Portami Qui
Il palazzo fu edificato alla fine del settecento per iniziativa di don Salvatore Floridia, lungo la cosiddetta via "Maestra" o "Cassero", oggi Corso Italia, uno degli assi dell'impianto urbanistico ortogonale del nuovo abitato di Ragusa. Intorno alla metà del secolo successivo fu acquistato dalla famiglia Bertini da cui ha preso il nome. Il prospetto ha subito una sostanziale modifica a seguito dell'abbassamento e della regolarizzazione della sede stradale, avvenuta nel 1847. Anticamente, infatti i balconi dell'attuale piano ammezzato erano a livello della strada e costituivano gli ingressi dei locali a pianterreno. Il portone d'ingresso era più basso e cominciava subito sotto le paraste mentre i locali a piano terra non esistevano. Gli antichi ingressi del pianterreno costituiscono la caratteristica più originale e ricercata del palazzo grazie alle chiavi d'arco che recano scolpite tre grandi teste, dette "mascheroni", che raffigurano tre personaggi caratteristici della cultura barocca: il mendicante, il nobile e l'uomo dell'oriente. Il primo è coperto di stracci e mostra un viso deforme con un gran naso e la bocca sdentata, il ricco signore , dallo sguardo altero, ha un elegante cappello piumato da cui fuori esce una folta capigliatura a boccoli, mentre l'orientale ha un viso paffuto con un grande turbante ed un orecchino con una grande perla, segno della ricchezza e dell'opulenza.
Il portone d'ingresso, posto lateralmente, ha due alte paraste culminanti in grandi volute che reggono un balcone dalle caratteristiche linee spezzate. Le aperture dei balconi hanno cornici ricche di intagli e decori ed hanno inferriate panciute decorate da grandi fiori in ferro battuto. Dal portone si accede in un atrio da cui parte la pregevole scalinata in pietra asfaltica che conduce agli ambienti interni riccamente decorati con stucchi e pitture.