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Il sindaco Cassì esprime la propria solidarietà alla collega di Comiso Schembari per le gravi minacce ricevute
Documento del 24/10/2021
Comunicato n.685
Il sindaco Cassì esprime la propria solidarietà
alla collega di Comiso Schembari per le gravi minacce ricevute
“Conoscendo il Sindaco di Comiso – scrive il primo cittadino di Ragusa Peppe Cassì - sono certo che le minacce gravi, violente, sessiste che ha ricevuto, avranno l’effetto opposto agli intenti del suo anonimo e vile concittadino: ne trarrà forza per continuare il suo lavoro per il bene della sia città. A Lei va la solidarietà mia e di tutta la comunità ragusana. L’episodio accaduto mi induce una riflessione. “Il sindaco è il mestiere più ingrato che ci sia. Sei sulla graticola per tutto il mandato e anche oltre, sei il politico più esposto al giudizio, al pregiudizio e alla rabbia della gente, sempre in prima linea; sei nel mirino dei magistrati e degli inquirenti, sei il capro espiatorio di tutti i problemi e i fatti che succedono nel tuo comune di competenza, sei sospettato di ogni furto, abuso e abominio accaduto nel tuo territorio, sei colpevole di ogni marciapiede, ogni buca e ogni cassonetto, perfino dei cinghiali in centro o di uno stupro in periferia”. La descrizione che Marcello Veneziani dà al mestiere del sindaco coglie perfettamente nel segno. Le amministrazioni locali oggi sono il “fronte” di una politica percepita sempre più distante dai cittadini; l’ultimo ingranaggio di un complesso meccanismo che parte da Roma e arriva fino ai quartieri di ogni città. Sono però i sindaci a dover porre rimedio ai problemi più immediati della gente e ad essere attaccati in quanto identificati con il potere politico nel suo complesso.
Alla base della spregevole lettera di insulti inviata a Maria Rita Schembari c’è senza dubbio ignoranza, ma vi si coglie anche, a mio giudizio, il frutto di un’esasperazione dei toni ormai insopportabile, “l’effetto mediatico della società sguaiata che passa da alcune trasmissioni sboccate e aggressive, irriverenti verso il potere”. A maggior ragione chi ricopre ruoli politici a tutti i livelli deve essere consapevole dell’importanza del linguaggio e della necessità di utilizzarlo con responsabilità.
Nei talk show come sui social, la cosa pubblica non è più un bene di cui prenderci cura insieme ma un terreno di scontro, dove alla riflessione e all’approfondimento dei temi si antepone l’insulto e l’attacco personale. Tutto ciò può avere l’effetto di condizionare menti fragili, prive di capacità critica, accecate magari da un disagio personale il cui colpevole è fatalmente il politico di prossimità, quello che magari conosci per averlo visto in giro per la città. Abbassiamo i toni e il volume. A urlare, in genere, è proprio chi, avendo poco da dire, cerca comunque come può di attirare l’attenzione degli altri. E proviamo a pensare la politica come una cosa di tutti, fatta da amministratori e cittadini che si rispettano e che lavorano per gli stessi obiettivi.“
Ragusa 24/10/2021


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