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Ragusa Sottosopra

n.5 del 30/10/2009

La Direzione generale del Comune di Ragusa

Enza Lo Monaco, Funzionario Settore Centri Storici

foto articoloGIUSEPPE SALERNO
Direttore Generale del Comune di Ragusa dal luglio 2006

La figura del Direttore Generale, introdotta nell’ordinamento giuridico dalla legge 127/’97 (la così detta “Legge Bassanini”), ha avuto storicamente una larga diffusione negli enti locali nell’ambito del processo di trasformazione ed ammodernamento della pubblica amministrazione. La legge consente ai Comuni con oltre 15.000 abitanti ed alle Province di nominare il Direttore Generale: è necessario però che la figura sia prevista dallo statuto dell’ente e disciplinata dal regolamento di organizzazione degli uffici e dei servizi, circostanza che sussiste nel caso del Comune di Ragusa. La legge ancora prevede che le funzioni di Direttore possono essere affidate al Segretario Generale (il quale in questo caso ricopre entrambi i ruoli) ma solo in via di eccezione anche se, almeno nella fase iniziale, questa è stata l’ipotesi più largamente praticata.
Nel nostro Comune il Direttore Generale è il dott. Giuseppe Salerno, laureato in Giurisprudenza. E’ stato negli anni della sua attività lavorativa Vice Segretario di ente locale per circa 16 anni e poi, per oltre 7 anni, Segretario Comunale in vari comuni della Provincia di Reggio Calabria, Ragusa e Siracusa. Ha ricoperto successivamente per circa 8 anni l’incarico di Dirigente del Comune di Ragusa e Vice Segretario Generale. Da oltre cinque anni svolge le funzioni di Direttore Generale, prima presso la Provincia Regionale di Ragusa e poi presso il Comune di Ragusa. Nel suo incarico viene collaborato principalmente dalla sig.ra Salvina Filetti.
Dott. Salerno, come si colloca all’interno dell’ente la figura di Direttore Generale?
Il Direttore ha rappresentato qualcosa di nuovo nello scenario degli enti locali in quanto ad esso sono assegnate funzioni nuove e diverse dalle tradizionali funzioni svolte dal Segretario Generale. Innanzitutto il Direttore Generale viene responsabilizzato sull’attuazione degli indirizzi e degli obiettivi stabiliti dagli organi di governo dell’ente ed è posto al vertice dell’apparato gestionale con funzioni di indirizzo, coordinamento e controllo nei confronti della dirigenza, perseguendo - come dice la legge - livelli ottimali di efficienza ed efficacia. Al Direttore è affidata la predisposizione del “piano dettagliato degli obiettivi” per ciascun dirigente nonché la formulazione del “piano esecutivo di gestione” da sottoporre all’approvazione della giunta. Si tratta di quel tipo di amministrazione che oggi viene chiamata “per risultati”, e che si collega ad una visione aziendalistica dell’azione amministrativa.
In che cosa differisce dagli strumenti del passato?
La distinzione dalla foto articolovisione burocratica consiste nel considerare come appagante non l’avere seguito pedissequamente tutte le regole poste dalla normativa e dai regolamenti, ma piuttosto essersi impegnati per praticare la soluzione ottimale per raggiungere gli obiettivi posti, anche con soluzioni innovative in termini di efficienza, efficacia e qualità, naturalmente coerenti con le norme previste dall’ordinamento. In questo ambito si colloca il sistema di pianificazione razionale dell’attività, di controllo dei risultati, di valutazione ed incentivazione delle risorse umane, di flessibilità nell’utilizzo della forza lavorativa, strumenti che rientrano solo minimamente tra quelli che erano utilizzati nel passato.
Quale la professionalità più adatta per questo ruolo?
L’ordinamento universitario solo in tempi recenti ha cominciato ad organizzarsi per formare “manager” della moderna pubblica amministrazione e del resto il reclutamento nell’impresa privata non ha dato risultati particolarmente positivi in quanto l’azienda pubblica non segue esattamente le logiche di un’azienda produttiva: l’estrazione, quindi, dal mondo della stessa pubblica amministrazione sembra, a mio parere, potersi preferire, purché sia garantito l’equilibrio tra l’aspetto aziendale e quello amministrativo.
Come si colloca l’attività del Direttore Generale nella articolazione degli organi e delle strutture?
E’ ormai consolidata l’attribuzione agli organi di governo delle scelte dei fini verso i quali deve tendere l’azione ed all’organo di gestione delle scelte circa i modi attraverso i quali attuare le scelte dei fini. Compito del Direttore è quello di collaborare nella fase della selezione dei fini e successivamente dei mezzi più efficienti per raggiungerli, di porsi come interfaccia tra i titolari delle scelte dei fini ed i titolari delle scelte dei modi. Il supporto agli organi di governo nell’impostazione delle strategie e nell’individuazione dei programmi, la definizione degli obiettivi gestionali, il coordinamento e la supervisione rispetto al corretto ed efficiente svolgimento dell’azione amministrativa, la condivisione della responsabilità di gestione con i dirigenti, l’individuazione di indicatori di risultato, il controllo delle performance costituiscono tutti esplicazione della quotidiana attività del Direttore.
Chi sono gli interlocutori principali?
Il Direttore Generale si pone in collaborazione sinergica con gli Organi (Presidente, Giunta, Consiglio) e le Strutture (dirigenti e personale) per favorire una sintesi delle varie espressioni organiche, delle idealità, delle vivacità e delle intelligenze che sono presenti all’interno del sistema “Comune”.

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