Ragusa Sottosopra
n.1 del 09/02/2005
La bellezza ritrovata
Restauro di un affresco cinquecentesco nella
chiesa di Santa Maria delle Scale
Giuseppe Antoci - incaricato per i Beni culturali della Diocesi di Ragusa e Sebastiano Patanè - restauratore
Anche in questa chiesa infatti si conservano alcuni affreschi cinquecenteschi tra cui uno, raffigurante S. Ippolito a cavallo e recante la data del 1586, presenta caratteristiche analoghe a quello di S. Maria delle Scale.
I lavori di restauro
All'inizio dell'intervento di restauro lo stato di conservazione dell'affresco risultava alquanto problematico, sia dal punto di vista conservativo che estetico: l'opera infatti aveva subito un intervento di restauro negli anni '40 consistito nello stacco dell'affresco dalla parete e nella ricollocazione su un pannello di legno.
Questo probabilmente ha permesso il recupero dell'opera, ma le tecniche e i materiali utilizzati sono risultati inadeguati a garantire una perfetta conservazione dell'opera nel tempo.
In diversi punti si sono riscontrati problemi di cattiva adesione al pannello di supporto; la superficie risultava molto lacunosa, letteralmente tempestata soprattutto nella parte superiore e centrale di piccole spaccature - tipo craquelure - con relative cadute di colore non stuccate che segnavano con macchie grigie la superficie.
Parecchi erano anche i sollevamenti dello strato pittorico causati forse da un eccessivo utilizzo di stesure filmogene e colle che non hanno retto agli sbalzi di umidità.
Tutto questo, unito all'inevitabile invecchiamento, al deposito di polveri e sporcizia ed alla discutibile scelta della stesura di colore grigio scuro sulle parti mancanti penalizzava notevolmente l'impatto estetico dell'opera, rendendola poco leggibile e poco valorizzata.
Il nuovo intervento di restauro ha avuto come finalità innanzitutto il blocco delle situazioni di degrado che rischiavano di compromettere ulteriormente l'opera, il ripristino delle condizioni ottimali per una sua buona conservazione nel tempo ed un miglioramento anche dell'aspetto estetico.
Si è dovuto procedere alla sostituzione del vecchio pannello di sostegno in legno con uno nuovo, appositamente studiato, realizzato in tessuto di vetro con struttura in alluminio a nido d'ape e tela di vetro ricoperto da un foglio di sughero.
Per questa operazione, dopo aver opportunamente consolidato le parti sollevate, è stato effettuato un nuovo stacco della superficie affrescata usando materiali tradizionali come la colla forte animale e la tela patta.
Si sono poi potute togliere dal retro le vecchie tele di canapa e steso un nuovo strato di rinforzo ben aderente ed elastico costituito da garze di cotone imbevute con una miscela di gesso e Primal ac33.
Una volta asciugato lo si è potuto incollare sul nuovo supporto e liberare la superficie dalle tele utilizzate per lo stacco.
La pulitura della superficie pittorica è stata effettuata in due fasi: prima, spugnature di acqua calda hanno permesso il rigonfiamento e la rimozione dei residui recenti della colla animale; per rifinire la pulitura dalle vecchie sostanze soprammesse si sono dovuti effettuare impacchi con una soluzione di acqua e carbonato d'ammonio.
Le numerosissime lacune sono state colmate con microstuccature realizzate con una maltina a base di gesso, grassello e polvere di marmo.
Questo ha permesso di migliorare notevolmente la superficie dell'opera, garantendo una maggiore stabilità ai contorni e riducendo anche l'interferenza visiva delle troppe discontinuità.
Le grosse mancanze che caratterizzano il frammento sono state colmate con una stesura di “neutro,”composta da un impasto di varie sabbie e resina acrilica, di una tonalità più chiara e che non interferisce eccessivamente nella visione del dipinto. Tutti i ritocchi pittorici sono stati effettuati con la tecnica del rigatino utilizzando colori ad acquarello.
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