In Evidenza
153^ Anniversario della Fondazione della Polizia - Relazione del Questore
Documento del 17/05/2005
A nome di tutto il personale della Polizia di Stato rivolgo un cordiale saluto, ai Parlamentari Nazionali e Regionali, alle Autorità Civili, Militari e Religiose, ai Sindaci della Provincia, ai giovani, agli studenti e ai cittadini tutti.
Ho l’onore e l’orgoglio di rappresentare la Polizia di Stato in questa cerimonia, che si svolge oggi in questo prezioso scenario barocco della piazza, cuore pulsante della città, a stretto contatto con la gente cui è rivolto il nostro quotidiano impegno, a tutela della loro sicurezza.
La festa, in ossequio alla Filosofia della condivisione che ha prodotto un profondo cambiamento nel sentire e nel fare Polizia, non si esaurisce in un giorno autocelebrativo ed autoincensatore, ma è un ulteriore momento per favorire l’interazione fra cittadini e la Polizia di Stato.
Nella coscienza collettiva, uno dei problemi più sentiti è sicuramente il senso di insicurezza. Questa non è più evocata solo da fatti di forte impatto emotivo come mafia, stragi e terrorismo; ciò che crea oggi allarme e senso di insicurezza sono gli effetti della criminalità diffusa, più bonariamente chiamata microcriminalità.
Sicurezza e legalità sono tra i temi che maggiormente preoccupano la gente, questioni “antiche” che sono diventate centrali nelle istanze dei cittadini.
Il fatto che, le più frequenti e preoccupanti situazioni di insicurezza e di vera e propria criminalità interessino le grandi realtà metropolitane e si insista sugli aspetti positivi delle realtà medio-piccole “costruite a misura d’uomo”, non esclude che anche in quest’ultime possano esistere, ed essere percepite, situazioni di insicurezza generate da nuove forme di criminalità quotidiana.
Si tratta dei delitti più ricorrenti che per la loro recrudescenza e diffusione riguardano tutti i cittadini.
Episodi di cronaca ci ricordano che anche in queste realtà medio-piccole attacchi di ogni genere (rapine, omicidi o mafia) sono in agguato.
A Ragusa, fra le realtà più tranquille e sicure, l’alto senso di legalità dei cittadini fa si che più alto sia il livello delle esigenze e delle aspettative e fa, giustamente, considerare come drammatiche e preoccupanti le “nuove” problematiche dei nostri giorni. In questa ottica, di percezione dell’insicurezza, acquistano importanza le cosiddette “inciviltà”, cioè tutti quei comportamenti che vanno dagli atti vandalici ai veri e propri fenomeni delinquenziali.
Più una società è civile più alti sono i traguardi e le richieste che pone alla Polizia.
Esiste dunque una richiesta specifica, da parte dei cittadini, a che le attività di relazione, l’uso degli spazi pubblici e l’esercizio dei diritti possa avvenire in termini di assoluta sicurezza.
La lotta alla criminalità presuppone dunque la riconquista dei quartieri, il perseguimento delle “inciviltà” e di comportamenti disturbanti la comunità: obiettivi fondamentali nel processo di rassicurazione dei cittadini.
E’ superfluo evidenziare che in tema di vivibilità delle città e riduzione dell’ “inciviltà”, gli interventi degli abitanti, degli operatori delle diverse strutture e dei mediatori socio-culturali, hanno un’incidenza, una durata ed un significato superiori a quelli necessariamente estemporanei e limitati nel tempo di una pattuglia di polizia.
Occorre, allora, insistere nei “percorsi di legalità” che nascono nelle scuole e ancor prima nell’ambito della famiglia. Bisogna andare a ricercare i “fondamenti della legalità” che non consiste nel rispettare la legge per paura del poliziotto, ma deve configurarsi, come impegno verso il radicarsi di un’etica pubblica.
L’azione della Polizia è di certo agevolata se interagiscono i valori perseguiti dalla famiglia, dalla scuola, dalla cultura, dal senso dello Stato.
Il problema dell’insicurezza richiede, oggi, di essere affrontato con strategie a tutto campo in tema di prevenzione e repressione, di mettere in atto modalità di lavoro specifiche, imperniate su una presenza sul territorio sempre più attenta.
Il nuovo orizzonte di una moderna politica della sicurezza è nel segno della “prossimità” che consente di avvicinare la gente a chi “produce” sicurezza.
Si alimenta così un filo diretto di straordinaria valenza per il raggiungimento della pacifica convivenza.
“Polizia di prossimità” per rafforzare un proficuo rapporto di fiducia e collaborazione reciproca tra cittadini e Polizia.
Tra le iniziative di prossimità avviate nella nostra provincia, prima a Ragusa, poi a Vittoria e tra non molto a Modica e Comiso, voglio ricordare quella del “Poliziotto di Quartiere” che caratterizza questo nuovo modo di intendere l’attività di Polizia al servizio del cittadino. Questa nuova figura professionale integra il controllo del territorio con la continuità dell’azione.Il poliziotto e il carabiniere di quartiere operano infatti sempre nella medesima area territoriale entrando così stabilmente nella vita quotidiana della comunità locale per conoscerne dinamiche e bisogni. La finalità è quella di stimolare ogni legittima reciproca e costruttiva forma di cooperazione.
Si registrano successi nella lotta contro gli atti che avvelenano la vita delle persone e mettono in pericolo la qualità della vita, sia grazie alle modalità di lavoro messe in atto dalla Polizia, sia agli strumenti, messi a disposizione dai Comuni, quali la videosorveglianza, sia grazie al coinvolgimento degli stessi cittadini.
Sono fiero di poter asserire che l’opinione pubblica, consapevole dello spirito di sacrificio e di abnegazione richiesti da un’attività sempre più complessa, ci incoraggia a proseguire sulla strada intrapresa.
La Polizia di Stato nella lotta alla criminalità e alle illegalità in questa Provincia Iblea ha ribattuto colpo su colpo ogni fenomeno criminale.
Non elencherò, per brevità, i risultati che sono comunque a disposizione degli organi di stampa che ringrazio per l’opera stimolatrice nei nostri confronti.
Questi uomini della Polizia di Stato, sapientemente coordinati dall’Autorità Giudiziaria locale e distrettuale hanno dato risposte positive a tutti i fenomeni criminali, anche quelli scaturenti da fatti occasionali o passionali, restituendo alla comunità certezze e quindi sicurezza.
Brevemente ricordo l’impegno profuso dalle Forze dell’ordine che hanno reso possibile il libero e pacifico svolgimento di tutte le manifestazioni pubbliche, anche quando non sempre di facile gestione, a garanzia della libera manifestazione del pensiero.
Fra gli altri problemi in questa sede, non è certo ultimo, l’immigrazione clandestina che vede le nostre coste meta di disperati nelle mani di traghettatori senza scrupoli. Anche su questo fenomeno tralascio di dare cifre e quantificare l’impegno, ma è chiaro a tutti quante energie richieda la sua gestione e la persecuzione delle organizzazione criminali che lo sfruttano.
Come dice papa Ratzinger la dignità umana e i diritti di ogni uomo sono valori che precedono ogni giurisdizione statale; è necessario però che delle regole disciplinino il flusso e l’integrazione di questi cittadini portatori di nuove problematiche, di nuovi diritti e diversi problemi attinenti la sicurezza.
Un ringraziamento convinto rivolgo agli interlocutori istituzionali intervenuti, alle altre forze di Polizia e ai loro comandanti per i buoni rapporti e per la qualità della cooperazione raggiunta, al Signor Prefetto per la appassionata e competente regia.
Ringrazio le OO.SS. che spiccano per senso di responsabilità e per propositività costruttiva.
Un commosso saluto all’Associazione Pensionati della Polizia di Stato ancora esempio di attaccamento alle Istituzioni.
Un ringraziamento infine, ma non ultimo, al personale della Polizia di Stato e dell’ Amministrazione civile che con professionalità e sacrificio rendono possibile lo svolgimento dei delicati compiti istituzionali, collaborandomi con entusiasmo nell’attività quotidiana.
Viva l’Italia, viva la Polizia
Aggiungi questo link su: