straordinarie capacità professionali ed umane. “Mio padre è stato per noi un punto di riferimento esemplare - dice la secondogenita Viviana - Ci ha mostrato, attraverso la relazione con mia madre, la bellezza di un rapporto di coppia. Ci ha indicato come dare valore alla propria vita attraverso le relazioni, il lavoro, avendo come filo conduttore sempre la tensione etica e morale. Attraverso l'ammirazione per mio padre di mio marito, anch'egli ingegnere, ho compreso quanto fossero straordinarie le sue capacità tecniche e manageriali. Le cose vanno fatte bene perché dobbiamo lasciare l'esempio, ci ripeteva sempre. Siamo felici per il riconoscimento che la città di Ragusa vuole conferire a mio padre”.
L'ing. Donato Rondinone ha lasciato uno scritto, una raccolta di ricordi del periodo tra il 1943 ed il 1947, dedicato ai suoi figli (Mariarita, Viviana e Riccardo) ed ai suoi nipoti, intitolato “Effemeridi”. Sottotitolo: una gioventù interrotta ed una vita segnata dalle vicissitudini della guerra quando non esistevano scelte di vita ma solo di sopravvivenza. Ma dalla “sopravvivenza” è sbocciato un cammino di vita che lo ha reso protagonista del proprio tempo e caro a chi lo ha conosciuto.
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