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Ragusa Sottosopra

n.5 del 30/10/2009

Pubblicazioni - Alla ricerca delle spighe perdute

Nino Barone, Storico

foto articoloIl faticoso cammino dei nostri spigolatori per raccontare un pezzo di di storia fatto di emigrazione.Di bisogni primari.Di lotte sindacali.Di economia in trasformazione.Di folklore.Un racconto minuzioso, documentato, attraversato dal respiro empatico dell'autrice

Ho letto con estremo interesse e molta attenzione il bel volume di Maria Iemmolo, Alla ricerca delle spighe perdute, pubblicato dal Centro Studi “F. Rossitto” di Ragusfoto articoloa. Con una prosa bella, facile e piana, la Iemmolo ha fatto rivivere uno spaccato di storia, indagata nella sua classe più povera e più misera, con una ricerca minuziosa e precisa.
Noi oggi, figli del benessere, ogni tanto ci ricordiamo di questi nostri iblei del secolo scorso, sappiamo sì che andavano a spigolare perché erano poveri, ma ci fermiamo lì, non andiamo oltre, e di fatto ignoriamo una vicenda umana che, sebbene limitata nel tempo e cfoto articolooncentrata in alcuni quartieri della contea, merita un posto di riguardo nella nostra storia.
Il volume è ben articolato e guida il lettore in un mondo antico e insieme nuovo. Una terminologia precisa, la ricchezza di particolari, uno splendido corredo fotografico formano un unicum di vasto respiro, che illumina un mondo fatto di miseria e di “piccole” cose.
I capitoli si susseguono ordinati e precisi e ognuno porta la sua novità, perché nellfoto articoloinsieme è un mondo nuovo quello che viene presentato al lettore. Ognuno dei capitoli si concentra su un settore, ma poi emerge la visione dell’intero, che si fissa nella memoria.
Dal caldo sentimento dell’ “introduzione” si passa alla storia intesa come cultura di una classe sociale, che s’inquadra nell’enfiteusi, e trova il sostegno nel primo socialismo locale!
Bene, bene davvero! Poi seguono gli altri capitoli e affiora a poco a pocfoto articoloo un mondo di sofferenza e di miseria, descritto con una dovizia di particolari che danno significato alle persone e alle cose. Il lettore, turbato da tanta sofferenza, pensa allo stato della condizione, per noi oggi disumana, di tante altre zone degradate in Sicilia, nell’Italia me-ridionale, in certi angoli del Veneto o del Piemonte, per non dire della Francia meridionale o dell’Inghilterra costiera!
Così, al di là della sofferenza che ci turbfoto articoloa per tanta arretratezza e miseria degli spigolatori, emerge la strada percorsa dall’Europa, dall’Italia, dalla Sicilia nel secolo scorso, sotto l’impulso di un sindacalismo efficace e di una democrazia conquistata contro odiose dittature!
Questo libro, così efficace nella collocazione dei suoi temi, mi ha veramente colpito, al di là dell’«informazione» e del «linguaggio», al di là di una realtà storica fin qui da nessuno esplorata e ifoto articololluminata, per due aspetti originali e belli, che gli danno tanto valore. Anzitutto la collocazione storica della spigolatura in un quadro socio-politico che induce il lettore a risalire dalla ristrettezza del panorama locale, alla visione di un momento storico di vera rilevanza. Il secondo aspetto è il fatto che tutta la narrazione è ingentilita dall’umanità della scrittrice attraverso la partecipazione commossa alla sofferenza degli spigolatori.foto articolo
C’è, dunque, accanto alla valenza storica data al racconto, questo unirsi alla sofferenza di quella gente, c’è, accanto alla gioia del narrare, l’attenzione calda alla intimità di questa umanità in cammino per strade polverose e incerte. Così si fa insieme storia e letteratura!
Opera bella, precisa, esauriente che mancava nella storiografia siciliana, e si colloca accanto all’opera dei grandi storici siciliani, dal Pitrè al Guastella.

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