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Largo Don Minzoni di Ragusa Ibla intitolato al Dott. Ignazio Ottaviano

Documento dello 07/02/2011

Da giovedì 3 febbraio l'ex Largo San Paolo è denominato Largo dott. Ignazio Ottaviano. L'Amministrazione Comunale ha infatti deciso di intitolare la zona di accesso a Ragusa Ibla, al bivio tra Corso Don Minzoni e la Panoramica del Parco, all'illustre chirurgo ragusano.
Alla cerimonia di intitolazione sono intervenute oltre al Sindaco Nello Dipasquale, numerose autorità cittadine, i familiari dell'illustre professionista tra cui il notaio Ettore Ottaviano ed il prof. Giambattista Xiumè, già primario del reparto di Chirurgia dell'Ospedale Maria Paternò Arezzo che, avendo conosciuto ed apprezzato le grandi doti professionali ed umane del dott. Ignazio Ottaviano, è voluto essere presente all'appuntamento per ricordare brevemente la figura dell'illustre concittadino.
Il dott. Ignazio Ottaviano (1872-1953), iniziò la sua lunga carriera professionale come assistente nella clinica di patologia chirurgica del prof. Antonio D'antona (Senatore per meriti scientifici). Il professionista fu, tra l'altro, dal 1903 aiuto del prof. Mascatalello, titolare della Cattedra di Patologia chirurgica dell'Università di Pavia.
Rientrato dopo qualche anno a Ragusa operò presso l'Ospedaletto di San Giuliano dove eseguì gratuitamente tanti interventi su cittadini poveri tanto che il Consiglio Comunale di Ragusa inferiore nella seduta del 29 ottobre del 1905, votò per acclamazione un encomio solenne in suo favore.
Dopo la costituzione dell'Ospedale Maria Paternò Arezzo venne nominato direttore della struttura. Negli anni venti, assieme ai medici Salvatore Ottaviano, Giuseppe e Salvatore Antoci realizzò, in un'ala del Monastero del Sacro Cuore, la Casa della Salute presso cui eseguì quasi quotidianamente diversi interventi chirurgici.
Conoscitore della lingue francese e tedesca tradusse in italiano un trattato di chirurgia di lingua tedesca. Una libreria specializzata costituita da circa 1000 volumi, ed uno strumentario chirurgico di grande pregio di proprietà del professionista, furono donati dagli eredi all'Ospedale Maria Paternò Arezzo.

G.B.

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