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Una Via cittadina intitolata al tipografo-editore ragusano Salvatore Piccitto

Documento del 23/12/2014

“Ci sembrava doveroso onorare il nostro concittadino Salvatore Piccitto dedicandogli una via cittadina per l’importante contributo che ha dato nel diffondere la cultura attraverso l’attività di editoria e di stampa non solo nel nostro territorio, ma anche oltre confine. Un’attività meritoria che ha visto la pubblicazione di importanti scritti e riviste all’avanguardia, partecipando così al processo di divulgazione di massa della cultura e dell’informazione”. Sono le parole che il sindaco Federico Piccitto ha rivolto ai presenti, aprendo la cerimonia di intitolazione del 22 dicembre scorso dell’ex via 513 al tipografo-editore ragusano Salvatore Piccitto (1849-1910). Presenti i parenti e gli amici della famiglia Piccitto, il Maggiore Alessandro Coassin dell’Arma dei Carabinieri. A ricordare l’importante ruolo svolto da Salvatore Piccitto con la sua attività è stata la pronipote Rita Piccitto, scrittrice, autrice del romanzo “Nero D’Avorio” che trae spunto proprio dalla storia della tipografia “Piccitto & Antoci”. Rita Piccitto ha evidenziato la passione e la cura che il bisnonno investiva nella sua attività. “Aveva un gusto molto raffinato – ha raccontato Rita Piccitto - creava vesti tipografiche molto particolari, utilizzando materiali ricercati come i caratteri e la carta”.

Molte le pubblicazioni importanti stampate dalla tipografia , tra cui Le Parità e le storie morali dei nostri villani di Serafino Amabile Guastella (1884), poi riproposta da Rizzoli nel 1976 con la prefazione di Italo Calvino, e la rivista futurista “La Balza”.

La vita di Salvatore Piccitto, nato a Ragusa l’11 novembre 1849 e morto il 10 dicembre 1910, è legata principalmente alla sua attività di tipografo-editore.

Rilevò, appena ventenne, la tipografia-editoria “G.B.Odierna” di Rosario Nicotra, insieme al socio Antoci. Così nacque “Tipografia Piccitto & Antoci”, destinata a diventare la più nota, e non solo in ambito locale, tra le piccole tipografie dell’isola.

I due soci ebbero nel corso degli anni momenti di diverbio e di riunificazione finché, nel 1904, la tipografia rimase di proprietà esclusiva di Salvatore Piccitto fino alla sua morte, fu poi ereditata dai figli che la tennero fino al 1957, quando fu venduta a Leggio e Di Quattro. Ubicata inizialmente in via Velardo a Ragusa Ibla, la tipografia si trasferì nel 1884 nei nuovi locali a Ragusa Superiore all’inizio di Ponte Scopetta (oggi di fronte al Tribunale), iniziando così una lunga attività che si nutriva di ogni stimolo culturale, che puntava ad estendere l’istruzione pubblica e a produrre cultura, avvalendosi della collaborazione di intellettuali di elevato prestigio, come il barone Serafino Amabile Guastella, che diventò anche consigliere editoriale dell’azienda segnalando autori di province lontane e fornendo indicazioni tecniche.

E’ ad opera dei figli di Salvatore Piccitto il coinvolgimento attivo della tipografia nel Futurismo Siciliano con la stampa della rivista quindicinale “La Balza” voluta da Vann’Antò e Jannelli (con il sostegno di Marinetti) che la dirigevano da Messina.

Qui si contraddistingue la qualità di stampa e l’originalità e la modernità compositiva della tipografia. Il primo numero fu stampato il 10 aprile 1915.

FM

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