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Ragusa Sottosopra

n.6 del 30/12/2009

L’ex Convento dei Frati Cappuccini diventa un centro per la valorizzazione dell’enograstronomia mediterranea

Giusi Paglierello, Architetto - Giovanni Consentino, Ingegnere

foto articoloUn edificio storico di grande potenzialità ma in bilico fra l'abbandono e la violenza subita con un intervento inappropriato, una committenza illuminata e determinata al suo recupero, funzionari attenti ma collaborativi, il tema del precario equilibrio fra conservazione e riuso. Questo il contesto nel quale siamo stati chiamati ad intervenire per il restauro del Convento dei Cappuccini ubicato nel giardino ibleo. La Fondazione S. Giovanni Battista (committente) ha messo in piedi un progetto di fruizione e valorizzazione dell'immobile di grande interesse: realizzare un centro di cultura enogastronomica in ambito Mediterraneo. La Fondazione per il Sud ha riconosciuto il valore di tale iniziativa elargendo un contributo a fondo perduto per l'avvio dell'attività, i partner coinvolti sono di rilevanza nazionale (ALMA Scuola Internazionale di Cucina Italiana, Fondazione Rosselli, Slow Food) e locale (Soprintendenza BB.CC.AA., Comune di Ragusa, Provincia Regionale di Ragusa, Banca Agricola Popolare di Ragusa, Consorzio La Città Solidale). Si è dunque avviata la fase di recupero dell'immobile.
La Storia
La chiesa e il convento, risalenti agli inizi del Seicento, inglobano parti più antiche, probabilmente appartenenti alle mura della città, come si intuisce dalla presenza di un arco a sesto acuto conservato a piano terra. I dipinti del refettorio ritraggono cappuccini illustri vissuti tra il '500 e i primi del '700, la biblioteca conserva gli arredi lignei storici. Il convento fu abitato da numerosi frati fino al dopoguerra, quando vide una cospicua contrazione dei religiosi, al punto da modificare la sua principale destinazione d'uso conventuale in residenza alberghiera, gestita dai frati stessi. Con l'adattamento ad albergo, nel pianofoto articolo superiore si crearono servizi comuni per le celle, mentre al piano inferiore furono riadattati cucina e refettorio. Trasformazioni più cospicue vennero fatte nell'area a nord del convento costituita dai due grandi vani contigui alla chiesa. Una delle grandi volte di copertura, a botte lunettata, fu demolita e sostituita da un solaio latero-cementizio al fine di realizzare al piano superiore una grande sala. A partire dagli anni Sessanta, cessata la funzione di albergo, il convento seppur custodito rimase disabitato, innescandosi processi di degrado legati alla mancanza di uso e manutenzione della fabbrica. Bisognò attendere gli anni Ottanta perché l'edificio tornasse ad essere oggetto di interesse da parte delle autorità religiose e civili: questa volta obiettivo del recupero fu quello di utilizzare l'immobile come sede di esposizioni ed iniziative a carattere artistico, culturale e di arte sacra. Fu così che iniziarono una serie di lavori, mirati al restauro e consolidamento del convento, che si protrarranno con più interruzioni e riprese fino ai primi anni Duemila, lasciando peraltro buona parte del piano terreno incompleta. Allo stato attuale la fabbrica versa in un complessivo stato di abbandono, che ha compromesso sia la fruibilità degli ambienti completati e sia le opere parziali relative ai precedenti interventi.
Cos'è l’edificio
Ha il tipico impianto planimetrico dei complessi conventuali: adiacente alla chiesa il chiostro, attorno al quale si dislocano al piano terra i servizi comuni (refettorio, cucina, magazzini), al primo piano le celle dei frati e la sala capitolare. Uno dei tre assi costituenti la corte si prolunga a ovest e al piano terra accoglie la biblioteca. Sul lato nord della chiesa sono dislocati i granfoto articolodi ambienti su entrambi i livelli, oggi adibiti a sale espositive.
I prospetti sono scanditi dalla regolarità delle aperture delle cellette e sostanzialmente privi di ornamenti ad eccezione delle mensole in pietra calcarea di varia fattura collocate in corrispondenza delle finestre. Gli speroni angolari e i contrafforti, in calcestruzzo, risalgono ai lavori di consolidamento eseguiti in fase successiva. Il prospetto a sud-ovest si affaccia sulla silva, di pertinenza del convento stesso, che degrada con orti terrazzati verso la valle dell'Irminio. Gli ambienti al piano terra sono coperti con volte in pietra, quelli al piano superiore con volte in canne e gesso o direttamente con il tetto ligneo a vista, risalente agli ultimi interventi. In più parti sono visibili motivi decorativi di pregevole fattura: nelle lunette della volta del refettorio, dove sono dipinti ritratti di personaggi vicini all'Ordine (Cardinale Francesco Maria Casini da Arezzo, Vescovo Anselmo da Monopoli, Cardinale Antonio Barberini seniore, San Felice da Cantalice, fra' Ludovico di Borbone, figlio di Enrico IV re di Francia, Priore Angelo Gioioso) e nelle cornici lapidee delle porte, decorate con disegni a carboncino e con tempere o con bassorilievi a motivi floreali (biblioteca).
I lavori precedenti, volti alla trasformazione del convento in spazio museale, hanno interessato prevalentemente il piano superiore, con il rifacimento di pavimentazioni, intonaci, impianti e infissi. Oggi tuttavia l'impiantistica risulta obsoleta e in cattivo stato di conservazione.
Il piano terreno è invece in una situazione di maggior degrado, sia per la mancanza di infissi efficienti, sia per vistosi fenomeni di umidità di risalita e sia per la mancanza delle finiture (pavimenti, intonaci) in foto articolomolti ambienti, comportando perciò un intervento di più ampia portata.
L'ambiente dell'antica biblioteca evidenzia un avanzato stato di degrado, sia nella parte muraria, che nelle scaffalature in legno originali: la notevole umidità ambientale ha favorito l'insorgere di efflorescenze, attacchi fungini e l'insediamento di insetti xilofagi.
Cosa sarà
Il Centro internazionale di valorizzazione della cultura enogastronomica del Mediterraneo, che avrà sede nel convento, è finalizzato ad attività di ricerca, studio, promozione e diffusione delle identità alimentari della Sicilia e della cultura e delle tradizioni enogastronomiche del Mediterraneo. É rivolto ai professionisti del settore, che potranno apprendere tecniche culinarie di alto livello nell'ambito di corsi professionali di diversa durata, e al settore del turismo enogastronomico, che utilizzerà la struttura attraverso il ristorante, l'albergo, la cantina, gli spazi espositivi.
La ricerca e il recupero della tradizione enogastronomica sarà possibile anche attraverso lo studio ed il recupero di testi antichi, da collocare nella biblioteca storica. Le attività culturali potranno usufruire degli ambienti attualmente destinati ad aree espositive, ma anche della cantina, pensata come una cerniera fra biblioteca e cucine, in modo da favorire incontri eno-gastronomici-culturali. Gli ambienti destinati alla didattica saranno sostanzialmente il laboratorio al primo piano e le cucine finalizzate alla ristorazione, dove gli allievi potranno mettere in pratica quanto appreso. L'attività di ristorazione, sia per gli ospiti della struttura, sia per clienti esterni, si svolgerà nella suggestiva sala dell'antico refettorio, che verrà ripristinata alla funzione originaria. La ricetfoto articolotività alberghiera utilizzerà quelle che furono le celle dei monaci, mentre gli ambienti comuni (hall, soggiorno, bar) saranno dislocati al piano terreno attorno al chiostro. Dare vita a questo complesso programma richiede un progetto di rifunzionalizzazione dell'edificio, consistente in massima parte nel rifacimento degli impianti, nella realizzazione delle cucine didattiche con attrezzature di alto livello tecnologico, nella dotazione di servizi igienici esclusivi per ciascuna camera. A quest'ultimo scopo sono finalizzati i soli interventi strutturali previsti, limitati all'apertura di portali in alcuni setti murari.
Gli ambienti al piano terreno prevedono un intervento di vero e proprio completamento, mancando di intonaci, pavimentazioni ed infissi, oltre al restauro dell'antica biblioteca e degli arredi.
Verrà inoltre recuperato il chiostro con la realizzazione della pavimentazione in pietra e degli infissi per i grandi vani ad arco. L'attuale pavimentazione in cotto rustico, realizzata con l'ultimo intervento, sarà sostituita con lastre in calcare al primo piano e pietra pece al piano terra, sulla base delle preesistenze residue trovate in alcuni ambienti. Nei locali di servizio (bagni, cucine) sarà utilizzata una finitura lavabile rispondente alla vigente normativa. Agli interventi di adeguamento funzionale al riuso dell'immobile è associato il progetto di conservazione di tutte le finiture storiche, come la porta originaria e il pavimento a scacchi in calcare e pece della sala capitolare.
Particolare attenzione sarà posta al restauro delle superfici lapidee e pittoriche, consistente nella pulitura e nel trattamento protettivo di cantonali, stipiti di finestre e porte e nella pulitura e consolidamento delle lunette dipinte del refettorio.

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