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Ragusa Sottosopra

n.3 del 08/06/2009

Il rito antico della Settimana Santa a Ragusa Ibla

Gianni Giannone, Esperto di storia locale

foto articoloA Ibla, antica Ragusa, città dalle remotissime origini, durante la Settimana Santa la fede e tradizione diventano puntuale omaggio al grande patrimonio spirituale e culturale che i nostri padri ci hanno lasciato. Tutta la settimana a Ibla è un rivivere secolari emozioni e tradizioni che risalgono all’epoca della dominazione spagnola e forse anche prima. Le strade, i vicoli, le piazze medioevali, scrigno di tesori di architettura barocca, diventano palcoscenico e cornice unica di un sentimento popolare che da secoli si ripete e si tramanda di padre in figlio, una autentica ricchezza da conservare, valorizzare, testimoniare alle generazioni future.
A conclusione del perfoto articoloiodo quaresimale, la Settimana Santa a Ibla è un impegno, un lavorio preparatorio per confraternite ed associazioni in vista delle celebrazioni cruciali del Giovedì Santo, del Venerdì Santo e della Pasqua. Di queste celebrazioni si ha notizia fin da quando in Italia cominciarono a fiorire, alla fine del quattrocento, delle organizzazioni associative chiamate appunto “Confraternite”, cioè gruppi di persone riunite in maniera spontanea in associazione, sotto regole precise, per condurre in comune la vita religiosa. Delle confraternite facevano parte tutti i ceti sociali della città. Molte erano le attività di queste associazioni: opere di carità, attività sociali imfoto articoloportanti, partecipazione alle processioni cittadine con i propri stendardi, gestivano ospedali e orfanotrofi ecc.; erano accomunate nel mutuo soccorso tra i confrati in caso di provato bisogno e nella formazione spirituale. Con il Seicento la celebrazione delle Quarantore divenne un elemento importante della vita religiosa e culturale delle confraternite. La devozione delle Quarantore fu entusiasticamente promulgata anche da certi vescovi come Carlo Borromeo. Essa prevedeva, e ancora prevede, che il SS. Sacramento venisse esposto per quaranta ore continue oppure nell’arco di tre giorni con la chiusura notturna della cappella.
Le celebrazioni che si svolgono a Ibla hanno cfoto articoloome punto di riferimento la chiesa Madre San Giorgio in quanto proprio in essa viene esposto il SS. Sacramento. Ciascuna confraternita organizza una processione, portando nel Duomo di S. Giorgio il proprio gruppo statuario in modo tale che le persone, durante i tre giorni, a turno, vengano per adorare, pregare, ascoltare una omelia. La celebrazione della Passione e Morte di Nostro Signore, attraverso momenti di grande devozione e spiritualità, trova fondamento nella adorazione eucaristica del SS. Sacramento esposto in Quarantore sull’altare centrale del Duomo di San Giorgio.
Questo da circa quattro secoli risulta essere momento fondamentale della vita delle confraternitefoto articolo iblee durante la Settimana Santa.
Nella Domenica delle Palme, infatti, hanno inizio a Ibla le celebrazioni della Passione che ci portano alla Santa Pasqua.
Le varie confraternite si susseguono e per tutta la settimana vanno in processione e portano dalle rispettive chiese di appartenenza i simulacri della Passione verso il Duomo di San Giorgio: la prima processione con la statua ottocentesca dell’Addolo, rata appartenente all’omonima confraternita (1848) dalla Chiesa dell’Idria, la Confraternita della Maddalena (1565) porta il proprio simulacro e infine la processione con il Cristo alla Colonna (simulacro ottocentesco) con la Confraternita Santissimo Rosario (1747).

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