Portami Qui
La chiesa di Santa Maria dei Miracoli, secondo la tradizione, venne edificata intorno alla metà del XVII secolo, fuori dal recinto urbano della città, in seguito al rinvenimento di una immagine della Madonna col Bambino, forse appartenente ad n oratorio rupestre di culto greco, dell'epoca bizantina o, piu' probabilmente, tardo-medievale. Il ritrovamento della sacra Immagine, come spesso avveniva, fu considerato dalla popolazione un evento prodigioso, per cui si decise di costruire un tempio in onore della Madonna, che venne ben presto realizzato con il concorso di tutta la città. Tanta era la devozione del popolo ragusano, che l'amministrazione della Contea di Modica concesse il privilegio della "Fiera franca", un mercato esente da gabelle, da tenersi nei pressi della chiesa dal sette al nove di settembre di ogni anno, in occasione della festa della Natività della Vergine. La chiesa, costruita con tanto entusiasmo, rimase tuttavia incompleta, manca infatti, di un'adeguata copertura, forse prevista con una volta a padiglione, ed i prospetti mancano del secondo ordine. Ciononostante l'edificio costituisce un "unicum" nel panorama architettonico barocco della città, al punto da far pensare che sia stata ideata da un colto progettista, venuto in contatto con gli ambienti del Barocco romano ed in particolare con la cerchia del Bernini. Particolare è infatti la pianta, ad ottagono allungato, e raffinati ed originali sono gli intagli delle tre porte d'ingresso da cui i "capimastri" locali trassero ispirazione per le facciate settecentesche delle vicine chiese delle Anime Sante del Purgatorio e di Santa Petronilla.
La chiesa venne chiusa al culto nel 1951 ed i pochi arredi trasferiti nella chiesa di S. Giorgio; tra questi un dipinto di stile orientale, raffigurante la Madonna col Bambino con ai lati un Santo vescovo ed un Santo monaco.
Si è creduto, nel passato, che il dipinto fosse l'antica immagine ritrovata nel secolo XVII o una copia dell'epoca, in realtà, ad una lettura piu' attenta si vede che i due angeli che tengono la corona sul capo della Vergine sono di fattura tardobarocca o addirittura ottocentesca ed il Santo monaco regge un cartiglio con l'iscrizione in caratteri cirillici, tipici dei paesi slavi. I due Santi potrebbero quindi essere individuati in Cirillo e Metodio, evangelizzatori dei popoli slavi. Ignota rimane, invece, l'origine del dipinto e il motivo della sua presenza a Ragusa.