Ragusa Sottosopra
n.1 del 08/02/2010
Un progetto guida per Marina di Ragusa
Angelo Licitra, architetto
Le relazioni tra mare ed entroterra. Tra centro costiero e capoluogo.
La tesi utilizza la realizzazione del porto turistico come indicatore di un nuovo processo di trasformazione e come punto privilegiato di osservazione
Nell'aprile 2006 un'impresa di costruzioni si aggiudica l'appalto per il “project financing” di un grande porto turistico a Marina di Ragusa. Questo evento, atteso da oltre un secolo, riapre la prospettiva di una grande infrastruttura che potrebbe finalmente rilanciare lo sviluppo e la crescita economica di Marina di Ragusa, territorio che si è sviluppato attorno al piccolo borgo di pescatori e che è diventato nel dopoguerra luogo di villeggiatura dei ragusani, dissipando così le tracce della sua identità, già indebolite dalla mancata costruzione di un porto. La previsione del nuovo porto è stata utilizzata, all'interno della mia tesi, quale indicatore di un nuovo processo di trasformazione e come primo punto di osservazione. Interverrà come “agente esogeno” sugli assetti attuali, ridisegnando equilibri a scala urbana, costiera e territoriale, e potrebbe aumentare le molte criticità presenti.
Per questo si è cercato di capire il ruolo giocato da Marina di Ragusa all'interno di un ambito costiero più vasto, in relazione ad altre realtà territoriali, ed in rapporto con l'entroterra e con il centro di Ragusa. Il problema del porto ha costretto a guardare alle dinamiche di trasformazione presenti sul territorio, osservandole e confrontandole con il PRG, strumento che dovrebbe garantirne il disegno generale.
L'incontro con i tecnici del Comune di Ragusa e con i redattori del piano è servito per capire in quale misura lo scenario che si presenta dipenda dalle previsioni del piano, o se quest'ultimo si trovi eventualmente a dover registrare fenomeni in atto. Il piano, nato da un iter travagliato, si trova spesso nella necessità di dare una veste giuridicamente accettabile a interventi e trasformazioni, se non abusive, legate comunque a questioni pregresse e a sanatorie; è un piano che guarda alle trasformazioni in modo disinvolto, prefigura distretti di edificazione legati alle seconde e terze case in aree in cui vengono sottratti gli ultimi spazi verdi di parco agricolo nel centro urbano, potenzialmente disponibili per usi collettivi e, contemporaneamente, non affronta il problema della riqualificazione delle aree periferiche.
Il problema dunque non è solo quello di determinare un nuovo assetto per la linea di costa, si tratta di incidere sul rapporto tra le diverse parti che compongono il sistema insediativo, cioè sulla relazione tra la linea di costa e l'entroterra, tra il centro costiero e il capoluogo.
Vi è poi la necessità di guardare questi fenomeni non solo localmente, nei punti di maggiore criticità, ma in una chiave di lettura più ampia, come testimoniano le azioni proposte dal Piano Territoriale Provinciale che disegna le grandi linee di sviluppo del territorio ibleo, attraverso una serie di interventi: infrastrutturali, per il turismo, legate ai beni culturali e architettonici, legate all'economia e all'ambiente.
Questi interventi dovrebbero dare nuovo slancio e competitività all'area iblea. Un esempio ne sono il potenziamento dell' aeroporto di Comiso, della linea ferroviaria pedemontana, dell'asse litoraneo, dell'autostrada, il raddoppio della strada statale 514 e la nuova realtà del porto turistico; tutti interventi che mirano a rendere Marina di Ragusa meta turistica facilmente raggiungibile.
Tutto ciò fa guardare questo territorio come ad una realtà più ampia, e induce a proporre una fruizione più attenta alla valorizzazione dei siti archeologici, degli ambiti naturalistici, delle risorse am-bientali, evidenziando quello che il territorio stesso produce (come l'agricoltura biologica, che fa parte di un sistema agricolo provinciale, evidenziato nel piano territoriale come azione mirata al sistema delle serre). Questa parte del Sud-Est siciliano, per esprimere al meglio le proprie capacità attrattive e per progettare il suo futuro, dovrà valorizzare e mettere a sistema risorse culturali, ambientali e di offerta turistica per un nuovo modello di sviluppo sostenibile che sia di riferimento per tutto il Mediterraneo.
Sarà necessaria la cooperazione tra istituzioni a scala locale e territoriale, e l'attivazione di un partenariato internazionale tra i Paesi del Mediterraneo, con obiettivi comuni condivisi. Il forte attrito tra la pianificazione provinciale e quella comunale suggerisce la necessità di uno strumento urbanistico di grana intermedia, che possa essere adottato dall'amministrazione sotto forma di linee guida per le scelte strategiche da adottare; un progetto guida che contenga gli indirizzi per le trasformazioni nei loro diversi ambiti: quello politico, quello degli strumenti da attivare, quello del reperimento delle risorse finanziarie. Il progetto individuerà una serie di strategie che passano anche attraverso le misure finanziate dal Programma Operativo Regionale 2000-2006, le quali rappresentano una grande opportunità per il modello di sviluppo che il progetto guida propone, anche per la concomitanza temporale che vede nella prossima tornata dei POR 2007-2013 l'occasione, per il Comune di Ragusa, di farsi soggetto proponente e coordinatore di un programma integrato di interventi.
Il progetto guida si compone di una parte relativa all'individuazione degli ambiti d'intervento (sia di grandi aree che di parti puntuali) e della redazione di un piano agricolo introducendo norme di comportamento relative all' utilizzo del territorio, che ricostruiscono l'immagine di un contesto agricolo suddiviso in diversi ambiti (l'ambito parco agricolo, suddiviso in aree di dettaglio quali il parco delle serre e il parco sportivo; l'ambito costiero; l'ambito della Riserva Naturale della foce del fiume Irminio) secondo principi di economia, ambiente, trasformazione, uso e fruizione.
La prima norma generale riguarda la trasformazione e prevede l'edificazione di alcune aree con modalità perequative, con indicazione della volumetria di riferimento, gli oneri di urbanizzazione, gli standard di qualità aggiuntivi ed il mantenimento e la valorizzazione dei muri a secco.
La seconda norma riguarda rispettivamente il recupero del patrimonio edilizio esistente: storico, residenziale dei centri minori, rustico-agricolo. In particolare stabilisce la valorizzazione di alcuni edifici storici rurali (masserie, ville padronali) attraverso la promozione di eventi culturali e fiere, la riqualificazione urbanistica per i centri minori di Cerasella, Castellana, Gatto Corvino, Villaggio 2000, Villaggio Orchidea, il risanamento conservativo dei rustici annessi ai fondi agricoli del parco, a fini commerciali a supporto dell'offerta ricettiva e ricreativa
La terza norma riguarda la fruizione legata alla nuova mobilità (trasporto pubblico privato, mobilità lenta). Il piano prevede: un itinerario di navetta pubblica che colleghi la costa all'entroterra, un itinerario di navetta privata, gestita dalle strutture ricettive poste lungo la fascia della litoranea panoramica, un itinerario di navetta pubblica o privata per la visita ai siti archeologici. La mobilità lenta (pedonale e ciclabile) all'interno del parco agricolo è libera e si suddivide in rete pedonale dei sentieri agricoli tramite la quale gli abitanti, i visitatori o i turisti possono passeggiare lungo le vie vicinali e interpoderali sistemate preventivamente dai proprietari (standard aggiuntivi) e accedere alle aree messe a disposizione dai privati come orti pubblici, punti di ristoro (parco delle serre), bagli (cortili) ed una rete ciclabile di parco, formata da due circuiti anulari percorribili nell'arco di un giorno, che relaziona tra loro i sottoambiti del parco agricolo e l'ambito urbano.
La quarta norma riguarda lo sviluppo di nuove attività (piccola distribuzione commerciale, attività per il tempo libero, lo sport, attrezzature di carattere pubblico anche gestite da privati), che possono essere realizzate con il recupero dei rustici annessi al fondo, situati nel parco delle serre e parco dello sport e attraverso nuova edificazione.
La quinta norma riguarda la gestione del parco, affidata a un ente che può essere il Comune di Ragusa o un soggetto a partecipazione mista, con possibilità di ingresso alle cooperative agricole e ai singoli imprenditori riuniti in consorzio. I soggetti sono tenuti a redigere un piano di gestione annuale in cui si definiscono le politiche attuabili e i finanziamenti reperibili.
La sesta norma consiste nel rispettare queste norme e i regolamenti di dettaglio relativi alla loro vocazione (agricola, insediativa, ricettiva, sportiva- fruitiva ). Definisce, in particolare, il parco delle serre (come sottoambito del parco agricolo in cui il piano dispone gli interventi strategici capaci di invertire la logica di crescita delle funzioni ricettive lungo la costa, proponendo un corpo regolamentativo speciale) ed il parco sportivo, situato nella parte occidentale di Marina di Ragusa, la cui destinazione è recepita dal PRG vigente, ed è riproposta come un ambito in cui promuovere spazi legati agli sport all'aria aperta.
La settima norma vuole dare un quadro di sintesi agli strumenti attuativi (i progetti integrati territoriali) che permettono di accedere ai finanziamenti pubblici.
L'ambito costiero
L'ambito costiero costituisce il risvolto della medaglia rispetto alle scelte sottese al progetto guida indicate nel piano agricolo. Per esso il piano guida prevede azioni di mantenimento della capacità insediativa e individua una serie di interventi necessari a ristabilire l'equilibrio attraverso la costruzione di nuove centralità nel tessuto urbano che costituiscono elementi di connessione e di qualificazione dello stesso. In particolare la linea di costa tra il lungomare Santa Barbara e il circolo velico deve essere attrezzata maggiormente con servizi a supporto delle spiagge (servizi di base per i bagnanti).
Il nuovo porto turistico necessita di locali di pregio, di attività commerciali di richiamo per un target medio - alto di fruitori. Inoltre si reputano indispensabili attività miste ad attrezzature e spazi pubblici per gli abitanti, da inserire nelle aree in cui sono decaduti i vincoli. Le operazioni sono oggetto di piani particolareggiati attuativi d'iniziativa privata e a partecipazione pubblica. Si prevede inoltre la valorizzazione della fascia costiera urbana da attuarsi tramite programmi integrati d'intervento e, nell'ambito portuale, tramite la creazione di una società mista di capitali (STU) a maggioranza pubblica.
Le scelte del progetto hanno messo in evidenza le connessioni e i nodi che caratterizzano la nuova struttura, territoriale e urbana, sotto un quadro di azioni coordinate dal soggetto pubblico. Parliamo di corridoio ecologico del fiume Irminio e della “rete ecologica” costituita da una trama di percorsi rurali esistenti (trazzere) e di nuova realizzazione (percorsi di fruizione ecologica); della realizzazione della strada litoranea-panoramica a confine tra i due ambiti di parco e come arteria alternativa alla litoranea; parliamo della nuova ricettività diffusa lungo la strada litoranea panoramica e quella sparsa nel parco delle serre che segue un disegno geometrico legato a matrici rurali e spaziale radiocentrico intorno al nucleo di Marina; della variante ferroviaria pedemontana che, se realizzata, costituirebbe un grande potenziamento alla accessibilità per Marina e alle altre località costiere (se ciò non avvenisse potrebbe diventare un percorso alternativo di navetta urbana pubblico -privata). Ci riferiamo ancora al fitto reticolo di muri a secco che costituiscono una testimonianza del proprio valore storico, alla diffusione delle piccole case di villeggiatura, intesa come processo di reinvenzione del “sistema masserie”, che la prossima variante di Piano potrebbe trattare in un’ottica di valorizzazione e di rilancio produttivo, legandola a un turismo eco-sostenibile di qualità.
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