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Documento programmatico illustrato dal Presidente ASI Gianfranco Motta
Documento del 16/05/2005
DOCUMENTO PROGRAMMATICO ILLUSTRATO DAL PRESIDENTE GIANFRANCO MOTTA IN OCCASIONE DELLA RIELEZIONE AVVENUTA IL 21 FEBBRAIO 2005
Da alcuni anni le tendenze evolutive del Consorzio si intrecciano con i processi economici che coinvolgono le p.m.i. e l’industria di questa provincia.
La stessa dimensione media delle aziende (con spiccata prevalenza delle p.m.i. e dell’artigianato e l’ampliamento delle categorie merceologiche rappresentano in maniera evidente le modificazioni nella tipologia delle imprese insediate. In particolare si sono registrate crisi e ristrutturazioni in quasi tutte le maggiori realtà produttive che in larga parte caratterizzavano gli agglomerati industriali.
Appare infatti conclusa la fase in cui era predominante la presenza di imprese relativamente grandi , riconducibili a poche specializzazioni produttive (cemento, asfalti, chimica ecc.) e tutto sommato autosufficienti e poco bisognose di servizi “fuori cancello”.
A fronte di un ridimensionamento delle imprese di più ampie dimensioni si è registrata una crescita per quantità e qualità delle micro , piccole e medie imprese nel perimetro degli agglomerati industriali.
Va però sottolineato che la costante tendenza alla rilocalizzazione delle imprese (provenienti da ubicazioni improprie e/o insoddisfacenti) non può essere ricondotta soltanto ad un fenomeno di razionalizzazione .La scelta di rilocalizzare l’impresa coincide spesso con un progetto di crescita strategica , di rafforzamento organizzativo e di innovazione finalizzata ai processi e ai prodotti.
Accanto a ciò non può essere sottovalutato l’elevato tasso di casi in cui l’ubicazione nell’agglomerato industriale coincide con l’avvio di una nuova impresa a conferma che la crescita quanti-qualitativa rappresenta un robusto segnale di una mutazione evolutiva.
Oggi i due agglomerati si caratterizzano non solo per la dimensione piccolo-media degli insediamenti e per l’ampia diversificazione produttiva, ma anche per la presenza di fenomeni relativamente nuovi. Infatti ,non sono infrequenti processi di gemmazione di nuove imprese (con compagini societarie comuni a più aziende e la nascita di veri e propri piccoli gruppi industriali) e la costituzione di “grappoli” di imprese che realizzano diverse forme e livelli di integrazione (significative le esperienze nei settori della prefabbricazione , dell’alluminio, lavorazioni plastiche, produzione di infissi ,nell’agro-alimentare e nei servizi per il comparto automobilistico) .
Inoltre non si può affermare che si stia esaurendo il ciclo della espansione quantitativa degli insediamenti nelle aree attrezzate. Non a caso il Consorzio è impegnato nella realizzazione del terzo polo e nella razionalizzazione del primo agglomerato finalizzata a reperire nuove opportunità di insediamento.
In particolare nella città capoluogo si delinea un processo particolarmente significativo. Parallelamente all’ampliamento delle aree disponibili nell’agglomerato ASI si sta realizzando la confinante zona artigianale e la contiguità delle due aree pone l’esigenza di una programmazione ispirata da una visione strategica che configuri le due aree come parti distinte ,ma anche interrelate , di un unico polo produttivo che conferma al capoluogo un ruolo essenziale nel contesto dell’imprenditorialità artigiana e della p.m.i. -
Appare evidente che all’interno delle aree attrezzate si concentra una parte significativa del sistema industriale e della p.m.i. . così come è indubbio che il principale motore , a livello di innovazione , è essenzialmente insediato negli agglomerati A.S.I.-
Inoltre è opportuno evidenziare che sta assumendo livelli significativi la presenza di alcune realtà commerciali di medio-grandi dimensioni e le continue e crescenti richieste di nuovi insediamenti di tal genere fa emergere nuove problematiche.
Certamente la presenza di insediamenti commerciali non può essere considerata come una “intrusione” impropria negli agglomerati , quanto invece la rappresentazione più evidente di un processo di terziarizzazione che sempre più coinvolge il nostro tessuto produttivo.
Appare quindi evidente che i processi di crescita e trasformazione del tessuto produttivo generano nuovi bisogni anche nei confronti del Consorzio proprio perché le condizioni di operatività e di competitività dell’ente rappresentano uno dei fattori contribuenti allo sviluppo delle imprese.
Nelle due aree la crescita e i mutamenti delle imprese certamente suscita nuove domande verso il contesto territoriale e istituzionale ma anche e soprattutto mette in maggiore rilievo alcune problematicità che caratterizzano l’economia della provincia.
In generale nel tessuto economico provinciale si registrano i segni evidenti di una fase di spinta alla terziarizzazione poco qualificata che tende a caratterizzare parte del reddito locale come frutto di un processo di “arricchimento senza sviluppo” e quindi ad uno squilibrio rispetto ai processi che stanno alla base della crescita reale e della produzione del reddito nei settori primario e secondario.
Inoltre, nonostante i livelli di disoccupazione siano tra i più bassi dell’isola, fasce consistenti di popolazione entrano nell’età matura, e della potenziale maggiore produttività, senza possedere una adeguata esperienza lavorativa e/o qualificazione professionale.
In parallelo si moltiplicano i fattori di dipendenza delle imprese dalle situazioni di crisi generale,dai processi di internazionalizzazione del mercato e dalle efficienze e/o inefficienze del “sistema pubblico” e del mercato del credito. In particolare non può non preoccuparci la sostanziale impreparazione , associata ad una inadeguata informazione, del nostro sistema produttivo rispetto alle nuove norme del mercato creditizio che entreranno in vigore dal 31 dicembre 2006. Infatti l’accordo comunemente definito “Basilea 2“ determinerà profonde modificazioni del rapporto impresa-banca con ripercussioni di rilievo nelle strategie d’investimenti per le aziende.
In questo contesto il Consorzio rappresenta uno di quei “rami bassi” della pubblica amministrazione a più diretto rapporto con le imprese e come tale è chiamato ad aggiornare la propria configurazione e ruolo. Da contenitore dell’industrializzazione a soggetto coorganizzatore dello sviluppo.
Un ruolo che certamente non deve dismettere l’attività storicamente affermata di soggetto programmatore e gestore delle aree destinate agli insediamenti.
Ma parallelamente si fa anche promotore del recupero e della costituzione di reti di servizio che accompagnino l’evoluzione delle imprese, della attivazione di nuovi strumenti di analisi e proposte per contribuire a disegnare un ruolo più rilevante al sistema produttivo del territorio .
La nostra struttura imprenditoriale letta nell’ottica della “filiera agricoltura-piccola e media industria-servizi“ pur presentando un indubbio dinamismo (con alcune forti specializzazioni) si caratterizza purtroppo ancora come una “ isola produttiva “, uno dei pochi luoghi d’eccellenza del Mezzogiorno , ma pur sempre con deboli relazioni verso l’esterno e lontano dai sistemi produttivi organizzati in rete .
Certamente gli attori dello sviluppo partendo dai punti di forza del nostro territorio (filiera agroalimentare , beni culturali , dinamismo della p.m.i. , ambiente non degradato , posizione centrale nel Mediterraneo, Università , Turismo , ecc.) hanno il compito di ampliare l’orizzonte della nostra economia , finora concentrato essenzialmente sul mercato interno , per spaziare in un circuito di ben più ampie dimensioni.
Con la globalizzazione delle economie e i processi di internazionalizzazione delle imprese, il ruolo del territorio nelle traiettorie di crescita tende velocemente a cambiare formando un nuovo modello dello sviluppo locale. Il sistema produttivo locale tende a divenire sempre più una sorta di “unità produttiva” che va assunta come riferimento per l’analisi economica e per le conseguenti strategie di sviluppo nel medio e lungo periodo.
In sostanza si sta passando dal concetto di “ reti d’impresa ”a quello di “reti di territori” all’interno di realtà economiche di dimensione regionale.
Occorre dunque che la classe dirigente , ai diversi livelli, abbia la capacità di monitorare e gestire il passaggio dal modello di sviluppo di tipo endogeno a quello interrelato dove , in un contesto che valorizza le specificità economico-produttive del territorio, si persegue una maggiore apertura verso l’esterno dei fattori produttivi , dei collegamenti sociali e delle relazioni istituzionali.
Pertanto la chiave di lettura dello sviluppo di questo territorio per prossimi anni deve avere una dimensione che va oltre i confini provinciali e specificatamente il nostro futuro è legato alla capacità di pensare, analizzare , e proporre strategie in una dimensione sub-regionale che comprenda la fascia sud-orientale dell’isola , perché è a questo livello dimensionale di massa critica che si può realizzare un’area-sistema in cui interagiscono le reti della produzione , della logistica , della formazione universitaria , della intermodalità trasportistica , della ricerca innovativa e dei servizi evoluti per competere efficacemente nel contesto del mercato e rappresentare la “ porta sud “ dell’ Europa nel Mediterraneo .
La creazione dell’area di libero scambio e l’apertura del mercato Euro-Mediterraneo nel 2010, caratterizzerà il dibattito politico-sociale-economico dei prossimi anni. Tale dibattito conterrà elementi di prospettive ed entusiasmi, ed elementi di incertezza e minaccia, quest’ultimi specie nel Mezzogiorno d’Italia. Il Mezzogiorno d’Italia è l’area ottimale in Europa per lo sviluppo di una rinnovata strategia euromediterranea. Le radici storico-culturali rappresentano un capitale immateriale ma indispensabile per una strategia di sviluppo delle relazioni economiche e la convivenza multietnica. Il tema sulla questione meridionale, pur rimanendo un nodo centrale per lo sviluppo del Paese, oggi va corelata al sistema euromediterraneo.
I collegamenti euromediterranei sono anche (soprattutto) collegamenti commerciali di prodotti e/o servizi. I Consorzi per le ASI della fascia sud-orientale dell’isola , in una logica di sistema a rete , possono svolgere un ruolo centrale nel promuovere e consolidare tali rapporti, attraverso anche la promozione di:
- PParchi scientifici e tecnologici euromediterranei (filiera agroalimentare; rapporto p.m.i. e sviluppo dei consumi; la risorsa mare; formazione manageriale euromediterranea, etc.).
- AAgenzie transnazionali di orientamento allo sviluppo euromediterraneo (incubatori di impresa, reti produttive transnazionali legate a determinare produzioni agricole o minerarie o manifatturiere)
- UUniversità del Mediterraneo ad indirizzo economico-commerciale
E’ in questa cornice che vanno ricordate alcune iniziative che hanno visto il Consorzio in un ruolo di protagonista impegnato a promuovere un confronto culturalmente innovativo volto a superare le esasperazioni municipalistiche e provincialistiche.
Basti citare l’impegno e i successi nella concertazione interistituzionale per la definizione degli assetti e del ruolo della società per il patto territoriale che ha gia assunto le connotazioni di agenzia provinciale di sviluppo.
E non può essere sottovalutato l’ampio dibattito suscitato dalla nostra proposta di dar vita ad un sottosistema portuale della Sicilia orientale che deve basarsi sul partenariato fra Pozzallo e Catania (e non solo ) integrato con omologhi sottosistemi aeroportuale, ferroviario e stradale. Una proposta in controtendenza rispetto a chi persegue soluzioni localistiche e che mette alla prova la capacità delle classi dirigenti a saper guardare al dopodomani .
E non da ultima la nostra proposta unanimamente accettata di utilizzare una parte consistente delle risorse dei fondi ex Insicem , per realizzare nuove aree attrezzate per gli insediamenti produttivi , rappresenta un altro esempio di strategia innovativa che non punta più agli interventi nei singoli “ settori “ bensì sui fattori trasversali che determinano lo sviluppo anche attraverso una maggiore capacità di attrazione degli investimenti in aree dedicate.
Il percorso decisionale per l’impiego dei fondi ex Azasi ha visto il Consorzio tra i protagonisti di una virtuosa convergenza ,fra soggetti economici e politico-istituzionali , che ha sancito il ruolo strategico delle aree attrezzate nella nostra provincia. In tal senso l’attivazione di nuovi investimenti imprenditoriali sarà possibile in relazione ai progetti già elaborati per l’ampliamento delle aree disponibili nell’agglomerato di Ragusa, gli interventi di completamento nell’agglomerato di Modica-Pozzallo e l’avvio della infrastrutturazione del Terzo Polo con una previsione di investimenti pubblici di oltre 23 milioni di euro.
In particolare la realizzazione del Terzo Polo rappresenta una risposta (certamente non esaustiva , ma pur sempre di grande rilievo ) al rischio di desertificazione produttiva e deindustrializzazione a cui va incontro il comprensorio ipparino a causa della crisi del comparto agricolo tradizionale. E’ possibile infatti dare nuovo slancio al tessuto imprenditoriale in quell’area intervenendo sulla dotazione infrastrutturale (aeroporto, aree attrezzate, autoporto, rete viaria,ecc.) a sostegno dei comparti produttivi che rappresentano “punti di forza” (produzioni certificate o di qualità, settore marmifero e lapideo, florovivaismo, servizi per la commercializzazione) di un territorio fortemente vocato all’intrapresa.
In un’ottica di nuovo modello di Consorzio che si autoriforma, ma anche auspica nuovi riferimenti legislativi, è opportuno evidenziare alcune linee programmatiche orientate alla valorizzazione delle tendenze evolutive. Un Consorzio che tende ad assumere dirette responsabilità verso lo sviluppo territoriale,di promozione attiva della localizzazione di nuove e diversificate attività e di catalizzatore dei collegamenti con le sedi della ricerca e della innovazione tecnologica.
Rispetto ai fenomeni di crescita delle imprese insediate è necessaria una attenta promozione e accoglienza verso nuovi soggetti aziendali, non riconducibili al settore industriale in senso stretto, capaci di stimolare la competitività delle imprese di piccola e media dimensione e più complessivamente di tutto il tessuto produttivo presente e non nelle aree consortili.
Le attività riconducibili all’area dei servizi evoluti, di informazione e diffusione delle innovazioni nei processi e nei prodotti,di servizi riconducibili alla logistica, commercializzazione, trasporto e distribuzione possono trovare più ampia accoglienza negli agglomerati . Inoltre nelle aree consortili è opportuno incentivare l’insediamento di nuclei di risorse umane specializzate nel campo della ricerca, formazione, certificazione, marketing strategico, design, progettazione, ecc.
Per molti di questi servizi la visibilità e la contiguità territoriale, nel contesto di un’area industriale, possono suscitare una forte spinta al maggiore utilizzo. Per altro accogliere e offrire spazi per tali attività non significa affatto la gestione in proprio da parte del Consorzio. Assume invece un valore decisivo il ruolo del Consorzio quale soggetto che promuove la interconnessione delle diverse funzioni.
La “filosofia” è di far divenire gli agglomerati A.S.I. luogo reale in cui operano fianco a fianco le attività imprenditoriali più dinamiche con le reti dei servizi più evoluti.
In altre parole il Consorzio può divenire il soggetto coordinatore di un “laboratorio“ in cui si da attuazione a quel ciclo virtuoso nel quale il cambiamento delle condizioni esterne “fuori cancello” consente di migliorare le performance delle imprese insediate.
Il senso di questo impegno per un nuovo ciclo della vita del Consorzio si conferma in alcune iniziative, in parte già avviate ed altre in fase di progettazione, e in un clima di sostanziale coesione interna che ha caratterizzato l’organo di amministrazione e che ritengo debba caratterizzare la vita dei nuovi organi.
Particolare interesse ha suscitato, anche negli organi di stampa nazionale, la proposta di dar vita ad un “marchio etico” delle aziende insediate nelle nostre aree. Si tratta di una delle prime iniziative in Sicilia che tende ad esaltare il valore sociale dell’impresa attraverso la sottoscrizione di un protocollo volontario che impegna le aziende ad applicare i principi dell’etica dell’impresa,del rispetto e tutela dell’ambiente e dell’osservanza di tutte le norme a tutela delle maestranze. Un marchio spendibile sul mercato che crea valore aggiunto all’immagine delle aziende presso la clientela nonché identifica il nostro territorio come un’area sana e con una imprenditoria moderna e culturalmente evoluta.
Va poi ricordato che Il Consorzio ha promosso, in collaborazione con la partecipata SOSVI, il primo tentativo di intervento organico nel mercato del lavoro con una iniziativa finalizzata all’orientamento e all’inserimento delle nuove generazioni e alla formazione di figure professionali correlate alle esigenze delle imprese . Il progetto che vede capofila la SOSVI e finanziato con risorse del P.O.R. si basa sulla collaborazione e il partenariato tra enti pubblici, associazioni datoriali e sindacali , società di servizi e gli enti di formazione delle principali associazioni di categoria.
Le analisi appena accennate in questo documento hanno certamente bisogno di ulteriori e costanti approfondimenti. Allo stato attuale manca in questa provincia un soggetto che abbia funzioni specificatamente dedicate e riconducibili ad un Osservatorio per lo Sviluppo Locale. Il Consorzio è nelle condizioni di promuovere efficacemente, in partenariato con altri soggetti pubblici e privati, la realizzazione di uno strumento di analisi sull’andamento dell’economia locale e il monitoraggio dei principali comparti produttivi. E’ fuor di dubbio che gli enti e le organizzazioni responsabili dello sviluppo locale, ma anche le imprese, hanno sempre più bisogno di analizzare con maggiore rigore scientifico le tendenze e i fenomeni caratterizzanti l’equilibrio economico del territorio. L’ O.S.L. può divenire quel “soggetto terzo” che, in autonomia e con l’apporto di esperti, segue la congiuntura man mano che si sviluppa e quindi consentire ai soggetti locali responsabili di assumere le decisioni più appropriate e con maggiore consapevolezza. Dai primi contatti gia realizzati emerge un vivo interesse ed anche un convinto apprezzamento verso il Consorzio che viene considerato quale soggetto autorevole e idoneo a svolgere un ruolo di rilievo nell’iniziativa.
Anche se la competizione ci impone di velocizzare al massimo i processi di adeguamento ai nuovi contesti questo territorio ha in se le potenzialità per divenire in un decennio uno dei “gates” del mediterraneo anche alla luce della realizzazione/sviluppo delle infrastrutture di collegamento (autostrada,aeroporto e porto) e della contiguità con la “porta” maltese.
Ma per poter stare “dentro gli scenari” questo territorio in via prioritaria deve saper accrescere fin da adesso il proprio “sapere collettivo” e rispetto a questo obiettivo il Consorzio può svolgere un ruolo. All’interno della strategia dell’accoglienza dei servizi evoluti un posto di rilievo può assumerlo il Parco Scientifico e Tecnologico della Sicilia. Con la presenza anche a Ragusa di questa istituzione di ricerca applicata si può accresce il “capitale sociale” di questo territorio e si rafforzano le basi per la costruzione del sistema integrato dell’area sud-orientale dell’isola. La scelta del Consorzio di ospitare il P.S.T. costituisce la conferma di una volontà di caratterizzare l’Ente quale “interfaccia” tra esigenze delle imprese e sistema della ricerca innovativa.
In particolare la recente stipula di una convenzione con il P.S.T. consentirà di realizzare un progetto, di alto livello scientifico e di importanti prospettive economiche, che immette la realtà ragusana nel circuito internazionale della ricerca e sperimentazione della produzione della bioplastica per l’agroindustria con la prospettiva di un ruolo importante per le nostre imprese di produzione e lavorazione di materie plastiche. Parte essenziale della convenzione è rappresentata appunto dalla opportunità per le nostre imprese di partecipare attivamente al progetto
In conclusione si può affermare che le strategie di attrazione degli investimenti in provincia di Ragusa passano dal confronto con i problemi delle aree attrezzate non più, o non solo, in termini di prezzo dei lotti bensì dalla qualità delle aree, e dei servizi che alle stese aree sono connessi, come fattori di competitività per le imprese insediate e in generale per il sistema della piccola e media impresa.
Infine va rilevata la specificità che contraddistingue il Consorzio rispetto ad altri soggetti che istituzionalmente svolgono un ruolo di programmazione e promozione dello sviluppo. A differenza di altri organismi costituiti esclusivamente da rappresentanze economiche (Camera di Commercio, associazioni di categoria e sindacali, ecc.) o di tipo politico (Consiglio Provinciale e Consigli Comunali) negli organi del Consorzio operano fianco a fianco rappresentanze sia di tipo economico che di tipo politico.
Questa “convivenza” può costituire la opportunità per le classi dirigenti per realizzare una indispensabile condivisione di analisi e proposte che consente di “stare dentro “ e guidare i processi di cambiamento .
Una prospettiva di sviluppo innovativo e sostenibile , per poter puntare ad un livello qualitativo superiore rispetto all’attuale , va costruita con una strategia che gli economisti americani definiscono “proattiva “ ossia che agisce in anticipo per prevenire futuri problemi, bisogni e cambiamenti.
Avere un “approccio proattivo”, significa riorganizzarsi sia dal punto di vista tecnologico che delle metodologie e soprattutto delle risorse umane, in modo che il “sistema territorio” sia in grado di anticipare le tendenze ed i cambiamenti futuri per pianificare le azioni opportune in tempo.
In buona sostanza si tratta di favorire il riallineamento tra politica ed economia per evitare quel rischio di conservatorismo che si manifesta , specie nelle fasi di transizione , con le tendenze al congelamento degli attuali meccanismi ed equilibri di sviluppo.
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