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Ragusa Sottosopra

n.1 del 04/02/2011

La riqualificazione di palazzo ex Ina e di Piazza San Giovanni nel centro storico di Ragusa

Saverio Nicastro, Architetto

foto articoloLa tesi propone una destinazione d'uso alternativa finalizzata alla creazione di un centro culturale multifunzionale capace di coinvolgere ed attirare un target ampio ed eterogeneo di persone

La tesi di laurea nasce dall'esperienza, senz'altro positiva, del concorso internazionale di architettura bandito dal Comune di Ragusa nel maggio 2009, riguardante la ri-funzionalizzazione ed il recupero del palazzo ex Ina e l'arredo urbano di piazza San Giovanni nel centro storico di Ragusa Superiore. Il tema della ri-funzionalizzazione e del recupero del patrimonio edilizio esistente (di carattere non monumentale) è quanto mai attuale nella realtà delle città italiane ed europee; la richiesta di alloggi, di servizi, di edifici e spazi pubblici per la collettività aumenta e la risposta, se non nulla, è troppo spesso rappresentata dalla semplice e cieca espansione della città “nuova”, con conseguenze negative visti i costi di urbanizzazione necessari all'espansione stessa, la mancanza di identità dei nuovi quartieri, l'abbandono e il decadimento funzionale dei centri storici che ne deriva.
Dal bando di concorso : [...] palazzo Ina, eretto negli anni '60 a seguito di parziale demolizione di alcuni edifici, costituisce un episodio urbano problematico all'interno della piazza San Giovanni per aver mutato, con l'accorpamento dei volumi in un unico organismo edilizio, le relazioni con l'intorno, le preesistenze monumentali e con il vuoto della piazza [...] con il presente bando, l'ente banditore segnala l'inizio di un processo che dovrà portare ad una nuova immagine architettonica per Ragusa Superiore, inserendo un albergo a cinque stelle, potenziandone il ruolo di fulcro urbano e polo di riqualificazione dell'intero tessuto che vi gravita intorno, anche con l'obiettivo di riequilibrare il peso dello stesso in relazione alla forte immagine di Ibla che, allo stato attuale, è palesemente preponderante su tutta la città storica.Il bando di concorso si apriva riconoscendo la difficile situazione di degrado e decadimento funzionale in cui versa questa parte del centro storico di Ragusa e prevedeva, in sintesi, il mantenimento della struttura preesistente (previa demolizione delle volumetrie superiori “eccedenti”), la sua trasformazione in una struttura ricettiva di lusso e la valorizzazione di piazza San Giovanni e della corte interna di palazzo ex Ina.
Le analisi preliminari e la ricerca di una destinazione d'uso alternativa per palazzo ex Ina.
Antecedentemente all'elaborazione della proposta progettuale, e considerando la posizione a dir poco centrale dell'area oggetto dell'intervento, la prima parte del lavoro di tesi si è concentrata su approfondite analisi urbanistiche, storiche, socio-culturali ed economiche della città e in particolare del quartiere San Giovanni. L'intervento progettuale, in seguito proposto nella tesi stessa, ha risposto a tutte le suddette indicazioni del bando, contraddicendo però lo stesso riguardo alla destinazione d'uso futura prevista per palazzo ex Ina. A nostro avviso, infatti, la creazione di un albergo di lusso non rappresenta la soluzione più efficace per far fronte al degrado e ai problemi del centro storico di Ragusa Superiore. Inoltre, se è vero che la città di Ragusa sta vivendo in questi anni un vero e proprio “boom” nel settore turistico e che, in questo senso, sarebbe giusto ampliare l'offerta ricettiva, è altresì vfoto articoloero che sono già presenti, in questa parte degradata del centro storico, diverse strutture ricettive di alto e medio livello. Una struttura ricettiva di lusso, seppur con funzioni pubbliche sulla piazza, sarà pur sempre una struttura chiusa in sé, rivolta più al confort dell'ospite che non agli interessi della collettività. Ragusa manca oggi di una biblioteca attiva, di una mediateca, di un centro culturale e di socializzazione per i giovani, di spazi pubblici dedicata agli anziani, di un centro di promozione turistica adeguato alle suddette potenzialità dell'area e, non ultimi, di spazi di socializzazione e integrazione per la sempre più numerosa comunità straniera.
Ri_medi@ ... una occasione di rinascita per il quartiere San Giovanni attraverso la creazione di un centro culturale e di una mediateca.
Essendoci posti come obiettivo principale la creazione di un luogo pubblico capace di attirare e coinvolgere un target ampio ed eterogeneo di persone, si è così pensato di trasformare il preesistente palazzo Ina in un centro culturale che potesse ospitare al suo interno diverse attività rivolte sia alla popolazione del quartiere che all'intera città ed alla comunità straniera, sia all'infanzia e agli studenti che alla popolazione anziana. Tale ambizioso obiettivo ha posto la necessità di un attento studio dei flussi e della distribuzione funzionale in modo da permettere, all'interno dell'edificio, la convivenza armoniosa di svariate attività; così, attraverso un attento studio degli spazi e della loro successione, e cercando di valorizzare e “sfruttare” al massimo la preesistenza, si è riusciti a “ricavare” un piccolo parcheggio (interrato sotto la corte interna), uno spazio autogestito dai ragazzi per attività di tipo culturale (“officine culturali”), un auditorium da 140 posti, un punto di informazione turistica con noleggio di veicoli “verdi” per tour turistici della città, una mediateca (ri_medi@), una caffetteria/lounge bar ed un ristorante panoramico.
L'intervento progettuale è riuscito poi nel recupero della corte interna oggi abbandonata (resa accessibile da via M. Rapisardi) e nel collegamento di questa con l'antica piazza San Giovanni; in particolare, per l'arredo urbano della piazza, si è operata una scelta molto rispettosa del contesto, prevedendo una semplice ripavimentazione in pietra, delle sedute in acciaio cor-ten e pietra (mobili ed eventualmente removibili in caso di eventi) e mantenendo i corpi illuminanti originali.
Dell'edificio preesistente si è scelto di demolire, oltre che le volumetrie superiori, tutta la “fascia” posteriore che, oltre ad essere caratterizzata da una struttura assolutamente irregolare e disordinata, incombeva sul palazzo ottocentesco su Corso Italia e nascondeva la suddetta corte interna. A livello formale, si è mantenuta la volumetria prevalentemente orizzontale formata dal primo e dal secondo livello dell'edificio; si è operato però un avanzamento sulla piazza del volume stesso al fine di recuperare l'allineamento con gli edifici preesistenti sulla piazza e su via G. Matteotti, perduto con la costruzione di palazzo Ina. Tale volume, trattato con la pietra locale e dall'aspetto volutamente massivo, sembra “poggiare” sulla trama degli infissi in cor-ten a piano terra, quasi interamente vetrato; la trasparenza del piano terra serve a stabilire, a livello della piazza, una continuità fra esterno e internofoto articolo, tra la piazza stessa e le funzioni di carattere sociale allocate appunto a pianterreno.
Non a caso, il collegamento tra la piazza e la corte interna avviene attraverso un passaggio pubblico pavimentato come la piazza ma interno all'edificio stesso: tale scelta progettuale, che “costringe” il pubblico ad entrare all'interno dell'edificio, favorisce l'interazione del centro culturale con il suo immediato intorno.
Entrando a livello della piazza si ha da un lato la caffetteria/lounge bar (dalla quale tra l'altro si accede ai collegamenti verticali per raggiungere il ristorante panoramico) e dall'altro lato lo spazio di accoglienza della mediateca, gli spazi amministrativi della stessa, la sala ricerca e l'emeroteca, destinata al pubblico più anziano.
A livello interrato, aperti sul lato della corte interna, si trovano l'auditorium con il relativo foyer, il punto di informazione turistica e il punto di noleggio veicoli “verdi”, e non ultimo, lo spazio denominato “officine culturali” riservato alle attività dei giovani (con sale di registrazione, spazi espositivi, laboratori d'arte). Il primo ed il secondo livello dell'edificio sono destinati alle molteplici attività ed aree tematiche della mediateca; al primo livello si può arrivare anche attraverso una lunga rampa che, attraversando quasi per intero l'edificio in senso longitudinale, offre un esperienza “ascensionale” fatta di prospettive molteplici e di tagli di luce particolari. Al primo livello sono allocate le funzioni più tradizionali di una mediateca (sala studio, sala di libera consultazione “G. Bufalino”, sala lettura ragazzi, etc…), mentre al secondo livello si trovano le aree tematiche dedicate alla musica e al cinema, un'aula di informatica e dei box per l'apprendimento delle lingue straniere.
Al terzo livello dell'edificio si trova il ristorante panoramico che, arretrandosi rispetto al volume della mediateca, limita il suo impatto sulla piazza stessa.
Si è cercato di ovviare al problema degli interpiani molto bassi operando diversi tagli sui solai preesistenti creando spazi a doppia altezza molto interessanti ed aperture zenitali per inondare la mediateca di luce diffusa, adatta alla lettura; un altro elemento problematico che si è riusciti a trasformare in elemento caratterizzante è stata la maglia strutturale estremamente fitta che, in un certo senso, ha assunto il ruolo di modulo compositivo. I prospetti dell'edificio sono caratterizzati dalla trasparenza a piano terra, con la trama degli infissi in cor-ten che segue il ritmo pieno/vuoto del sagrato sulla piazza, e dall'aspetto massivo del volume della mediateca trattato con la pietra di Noto a ricorsi irregolari. Tale volume presenta delle aperture molto rade e regolari sul prospetto principale, dominato dalla grande apertura “strombata” in corrispondenza della scalinata della piazza; diverso è il prospetto sulla corte interna, lavorato con aperture irregolari e frequenti. Il tema della “strombatura” delle finestre ricorre su tutti i prospetti e, oltre ad “allargare” le viste sulla piazza e sull'intorno, richiama molto con la sua finta prospettiva la teatralità del barocco ed accentua le variazioni cromatiche della pietra, colpita dalla luce in modo sempre cangiante.
[...] solo la pietra appariva bella nella sua magrezza e nudità di conchiglia. Lesta, se il tramonto ci batteva sopra, a invermigliarsi come una guancia(Gesualdo Bufalino).

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