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Ragusa Sottosopra

n.3 del 08/06/2009

Giuseppe Arezzo - da Ragusa in volo

foto articoloSolo 37 anni. Una carriera sempre più sfolgorante. Giuseppe Arezzo, ragusano doc, è un musicista di fama ormai internazionale. Arezzo sta vivendo un momento magico della propria vita umana e professionale costellato di importanti eventi, opportunità, soddisfazioni, riconoscimenti.
Da quando si è diplomato a venti anni al Conservatorio romano di Santa Cecilia come ha costruito il suo percorso professionale che oggi le sta regalando molte ricompense?
Non parlerei di costruzione “cercata”, perché in effetti ho sempre suonato in piena libertà le musiche che ho voluto, senza subire mode o imposizioni; non ho mai accettato confini, che non fossero quelli legati alla qualità delle composizioni.
Credo che essere liberi, nel campo artistico, sia la cosa più bella, da perseguire ad ogni costo. E oggi le più grandi orchestre del mondo spaziano in ambiti impensabili fino a qualche anno fa.
Parliamo delle collaborazioni internazionali e nazionali che sta collezionando per scrivere partiture ed arrangiamenti orchestrali, tra cui quella stabile con Amii Stewart
Per me si tratta di esperienze magiche: accompagnare Amii Stewart, o la straordinaria voce di Larry James Ray (l’ultimo dei Platters), o ancora suonare con le grandi orchestre, o accompagnare le voci di artisti che sono stati per me per anni degli idoli, mi sembra un dono della sorte che pochi riescono ad avere. Ogni volta per me, durante i concerti, è un dispiacere accorgermi che l’esibizione sta per finire. E’ ogni volta come rimettere i piedi a terra dopo un viaggio indimenticabile. La Musica, quella vera, produce emozioni, fa sognare, consente di volare lontani dagli affanni, dalle miserie, dalle banalità.
E’ diventato Ambasciatore della Cultura in Arkansas acquisendo la cittadinanza onoraria. Come è successo?
Fui invitato a tenere una serie di concerti a Little Rock e nelle immediate vicinanze di quella splendida città. I concerti ebbero un grande successo di pubblico, e alla fine ebbi la sorprfoto articoloesa di ricevere la cittadinanza onoraria di Little Rock e la carica di “Ambasciatore culturale dello Stato dell’Arkansas”. Un’emozione che ancora mi commuove.
Lei dirige il Coro Polifonico “Il Pentagramma”, l’Orchestra Stabile Città di Ragusa, l’orchestra siciliana delle dodici terre, c’è altro da aggiungere?
In effetti, ho avuto molte collaborazioni straordinarie; e ogni volta è stata per me una sfida, un viaggio meraviglioso nel mondo del bello.
Sono affezionato ad ognuna delle formazioni con cui ho collaborato, e non saprei fare classifiche. Mi diverto nei concerti solistici, nei duo con violino, nelle varie formazioni cameristiche.
Ogni volta si è trattato di un’esperienza indimenticabile.
Quale è stato tra tutti il premio più atteso, più gradito?
Probabilmente l’onore di essere chiamato a Roma da Amii Stewart; il fatto che un’artista del suo livello avesse scelto me fra tanti musicisti mi ha profondamente onorato.
O forse il premio nazionale per la Musica assegnatomi dalla Città di Nettuno, o forse ancora il successo riscosso dal mio Musical “CAENI”, o ancora il rapporto di amicizia rimasto con tutti gli artisti con i quali ho collaborato.
Ecco, forse è proprio questo rapporto la cosa cui tengo di più, perché ogni volta che mi accade di parlare con uno dei tanti musicisti amici, in ogni parte del mondo, mi accorgo di quanto forte sia il rapporto che ci lega. Un altro miracolo della musica.
Come coniuga la sua attività tra l’impegno e l’amore che lo lega alla sua terra (realizza e promuove molti eventi culturali) ed il suo crescente legame con tanti ambiti prestigiosi e geograficamente distanti?
Nel modo più semplice: continuo a vivere a Ragusa, città che spero di non lasciare mai.
Questo fatto mi comporta continui spostamenti, ma penso che sia un sacrificio che valga la pena fare. Ho una splendida famiglia, che si trova bene in questa città straordinaria.
Fin quando mi sarà possibile resterò a Ragusa.

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