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Ragusa Sottosopra

n.1 del 06/02/2009

Arriva il futuro per la nuova chiesa di S. Pio X

foto articoloPotranno cominciare a breve i lavori di costruzione della struttura grazie ai finanziamenti della Cei derivanti dall’8 per mille, al contributo dell'amministrazione comunale e di tanti cittadini e soggetti privati che hanno sostenuto la realizzazione del progetto

Il progetto della chiesa S. Pio X di Ragusa è parte integrante della storia della comunità parrocchiale. Nato, nella sua versione originaria, all'inizio degli anni '80 del secolo scorso, diede da subito forma estetica e visibile alle prime intuizioni pastorali della parrocchia e al suo bisogno di radicamento nella dinamica di un territorio (il quartiere gravitante attorno al Viale Europa) all'epoca ancora parzialmente strutturato sotto il profilo urbanistico e in continuo divenire. Ne furono autori tre validi professionisti comisani (l'ing. Nino D'Avolos, poi tragicamente scomparso a seguito di un grave incidente stradale, e gli architetti Ignazio Modica e Salvatore Salerno) che risultarono vincitori di un concorso di idee, bandito dalla parrocchia e a cui parteciparono circa settanta tecnici di tutta la provincia di Ragusa. L'iniziativa fu articolata in varie fasi: la presentazione del “progetto di massima” nel corso di un interessante convegno che si svolse nell'aula magna dell'Istituto Tecnico Commerciale “F. Besta”, la ridefinizione e prima selezione dei progetti, la scelta, da parte dell'apposita commissione, di una terna di progetti ritenuti meritevoli di “andare in finale” ed infine la graduatoria definitiva e attribuzione del primo posto.
Era quello anche il tempo in cui la parrocchia S. Pio X, pur non disponendo di una sede autonoma e adeguata, si fece promotrice della costituzione di uno spontaneo “comitato di quartiere” il quale avviò un primo rigoroso esame della situazione sociale e urbanistica del territorio, riuscendo altresì a spingere le competenti autorità verso la definitiva soluzione di tanti e annosi problemi che condizionavano la vita dei sempre più numerosi cittadini residenti, o non residenti ma che quotidianafoto articolomente confluivano nel quartiere per motivi di lavoro o di studio. Nel corso degli ultimi decenni sono cambiate molte cose: l'incremento demografico del quartiere, la modifica del piano regolatore, il superamento delle vecchie regole costruttive, l'acquisizione da parte della parrocchia di una ben più ampia superficie (circa 15.000 mq.) dove, oltre alla chiesa parrocchiale e alle opere di ministero pastorale, sarà possibile realizzare anche un grande e moderno “oratorio giovanile”. La revisione del progetto originario era dunque inevitabile. I risultati di tale intelligente lavoro hanno superato le più ottimistiche previsioni. Il nuovo progetto, elaborato dagli architetti Modica e Salerno, conserva qualche elemento strutturale ed estetico del vecchio, ma ne ridefinisce la posizione e la forma complessiva. Sarà un luogo di preghiera, di accoglienza e di incontro. La comunità parrocchiale potrà operare e specchiarsi in questa nuova e definitiva struttura per depositarvi la propria memoria e per costruirvi il proprio futuro, in un atteggiamento di umile servizio, in comunione con tutta la comunità diocesana e in sinergia con la circostante realtà sociale.
Don Mario Pavone
parroco della parrocchia S.Pio X


IL PROGETTO
I fedeli del quartiere S. Pio X (al 22 febbraio 2007 i residenti si attestavano a 3.948 unità con presumibile aumento demografico di 2.100 abitanti) non da ora sentono l'esigenza di avere una chiesa degna di tale nome, poiché da decenni si riuniscono in uno spazio angusto, ricavato in un porticato di case popolari. La chiesa è stata progettata per una potenziale utenza di circa 7000 abitanti. Il Comune di Ragusa, con deliberazione della Giunta Municipale del 5 agosto 2004, e con atto notarile del 26-10-2004, concede alla Parrocchia S. Pio X, nella persona del legale rappresentante Sac. Mario Pavone, il diritto di superficie di un lotto di terreno sito a Ragusa, per la costruzione della chiesa S. Pio X. Il lotto di forma triangolare, esteso 6.511 metri quadrati, è confinante con ifoto articolol viale Europa, con due aree di proprietà del Comune, destinate a verde pubblico e parcheggi, e con un'area (8.200 mq.) di proprietà della parrocchia, da destinare in futuro a “oratorio”. Prima di iniziare la progettazione vera e propria dell'opera edilizia si è presa in esame la posizione urbanistica dell'area, gli spazi confinanti, l'edilizia circostante, il soleggiamento e l'orografia del suolo. Il lotto presenta, lungo il viale Europa, più di 7 ml. di dislivello e tende a de-gradare verso la città. La forma triangolare del lotto, la delimitazione del viale Europa, unico ma esteso ingresso, il forte dislivello, la posizione nei confronti degli edifici pubblici e privati sono stati elementi pre-progettuali sui quali impostare la planimetria del complesso parrocchiale.
Il prospetto principale si è voluto caratterizzarlo con l'inserimento di elementi architettonici presenti nella tradizione dell'architettura chiesastica quali la gradinata d'ingresso (che eleva il piano base della chiesa dalla quota terrena), il porticato (realizzato con una profonda pensilina), il rosone (dal disegno antico, circolare, posto sopra il porticato allo scopo di assolvere il duplice scopo di aerare e illuminare l'interno della navata). Come in alcuni templi greci o chiese rinascimentali, per avere un prospetto proporzionato, è stata applicata la sezione aurea.
L'intento è stato quello di ideare, attraverso la reinterpretazione degli elementi peculiari della tradizione architettonica, una facciata che, seppur moderna, avesse, come patrimonio genetico, presenze caratteristiche del passato. La copertura dello spazio centrale della navata, a forma troncoconica, è sorretta da dodici travi, simboleggianti nel numero gli apostoli. Dal tetto si eleva il tamburo, sovrastante la zona destinata alla Mensa, che proietta, con il doppio lucernaio a forma di scalpello, luce naturale indiretta, discendente, che illumina la zona absidale.
Nella chiesa l'illuminazione naturale penetra dall'alto, forte sopra l'altare e diffusafoto articolo nell'aula, tramite le finestre verticali a feritoie poste dietro i fedeli. Lo spazio interno, studiato per favorire al massimo la comunione dell'assemblea, è orientato verso il centro dell'azione liturgica e articolato secondo il percorso che parte dall'atrio, prosegue per la navata e si conclude nel presbiterio. Lo spazio della navata, di 525 mq., propone una forma a teatro greco, con un piccolo matroneo in corrispondenza dell’atrio.
L’impianto semicircolare può ricevere fino a 280 fedeli seduti e circa 146 alzati, per una capienza totale di 426 persone. L’aula dovrà essere attrezzata con banchi che seguono la forma circolare a teatro, affinché ognuno possa partecipare confortevolmente alla celebrazione con lo sguardo, l'ascolto e lo spirito.
La zona absidale, luogo dove celebrare l'eucarestia, è di due gradini più elevata rispetto alla navata e accoglie la Mensa, fulcro di tutte le visuali, il blocco monolitico dell'ambone e la Presidenza. Gli scanni per i fedeli saranno distanziati dalle pareti, per permettere un percorso processionale interno, evidenziato anche dalla policromia del pavimento. L'altare è posto in posizione ben visibile; attorno ad esso ruotano i vari spazi significativi. E' unico e irremovibile, rivolto verso i fedeli, è praticabile per tutti i quattro lati. Il suo piano, in pietra, avrà l'altezza di 90 cm. da terra e il supporto dovrà essere realizzato in pietra.L'ambone è il luogo dove si proclama la Parola di Dio. Anch'esso in pietra e inamovibile, avrà una forma stilisticamente correlata con quella della Mensa. Sarà rivolto verso i fedeli, posto a destra del celebrante, un gradino ancora più alto per una maggiore visibilità, non dovrà interferire con la preminenza della Mensa. La cappella feriale è posta alla stessa quota della navata principale.
Ha una capienza di circa 40 posti a sedere. Uno spazio simmetrico con un suo ingresso lungo il viale Europa, di 75 mq., è stato ideato volutamente isolato, ma in relazione cofoto articolon lo spazio-navata attraverso pareti vetrate. La cappella feriale è identificata come luogo per la custodia del Santissimo Sacramento. L'altare, distinto dal tabernacolo, l'am-bone e la sede del Presidente, permette la celebrazione con piccoli gruppi di fedeli. La sacrestia (175 mq.) è posta dietro la zona presbiteriale della chiesa e della cappella feriale. Il sagrato ha un valore simbolico: quello della “soglia”, dell'accoglienza. In esso si possono svolgere delle celebrazioni e un portico, sopraelevato da quattro gradini, fa da filtro con la chiesa. Il sagrato prosegue con una scalinata nel lotto destinato a verde e parcheggio dal P.R.G. vigente.
Nella navata si entra attraverso la porta principale, posta in asse con l'altare, passando per l'atrio (simbolo d'accoglienza). Il campanile assolve la funzione di percorso verticale, permettendo il collegamento dei locali posti nei vari livelli, e supporta le campane. E' un segno architettonico forte, poiché polo visivo, riferimento per l'indivi-duazione e il posizionamento della chiesa nell'impianto urbanistico della città, dotato di valore simbolico come “faro”, luce, orientamento per tutti gli uomini. Gli uffici parrocchiali e le aule catechistiche sono posti nel retro della chiesa, separati da giunti sismici dal corpo di fabbrica della navata. Il lotto, con il forte dislivello e la sua conformazione geometrica, permette di ricavare un piccolo teatro all'aperto, capace di accogliere 184 posti a sedere. In più sono state previste delle piccole zone a verde, un campetto di palla a volo e alcuni posti macchina per i disabili. Tutta la sistemazione esterna sarà pedonale e percorribile autonomamente con carrozzelle dai disabili. Difatti in tutto l'iter progettuale sono state co-stantemente tenute presenti le soluzioni tecnico-pratiche atte al superamento delle barriere architettoniche in modo da garantire una agevole fruibilità di tutti gli spazi ai portatori di handicap.
Arch. Ignazio Modica
Arch. Salvatore Salerno


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