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Indagine sul mobbing al Comune di Ragusa: precisazione del Direttore Generale

Documento del 11/01/2007

UFFICIO STAMPA

COMUNICATO N.21

INDAGINE SUL MOBBING AL COMUNE DI RAGUSA

PRECISAZIONE DEL DIRETTORE GENERALE GIUSEPPE SALERNO


Gli organi d'informazione hanno riportato in questi giorni un' anticipazione dell’esito di un'indagine sulla condizione lavorativa del personale del Comune di Ragusa promossa dal Settore 1° del Comune stesso su sollecitazione della Consulta Femminile, indagine ideata, gestita ed elaborata dalla dott.ssa Giuseppina Pavone.
Sulla questione il Direttore Generale del Comune, dott. Giuseppe Salerno, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

“I quotidiani e le emittenti televisive hanno dato alla notizia un risalto particolare, facendo in qualche occasione una sintesi che in verità appare semplicistica ed ingenerosa e comunque non in linea con quanto sembra sia possibile riscontrare nella quotidiana attività lavorativa presso il Comune di Ragusa.
Si dice infatti che, dei 445 dipendenti che hanno risposto al questionario somministrato, oltre il 14% (62) si ritiene personalmente oggetto di mobbing e che addirittura oltre il 40% (178) ritiene di avere visto esercitare mobbing su colleghi di lavoro.
Se questa fosse la realtà ci sarebbe veramente da allarmarsi fortemente.
Non voglio certamente sminuire il valore dell’indagine esperita perché anzi le riflessioni sulle risultanze risulteranno certamente utili a chi, come lo scrivente, ha tra l’altro il compito di valorizzare la qualità organizzativa dell’Ente e conseguentemente promuoverne il benessere organizzativo.
Qualche considerazione tuttavia è necessario svolgere sin da ora, in attesa che l’esito dell’indagine venga pubblicato integralmente, per evitare che passi sbrigativamente l’immagine di un Ente nel quale il sopruso, le vessazioni e le emarginazioni sono pane quotidiano.
Una prima considerazione riguarda la opportunità che l’indagine sia letta in maniera completa e non parziale e che venga interpretata, anche sotto il profilo sociologico, portando a sintesi le risposte a tutte le 40 domande somministrate: questo sono certo che non mancherà di fare la dott.ssa Pavone, per il Suo noto rigore scientifico, allorché l’esito dell’ indagine sarà reso fruibile.
Una seconda considerazione porta a chiedere se in chi ha risposto al questionario aveva ben chiaro il concetto di “mobbing”, in quanto chi questo istituto ha analizzato ha messo in evidenza l’esistenza di sentimenti, percezioni ed atteggiamenti in grado di imprimere uno scarso gradiente delle condizioni di lavoro, ma che sono lungi dal potersi definire “mobbing” secondo il rilievo che a questo termine scientificamente ed etimologicamente deve darsi.
Un’altra considerazione mi porta a chiedere come possa conciliarsi un (presunto) tasso così elevato di mobbing con la circostanza (che mi risulta sia scaturita dall’indagine) che quasi l’80% degli intervistati ha dichiarato, nel caso che fosse stata offerta loro la possibilità di farlo, di non voler cambiare Ente.
Ritengo che forse la insoddisfazione che oggi viviamo anche a causa della crisi economica e del malessere sociale che ci attanaglia possa portare ad identificarne la causa in fattori esterni a noi stessi attribuendola persino a soggetti (o strutture) che agirebbero limitando e mortificando le nostre potenzialità.
Queste considerazioni non le svolgo per una sorta di difesa del ruolo o del contesto che attualmente opera all’interno del Comune in quanto l’indagine è stata svolta non di recente bensì nel secondo semestre del 2005.
E proprio tale circostanza mi induce ad una ulteriore riflessione con riferimento ad un periodo nel quale il personale da una parte era fortemente deluso per la perdurante mancata attuazione di istituti economici da troppo tempo in discussione e ancora non definiti e dall’altra viveva un ulteriore grado di incertezza a causa di una lunga crisi politica che come è noto ebbe l’epilogo proprio in quello stesso periodo.
Di una cosa comunque sono certo: il Comune saprà utilizzare il lavoro svolto nella indagine per guardare dentro di sé e non mancherà di fare tesoro dell’opinione e delle percezioni del proprio personale perché, in ogni caso, qualcosa -almeno sul piano della percezione- ci sarà da correggere”.

Ragusa 11/01/2007


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