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Ragusa Sottosopra

n.1 del 09/02/2005

La bellezza ritrovata
Restauro di un affresco cinquecentesco nella
chiesa di Santa Maria delle Scale

Giuseppe Antoci - incaricato per i Beni culturali della Diocesi di Ragusa e Sebastiano Patanè - restauratore

foto articoloLa chiesa di S. Maria delle Scale può essere considerata, a ragione, una sorta di “memoria storica” dell'arte iblea precedente al terremoto del 1693, al suo interno conserva infatti numerose opere d'arte di epoca gotica e rinascimentale che ci forniscono importanti dati sulle presenze artistiche precedenti al barocco. Recentemente una di queste opere è stata interessata da un intervento di restauro promosso dall'Ufficio per i beni culturali della diocesi di Ragusa: si tratta di un affresco datato 1579 e raffigurante San Biagio vescovo, collocato nella prima cappella della navata destra della chiesa. L'opera pittorica, come anche la chiesa in cui è collocata, aveva subito nel corso dei secoli una lunga serie di traversie: pur essendo rimasto pressoché incolume dalle distruzioni del terremoto del 1693 e avendo resistito alla distruttiva ristrutturazione barocca dell'antica chiesa, avvenuta nella seconda metà del secolo XVIII, l'affresco era stato totalmente occultato nel secolo XIX, per la costruzione di un nuovo altare dedicato a S. Giuseppe e se ne era persa completa-mente la memoria. Nel 1941, in occasione di lavfoto articoloori di risistemazione della chiesa, che prevedevano la demolizione di questo altare e lo spostamento del fonte battesimale cinquecentesco nel vano sotto il campanile, dove attualmente si trova, l'affresco venne alla luce, anche se alquanto danneggiato per la presenza di estese lacune nella parte centrale della figura del Santo. Il parroco del tempo, mons. Vincenzo Di Quattro, ne riconobbe il pregio e chiese un intervento alla Soprintendenza ai Monumenti di Catania, che parimenti ne riconobbe l'indubbio valore, e procedette allo “stacco” dal muro e alla collocazione su un supporto ligneo, per potere essere collocato nella parete del primo vano della navata destra della chiesa. Purtroppo in quell'occasione non venne effettuato un adeguato intervento di restauro e di protezione dell'opera che ha comportato un suo progressivo deterioramento protrattosi fino ai nostri giorni, l'affresco infatti risultava scarsamente leggibile e a stento, in esso, era individuabile la sagoma della figura del Santo. L'intervento di restauro, effettuato dalla ditta Patanè Restauri di Ragusa e svoltosi sotto l'alta sorveglianza della Soprin-tfoto articoloendenza ai beni culturali di Ragusa, ha permesso di recuperare, nonostante le numerose lacune, una accettabile leggibilità dell'opera di cui risaltano le belle cromie originali e le raffinate decorazioni delle vesti del Santo vescovo. Questi è raffigurato, all'interno di una cornice rettangolare di colore bruno, in piedi, abbigliato con i paludamenti e le insegne della dignità episcopale: il piviale sulle spalle, la mitra in testa ed il pastorale nella mano destra; particolarmente interessanti sono i particolari decorativi delle vesti che imitano quelli dei preziosi tessuti broccati dell'epoca. La figura è alquanto ieratica e ancora legata agli schemi iconografici dell'arte bizantina che evidentemente erano alquanto apprezzati a quell'epoca, come si può evincere dal confronto con altre opere coeve, come quelle conservate nella chiesa di S. Rocco a Ragusa.
Anche in questa chiesa infatti si conservano alcuni affreschi cinquecenteschi tra cui uno, raffigurante S. Ippolito a cavallo e recante la data del 1586, presenta caratteristiche analoghe a quello di S. Maria delle Scale.
I lavori di restauro

All'inizio foto articolodell'intervento di restauro lo stato di conservazione dell'affresco risultava alquanto problematico, sia dal punto di vista conservativo che estetico: l'opera infatti aveva subito un intervento di restauro negli anni '40 consistito nello stacco dell'affresco dalla parete e nella ricollocazione su un pannello di legno.
Questo probabilmente ha permesso il recupero dell'opera, ma le tecniche e i materiali utilizzati sono risultati inadeguati a garantire una perfetta conservazione dell'opera nel tempo.
In diversi punti si sono riscontrati problemi di cattiva adesione al pannello di supporto; la superficie risultava molto lacunosa, letteralmente tempestata soprattutto nella parte superiore e centrale di piccole spaccature - tipo craquelure - con relative cadute di colore non stuccate che segnavano con macchie grigie la superficie.
Parecchi erano anche i sollevamenti dello strato pittorico causati forse da un eccessivo utilizzo di stesure filmogene e colle che non hanno retto agli sbalzi di umidità.
Tutto questo, unito all'inevitabile invecchiamento, al deposito di polveri e sporcizia ed alla discutibile scelta della stefoto articolosura di colore grigio scuro sulle parti mancanti penalizzava notevolmente l'impatto estetico dell'opera, rendendola poco leggibile e poco valorizzata.
Il nuovo intervento di restauro ha avuto come finalità innanzitutto il blocco delle situazioni di degrado che rischiavano di compromettere ulteriormente l'opera, il ripristino delle condizioni ottimali per una sua buona conservazione nel tempo ed un miglioramento anche dell'aspetto estetico.
Si è dovuto procedere alla sostituzione del vecchio pannello di sostegno in legno con uno nuovo, appositamente studiato, realizzato in tessuto di vetro con struttura in alluminio a nido d'ape e tela di vetro ricoperto da un foglio di sughero.
Per questa operazione, dopo aver opportunamente consolidato le parti sollevate, è stato effettuato un nuovo stacco della superficie affrescata usando materiali tradizionali come la colla forte animale e la tela patta.
Si sono poi potute togliere dal retro le vecchie tele di canapa e steso un nuovo strato di rinforzo ben aderente ed elastico costituito da garze di cotone imbevute con una miscela di gesso e Primal ac33.
Una volta asciugato foto articololo si è potuto incollare sul nuovo supporto e liberare la superficie dalle tele utilizzate per lo stacco.
La pulitura della superficie pittorica è stata effettuata in due fasi: prima, spugnature di acqua calda hanno permesso il rigonfiamento e la rimozione dei residui recenti della colla animale; per rifinire la pulitura dalle vecchie sostanze soprammesse si sono dovuti effettuare impacchi con una soluzione di acqua e carbonato d'ammonio.
Le numerosissime lacune sono state colmate con microstuccature realizzate con una maltina a base di gesso, grassello e polvere di marmo.
Questo ha permesso di migliorare notevolmente la superficie dell'opera, garantendo una maggiore stabilità ai contorni e riducendo anche l'interferenza visiva delle troppe discontinuità.
Le grosse mancanze che caratterizzano il frammento sono state colmate con una stesura di “neutro,”composta da un impasto di varie sabbie e resina acrilica, di una tonalità più chiara e che non interferisce eccessivamente nella visione del dipinto. Tutti i ritocchi pittorici sono stati effettuati con la tecnica del rigatino utilizzando colori ad acquarello.

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