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Ragusa Sottosopra

n.4 del 26/07/2011

Riflessioni sul lavoro di Cesare Capitti

Cesare Capitti, architetto già dirigente responsabile del servizio 4 del Dipartimento Urbanistica dell'Assessorato Territorio Ambiente Regione Siciliana

foto articoloCon l'entrata in vigore della legge 241 generalmente conosciuta come legge sulla trasparenza, è avvenuta una trasformazione quasi epocale nel rapporto tra l'amministrazione pubblica e i cittadini di cui ancora si stenta a coglierne gli effetti nell'ambito degli uffici.
Le norme della 241 del 1990 hanno abbattuto l'opacità tradizionale dei rapporti tra il pubblico potere e i cittadini introducendo e ridisegnando una gamma di principi per dare attuazione al 1° comma dell'art.97 della Costituzione in base al quale i pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, ed in modo tale che siano assicurati il buon andamento e l'imparzialità dell'azione amministrativa. Vengono quindi esplicitati valori garantiti dalle regole costituzionali secondo principi volti ad assicurare il buon andamento e l'imparzialità della pubblica amministrazione - l'efficienza, la pubblicità degli atti, la trasparenza, il diritto di accesso - principi che hanno profondamente innovato il modo di fare della Pubblica Amministrazione.
Tali principi sono comunque in qualche modo riconducibili all'idea di fondo delle leggi sul procedimento, secondo la quale i privati sono molto di più che non semplici amministrati, e/o assistiti, essi sono cittadini ed in quanto tali devono essere ascoltati per partecipare al processo decisionale ed essere interlocutori su un piano il più possibile paritario.
La legge 241/1990 aveva ed ha come obiettivo la partecipazione e la trasparenza, ma negli anni novanta il concetto di trasparenza ha avuto uno sviluppo che è andato ben oltre il significato immaginato dal legislatore, e cioè il diritto dei cittadini ad essere informati sulle attività dell'amministrazione, ma anche il loro diritto ad essere informati su iniziativa autonoma dell'amministrazione, a prescindere da una loro richiesta. Da questi particolari principi generali, che peraltro non esauriscono tutto il portato innovativo della legge, è facile tradurre gli effetti concreti del processo evolutivo disegnato, concludendo con la sottolineatura del rilievo che oggi l'elemento comunicazfoto articoloione ha assunto, non solo nella direzione dell'informazione primaria ma anche su quella, spesso più pregnante, della modalità di tutela dei diritti dei cittadini. Controllo dunque, ma anche possibilità di verificare l'esattezza delle informazioni fornite e parametro per valutare procedure e modalità di comportamento che non solo tendono a migliorare la funzionalità della Pubblica Amministrazione ma che, inevitabilmente, hanno incidenza su tutti gli aspetti del sistema.
Da qui, lo sviluppo della comunicazione pubblica, che oggi è molto di più che non semplice trasmissione di informazioni, è “parte integrante dell'azione delle amministrazioni”. L'attività del pubblico funzionario deve essere pertanto intrisa dai suddetti principi, per servire il prossimo. La dimensione del lavoro che appartiene alla condizione originaria dell'uomo, svolto con spirito di servizio diviene fonte di ricchezza e strumento efficace contro la povertà. Il lavoro rappresenta una dimensione fondamentale dell'esistenza umana come partecipazione non solo all'opera della creazione, ma anche a vantaggio dei più bisognosi. La situazione contemporanea del lavoro almeno nell'ambito della pubblica amministrazione rispetto alla questione dello sfruttamento dei lavoratori, conseguente la nuova organizzazione industriale del lavoro avvenuta in Italia negli ultimi 100 anni, non si pone più da moltissimi anni, invece si devono spendere energie e tempo per diffondere una cultura del lavoro secondo i principi costituzionali e culturali, e per fare scoprire alle persone, che hanno soprattutto un lavoro stabile, la dignità e la dimensione soggettiva ed oggettiva del lavoro medesimo. Fare riflettere che il lavoro ha una dimensione etica, e la persona che lo svolge è la misura della dignità del lavoro; il che significa che non esiste un lavoro più importante dell'altro, ma un lavoro essenzialmente ordinato e finalizzato al bene degli altri, e dunque una attività e un'intrinseca dimensione sociale fondamentale, che significa fare qualcosa per qualcuno, lavorando bene e responsabilmente.

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