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Ragusa Sottosopra

n.1 del 09/02/2005

Monumenti e diagnostica
Le indagini termografiche
e radar effettuate nella
chiesa di S.Antonino
hanno messo in evidenza
le numerose stratificazioni
che caratterizzano
il monumento e la sua storia
confermandone il valore
storico-architettonico


Maurizio Seracini

foto articoloNel recente convegno sulle “Nuove tecnologie per la Diagnostica della Conservazione dei Beni Culturali” organizzato dal Comune di Ragusa il 1° marzo 2004, presso l'Aula Magna della Facoltà di Agraria a Ragusa Ibla, si è discusso tra l'altro della possibilità di far sorgere a Ragusa un laboratorio di Diagnostica per la Conservazione, secondo le indicazioni contenute nel nuovo Codice dei Beni Culturali approvato all'inizio dell'anno che prevede l'istituzione di Centri che possano svolgere “attività di ricerca, sperimentazione, studio ed attuazione di interventi di conservazione e restauro sui Beni Culturali.” A questo proposito l'onorevole Chessari, assessore ai Centri Sfoto articolotorici, in un articolo apparso sul n.2 di Sottosopra del 2004, ha ribadito l'importanza ed i vantaggi di una simile iniziativa sia per la città di Ragusa, sia delle altre “città tardo-baroccche del Val di Noto” che fanno parte della lista del Patrimonio mondiale dei Beni Culturali dell'Unesco, che per quelli che si affacciano sul bacino del Mediterraneo, anche in considerazione dell'inserimento della città di Ragusa nell'Alleanza delle Città Europee della Cultura avvenuto lo scorso febbraio a Cosenza, durante la loro annuale assemblea.
Queste iniziative, che a mio parere rivestono un assoluto valore culturale, collocano la città di Ragusa in primo piano a livello nazionfoto articoloale per un nuovo modo di concepire la Conservazione del nostro patrimonio culturale che privilegi il momento della conoscenza oggettiva del bene culturale, in quanto propedeutico a qualsiasi processo decisionale su possibili interventi di restauro e di riutilizzo del medesimo. Conoscere come fase imprescindibile per saper conservare. Nell'ambito del processo conoscitivo di un bene culturale, la Diagnostica può svolgere un ruolo di primaria importanza grazie alle sempre maggiori possibilità scientifiche che sono disponibili sia nel campo della Diagnostica per immagini che della Diagnostica Analitica.
E' in questo contesto che, prendendo spunto da una visita al cantiere di restaufoto articoloro della chiesa di S.Antonino a Ragusa diretto dall'arch. Nicita, ho avuto modo di apprendere della necessità di alcune verifiche ed approfondimenti tecnici su problematiche legate sia alla storia che allo stato di conservazione del monumento. In particolare, a seguito di saggi sulla attuale pavimentazione, si ipotizzava la presenza di preesistenze da porre in relazione alla prima edificazione della chiesa. Per non procedere ad una rimozione dell'intero piano di calpestio, è stato suggerito di eseguire un'indagine non invasiva con onde radar al di sotto del solaio, per una profondità di 150 cm.
Al contempo, si ricercava una verifica degli interventi messi in atto per impedire foto articoloulteriori impregnazioni d'umidità per capillarità ascensionale a danno delle pareti della navata e del catino absidale, che hanno rappresentato una delle cause primarie di degrado del monumento.
In questo caso, tale verifica poteva essere eseguita grazie all'indagine termografica in grado di visualizzare e localizzare disomogeneità termiche associabili a tale degrado. Inoltre, la stessa indagine avrebbe mostrato in modo del tutto non invasivo le strutture architettoniche e la tessitura muraria celate dagli intonaci. Infine, un'analisi della distribuzione termica degli intonaci delle lunette, avrebbe potuto offrire utili indicazioni sulla presenza o meno di porzioni di intonaci foto articolopreesistenti integrati con quelli attualmente visibili, da associare a possibili pitture murali non più visibili. Infatti, preesistenze di intonaci con un diverso rapporto legante inerte oppure con un diverso spessore, a seguito di un blando irraggiamento termico delle aree delle lunette, avrebbero creato disomogeneità termiche sulla superficie dell'intonaco non imputabili ai componenti della tessitura muraria. Con questi presupposti e con queste finalità, nel mese di luglio 2004 sono state eseguite sia l'indagine radar sia quella termografica. Ecco i risultati più significativi.
STUDIO DELLA STRUTTURA MURARIA

Catino absidale

L'immagine termografifoto articoloca dell'introdosso della cupola ci rivela quattro diverse tipologie di materiali. Nella fascia inferiore (n.1) si osservano dei conci molto simili a quelli rinvenuti nella muratura dell'abside. Segue una seconda fascia con pietre lavorate e di notevoli dimensioni (n.2), che però si interrompe in modo irregolare (vedi freccia). La terza fascia è composta prevalentemente da laterizi con inserimenti di materiali lapidei (n.3). Infine la quarta fascia che completa la copertura è di materiale lapideo a conci uguali e lavorati, ma di pezzatura più piccola rispetto a quelli che ritroviamo nella fascia n.2. La tessitura muraria della parte inferiore del catino absidale (fig. 1) carattfoto articoloerizzata da filari regolari di conci in pietra sbozzati. Le due nicchie alla base mostrano una tessitura di pietre e laterizi.

Controfacciata

Dall'altezza del cornicione fino al piano di calpestio, la muratura mostra filari di conci in pietra non sempre regolari e continui ma di pezzatura tra loro simile.
Al di sopra del cornicione, la tessitura rivela numerose discontinuità soprattutto nella parte sinistra e al disopra della finestra.
Alcune irregolarità della muratura intorno al perimetro della porta farebbero ipotizzare un diverso dimensionamento.

Copertura
L'armatura della copertura è costituita da una fitta maglia di nervature, dfoto articoloisposte ad intervalli regolari per tutta la lunghezza della volta. Non sono stati riscon-trati plessi fessurativi di una qualche consistenza a carico della volta. Le indagini termografiche hanno permesso un'accurata lettura della tessitura muraria celata dagli attuali intonaci, individuandone la tipologia ed eventuali manomissioni o ricostru-zioni anche significative come nel caso della struttura della cupola, a conferma di notizie storiche relative a crolli per eventi sismici.

Ricerca di pitture murali
Nella prima lunetta della parete sinistra della chiesa emergono chiaramente delle disomogeneità termiche in due aree (1,2), non associabili ad elementi di tessitura mufoto articoloraria o rifacimenti. La maggiore inerzia termica riscontrata su queste aree, può essere verosimilmente associata a dei frammenti di intonaco che erano stati precedentemente conservati. Su queste due aree verranno eseguiti dei saggi per verificare tracce di pitture ancora esistenti sotto le attuali scialbature.
La ricerca di pitture murali ricoperte da intonaci non è quasi mai stata considerata una finalità specifica, quanto un evento secondario o casuale nell'ambito di rifacimenti di intonaci o restauri di intonaci dipinti. Tuttavia è indubbio che nel nostro paese possano ancora celarsi un numero considerevole di pitture murali dietro stratificazioni di intonaci o paramenti mfoto articolourari. Non esiste ad oggi una metodologia specifica indirizzata a questo scopo o un indirizzo di ricerca scientifica per sviluppare delle nuove tecniche o per adottarne alcune già esistenti ma utilizzate in altri campi. La termografia, unitamente agli ultrasuoni ed all'indagine radar, può offrire un valido contributo in tal senso. A questo proposito, desidero segnalare che tra breve riprenderà nel Salone dei '500 in Palazzo Vecchio la ricerca della pittura murale di Leonardo da Vinci "La Battaglia di Anghiari" che a seguito delle ristrutturazioni architettoniche operate dal Vasari dal 1563 andò perduta. In realtà "La Battaglia di Anghiari" potrebbe ancora celarsi dietro la murfoto articoloatura vasariana, costruita per rinforzare quella originale del Salone. Tale ricerca scientifica, coadiuvata da un rigoroso corredo di ricerche storico-documentarie si avvarrà delle tre suddette metodiche.

VERIFICA DELLA PRESENZA DI UMIDITA' NELLE MURATURE
Immagine termografica in falsi colori

La visualizzazione della distribuzione superficiale della temperatura sulle pareti interne della chiesa, rappresentata con fasce termiche di diversi colori, ha permesso di localizzare delle evidenti disomogeneità tra la parte bassa e la parte alta delle pareti. Questa disomogeneità è distribuita su almeno quattro fasce termiche, con una escursione massima trfoto articoloa quella a temperatura più bassa e quella più calda di 2.6 C°. La distribuzione e la forma delle suddette fasce termiche fa desumere che la causa sia da ricondurre a fenomeni d'umidità di risalita. Dove maggiore è l'umidità a carico della muratura, minore è la temperatura superficiale. La disomogeneità termica riscontrata sulle pareti lunghe e nell'abside, è chiaramente presente anche nella controfacciata, con un accentuato abbassamento termico intorno alla zona della porta. Lo studio termografico ha messo in luce una distribuzione termica chiaramente associabile a fenomeni di umidità ascensionale. D'altro canto per poter verificare se tale fenomeno è ancora in essere o foto articoloin fase di regressione, sarebbe opportuno ripetere l'esame su base stagionale nell'arco di un anno. Da osservare infine dei ponti termici lungo gli spigoli delle pareti L'indagine termografica finalizzata alla creazione di vere mappe termiche con grafici estrapolati da misure discontinue (come è tuttora prassi vigente), per verificare la presenza e la distribuzione dell'umidità su una parete, diventa così uno strumento imprescindibile di studio di una problematica quanto mai diffusa e che risulta essere tra le cause primarie di degrado soprattutto a Ibla.

INDAGINI RADAR
INDAGINI RADAR
Nel mese di luglio 2004, al fine di determinare la possibile presenza di struttfoto articoloure interrate, è stata eseguita, in collaborazione con l'arch. Annalisa Morelli della Soing s.r.l., un'indagine geofisica con metodo radar. La strumentazione radar utilizzata è un sistema GSSI (U.S.A.), costituito da un'unità centrale radar SIR 3000, corredato da un'antenna da 400 MHz, per una profondità di esplorazione di circa 3 metri. Le linee di scansione sono state acquisite con un passo di 0.5 metri in direzione ovest-est fino a raggiungere lo scalino che divide la navata dall'abside, per un'area totale di circa 180 mq, con profondità di indagine di circa 3 m. Nella stessa navata sono state inoltre acquisite linee di scansione trasversali in direzione nord-sud. Per le cafoto articoloppelle laterali e per l'abside sono state predisposte delle linee di sezione in base all'area libera disponibile. Come mostrato nella tavola grafica riassuntiva, le indagini radar eseguite sul pavimento della chiesa hanno individuato varie disomogeneità a profondità variabili da 0,6 a 2 metri, associabili sia a strutture interrate che a cavità (possibili sepolture).
Tuttavia la recente messa in opera di impianti sotto il piano di calpestio della chiesa, renderà necessaria una verifica dell'esatta collocazione di tali lavori rispetto alla disomogeneità rilevate sul terreno. Al termine di tale verifica, sarà quindi possibile procedere a scavi mirati per caratterizzare e documefoto articolontare tali disomogeneità prima di ripristinare l'integrità del solaio. E' evidente che se l'indagine radar fosse stata eseguita in una pavimentazione ancora indisturbata, i dati raccolti avrebbero fornito un quadro conoscitivo più esaustivo e comunque più rappresentativo di eventuali manufatti interrati.

Il contributo limitato ma significativo offerto dalle indagini diagnostiche eseguite nella Chiesa di S.Antonino ha comunque evidenziato il ruolo che può svolgere la diagnostica nel produrre delle conoscenze oggettive sui materiali, sulle tecniche e sullo stato di conservazione dei Beni Culturali. Il concetto di diagnosi comporta un approccio metodologico alla Conservazionfoto articoloe, comple-tamente diverso che richiederà nuove figure professionali altamente specializzate con competenze interdisciplinari in ambito scientifico. Fino ad oggi questa figura professionale non esiste e comunque se anche esistesse incontrerebbe non poche resistenze e scetticismi per trovare una sua collocazione nell'ambito del Ministero dei Beni Culturali, poiché si tende ancora ad identificare la Conservazione con il Restauro. Sarebbe come se nel mondo della medicina si volesse identificare la chirurgia come il solo rimedio per la salute di un paziente ed inoltre senza corredarla di esami diagnostici che ne comprovino la necessità.
In ogni modo qualcosa si sta muovendo. Per lafoto articolo prima volta in Italia è stato presentato un disegno di legge (n. 922) che tratta di “Norme per l'utilizzazione delle indagini diagnostiche negli interventi per la conservazione dei Beni Culturali”. Tale iniziativa recante la firma degli onorevoli Zago e De Benedictis è stata presentata il 1° ottobre all'Assemblea Regionale Siciliana. E' un primo ma fondamentale passo per creare i presupposti che trasformino la Conservazione nel nostro paese in vera scienza. In prospettiva ciò potrà offrire uno sbocco professionale a centinaia di laureati in indirizzi attinenti alla Conservazione, che ad oggi invece vanno ad allungare la lista dei disoccupati.
















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